Poroshenko ha mantenuto la parola: i bambini del Donbass non vanno a scuola

Slavyangrad - 23 marzo 2015

Preambolo: ricorderete che, nello scorso mese di ottobre, Petro Poroshenko ha paragonato le prospettive per gli ucraini con quelle del popolo del Donbass durante un discorso a Odessa. In particolare, il presidente ha promesso: "I nostri figli andranno nelle scuole e negli asili, mentre i loro saranno rintanati negli scantinati!" Finora, il governo ucraino ha fatto del suo meglio per mantenere questa sua parola. Eccovi una tra questi bambini seduti in uno scantinato in conformità con la volontà del presidente ucraino.

 

 

Preambolo: ricorderete che, nello scorso mese di ottobre, Petro Poroshenko ha paragonato le prospettive per gli ucraini con quelle del popolo del Donbass durante un discorso a Odessa. In particolare, il presidente ha promesso: "I nostri figli andranno nelle scuole e negli asili, mentre i loro saranno rintanati negli scantinati!" Finora, il governo ucraino ha fatto del suo meglio per mantenere questa sua parola. Eccovi una tra questi bambini seduti in uno scantinato in conformità con la volontà del presidente ucraino. Foto e Video di Ol'ga Luzanova

Il comandante del quartier generale di Perevalsk mi ha offerto un breve tour di una piccola città che è capitata essere nelle immediate vicinanze della linea del fronte. Le forze ucraine hanno sparato al quartiere residenziale della città, proprio fino al giorno in cui la milizia aveva rastrellato Debaltsevo. Abbiamo preso una strada che io conoscevo molto bene. Abbiamo guidato attraverso la città dove ho potuto vedere tutto intorno le conseguenze del bombardamento. Ci siamo avvicinati alla scuola dalla sua parte posteriore e lì ho visto un campo di calcio con un enorme cratere nel mezzo. Poi abbiamo visto un altro cratere di un missile Uragan vicino alla scuola.

 

 

 

Un terzo missile evidentemente ha raggiunto l'edificio.

 

 

 

All'interno dell'edificio, abbiamo trovato un frammento piuttosto grande di proiettile, simile a un secchio di alluminio sgualcito: il distinto numero di contrassegno che portava dimostra che era parte di un missile Uragan.

 

 

 

La scuola non aveva una sola finestra rimasta intatta sul lato rivolto verso Debaltsevo. Evidentemente, non era stato fuoco casuale - si poteva vedere che tutti i colpi sulla scuola erano colpi diretti.

 

 

 

 

 

Abbiamo camminato intorno alla scuola; la sua facciata rivolta al territorio controllato dai miliziani è rimasto quasi intatto. Per inciso, questa scuola era una delle più belle della regione Perevalsk: due anni fa aveva vinto una borsa di studio per la ristrutturazione, ed era stata poi completamente ristrutturata.

 

 

Ora, l'immagine del libro con falce e martello e la frase incisa, "pace al mondo", aggiunge più tristezza a tutta la scena.

 

 

 

La condizione dell'edificio all'interno era non meno terribile: pezzi rovesciati di mobili, infissi rotti, schegge di vetro e intonaco sbriciolato sul pavimento, frammenti di legno e mattoni ovunque, tutto tagliato e forato.

 

 

 

 

In un corridoio semidistrutto c'erano tavole con i ritratti degli eroi della Grande Guerra Patriottica, "uccisi" ancora una volta da proiettili ucraini. "Nessuno è stato dimenticato, nulla è stato dimenticato."

 

Vorrei sottolineare che il rispetto per i valori della memoria è sempre stata una parte molto importante della nostra educazione scolastica. In seguito al conflitto ucraino, uno dei principali strumenti attualmente impiegati nelle scuole ucraine è il travisamento della storia - in particolare, la sostituzione dei nomi degli eroi sovietici con i nomi dei banderisti. Eppure la gente nel Donbass si ricorda la propria vera storia: abbiamo imparato non solo a scuola, ma anche dai nostri nonni, che hanno visto questa storia con i propri occhi e ce l'hanno raccontata più e più volte, e noi non la dimenticheremo mai.

 

 

 

Ho sentito una voce al di fuori - una bambina stava arrivando con qualche adulto, e indicava nella direzione della parte più danneggiata della scuola, dicendo: "La mia classe era lì". Vika, sette anni, era molto triste per la sua scuola; quasi tutti i suoi amici hanno lasciato la città, e ora, anche lei e la sua famiglia potrebbero andarsene:

 

 

Sono entrata nell'aula dove studiavano Vika e altri allievi di prima elementare. Anche in questo caso, la solita scena: pezzi di vetro rotto ovunque, finestre distrutte, mobili sfasciati, pareti forate... Libri lasciati in una libreria...

 

 

Qualcuno aveva scritto sulla lavagna: "Morte agli invasori fascisti".

 

 

 

 

 

 Da ortodossiatorino.it