CIVG Informa N°57

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Una crisi poco conosciuta dai preoccupanti risvolti

Angelo Travaglini

Premessa

Lo Yemen, realtà affascinante dalle evocazioni bibliche, si trova da tempo coinvolto in una gravissima crisi dove le drammatiche condizioni di vita della popolazione e i conseguenti devastanti effetti sul piano politico e sociale si intrecciano con conflitti di ordine settario dai risvolti molto inquietanti sui precari equilibri prevalenti sul piano regionale.

In effetti, stiamo parlando del Paese più povero del mondo arabo, privo di quelle risorse e infrastrutture di cui abbondantemente dispongono le entità della Penisola arabica. Non solo. Ma se aggiungiamo a ciò gli effetti deleteri di trenta tre anni di autocratica dittatura di Ali Abdullah Saleh, contrassegnata da un’endemica corruzione, nepotismo, contrapposizioni tribali con il loro seguito di sangue e violenza, la presenza della più forte branca di Al-Qaeda nell’universo islamico e, last but not least, daun movimento di secessione nel sud mai spentosi, si può avere un’idea del mix esplosivo che contraddistingue la storia recente dell’entità yemenita.

Lo Yemen, popolato da circa 24 milioni di abitanti, riveste un’indiscutibile rilevanza sul piano strategico; esso infatti è collocato sulla nevralgica rotta marittima che dal Canale di Suez conduce al Golfo Persico, porta di accesso al mar Rosso e luogo di passaggio dalla Penisola arabica in direzione del finitimo turbolento Corno d’Africa.

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Situazione Militare nel Donbass al 5 febbraio 2015

Stefano Orsi

LA SITUAZIONE MILITARE

 

 

Dopo l’avanzata compiuta dai novorussi nei giorni scorsi sul fronte di Debaltsevo, assistiamo ad un rallentamento delle operazioni. Abbiamo già analizzato questo modus operandi delle truppe di Donetsk e Lugansk, ma ricordo, per i distratti, che ad ogni avanzata segue necessariamente, per le condizioni logistiche in cui le VSN sono costrette ad operare, una pausa operativa durante la quale: 1) viene consolidata la posizione raggiunta con l’ eliminazione delle sacche di resistenza e degli eventuali cecchini; 2) vengono allestite le necessarie opere difensive e i presidi fissi, necessari nel caso di un contrattacco; 3) vengono portati in linea adeguati rifornimenti (munizioni, viveri, carburanti) necessari al proseguimento dell’azione.

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Lettera aperta ai presidenti della commissione difesa del senato e della camera e al presidente commissione diritti umani del senato
Falco Accame

Al Presidente Commissione Difesa Senato

Sen. Nicola La Torre

 

Al Presidente Commissione Difesa Camera

On. Elio Vito

 

Al Presidente della Commissione Straordinaria per la Tutela

e la Promozione dei Diritti Umani del Senato

Sen. Luigi Manconi

Roma, 1 Dicembre 2014   

LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE DIFESA

DEL SENATO E DELLA CAMERA E AL PRESIDENTE COMMISSIONE DIRITTI UMANI DEL SENATO

 

 

Argomento: Associazioni d’arma “Processi disciplinari”

 

Sono state rese note a questa Associazione, problematiche relative ed aderenti ad Associazioni d’Arma, in particolare all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Si cita il caso del 1° Maresciallo Lgt. Ciro Guariglia, Presidente del gruppo A.N.M.I. di Marmirolo (Mantova), convocato a riunione del Comitato Esecutivo Nazionale, in merito a addebiti di carattere disciplinare (vedi lettera allegata).

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“Piccoli” segni di cedimento del regime ucraino, le cose non vanno bene come sembrano per i separatisti, ma meglio. Ma c’è un problema…

rischiocalcolato

29 gennaio 2015

 

Un articolo tanto interessante quanto inquietante sui segni di cedimento della giunta di Kiev. Ecco, in breve, cosa potrete leggere in quest'articolo:

- L'aggravarsi di grida isteriche a Kiev e nei paesi occidentali sull'inesistente "invasione russa";

- Un decreto legge che permette agli ucraini in età di leva di sostare più a lungo in Russia per evitare la coscrizione;

- La chiusura di ottomila militari ucraini nella sacca di Debaltsevo (curioso parallelo con un analogo accerchiamento di invasori nazisti settant'anni fa);

- Il reclutamento nell'esercito ucraino di ragazzi di 16 e 17 anni (qualcuno ricorda la Hitler-Jugend?);

- le resistenze ai reclutatori, letteralmente con i forconi (anche nell'Ucraina occidentale);

- una versione grottesca della storia insegnata ai bambini;

- la norma (nella foto) che autorizza gli ufficiali a sparare sui soldati che disertano, senza processo.

Il commento finale dell'articolo lo lasciamo come (amara) sorpresa ai lettori. Intanto, vi mostriamo nel seguente filmato cosa resta del convento dell'icona "Ivirskaja" della Madre di Dio presso Donetsk, di cui avevamo commentato il bombardamento agli inizi di novembre:

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Piccoli Grandi furti di Stato. TFR/TFS trattenuta del 2,5%

cesppadova

Diritti a scuola.  31 gennaio 2015

 

Trattenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione dei dipendenti pubblici (30 € circa al mese per 13 mesi, per centinaia di migliaia di dipendenti...La trattenuta omeopatica Personalizzata Senza voce previdenziale di spesa Per la persona vampirizzata).

La Corte Costituzionale, con sentenza 244 dell’ottobre 2014, ha stabilito che tale trattenuta è legittima per quei ricorrenti che, trovandosi a passare da T.F.S. (vecchio regime di buonauscita, dove il 2,5% concorreva ad un miglior trattamento di fine servizio rispetto al T.F.R. privato) a T.F.R. hanno continuato ad essere tassati (trattamento peggiorato, ma trattenuta invariata).

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Donetsk Repubblica Memorandum dichiara continuità Stato con Donetsk - Krivoy Rog Repubblica

Fortruss

 

 

Donetsk Krivoy Rog-Repubblica

5 Febbraio 2015 Novorossia-Novosti 

MEMORANDUM della Repubblica Popolare di Donec'k sui ​​principi di costruzione dello Stato, la continuità politica e storica. 

Noi, membri del Consiglio del Popolo della Repubblica Popolare di Donec'k nella prima convocazione, eletto da elezioni universali, democratiche e libere del 2 Novembre 2014, tenendo conto dei principi del diritto internazionale, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, proclamano il memorandum sui principi di costruzione dello Stato, la politica e la continuità storica. Sulla base della volontà del popolo del Donbass , espressa nel referendum del 11 maggio 2014, nella legge della proclamazione dello stato di indipendenza della Repubblica popolare di Donetsk, nella Dichiarazione di Sovranità della Repubblica Popolare di Donetsk dal 7 aprile 2014, nella cognizione della necessità di uno sviluppo progressivo del diritto e del processo di costruzione dello Stato, si afferma il legame storico e la continuità delle formazioni statali della Donetsk-Krivoy Rog Repubblica e la RPD.

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Manipolazione anche linguistica il rispetto delle parole e la “lealtà”

Falco Accame

E’ inaccettabile attribuire a chi è stato prigioniero di guerra la denominazione di “assente (ingiustificato) dal servizio”, come se si trattasse di uno scolaro che ha marinato la scuola. Ancor più grave sarebbe la questione se, con il termine “assente dal servizio”, si fosse voluto mirare a far credere che la persona così denominata fosse un disertore. Anche se affrontiamo, con oltre 70 anni di ritardo, questo problema, credo che tuttavia ve ne siano delle valide ragioni. Mi riferisco in particolare al caso del 2° Capo Otello Parpajola, appunto prigioniero di guerra, e ridenominato “assente dal servizio”. Una semplicemente vergognosa manipolazione dei fatti. Le Forze Armate devono dare un esempio di dignità nell’uso delle parole, non tradendo mai la verità. Mi riferisco specificamente al precedente scritto “la dignità per gli auto-affondati” che riferiva di un grave episodio accaduto dopo l’8 settembre ’43, in seguito ad un ordine per le navi, che si trovavano in estremo oriente, di auto-affondamento.

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Putin: "Chi è l'aggressore?" - Sottotitoli in italiano

Canale Italia

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Gli omissis di Obama: 28 pagine sui finanziamenti sauditi al terrorismo : 4 congressisti ne chiedono la pubblicazione

MoviSol

8 gennaio 2015   -    Executive Intelligence Review - Comunicato stampa

L'urgenza di rendere pubbliche le 28 pagine del rapporto del Congresso sull'11 settembre, da cui emergono chiaramente i finanziamenti di alcuni paesi, quali Arabia Saudita e Qatar, al terrorismo islamico, è stata al centro di una affollata conferenza stampa a Capitol Hill, coincisa con la strage di Parigi. La conferenza stampa bipartisan, era stata indetta dai congressisti Walter Jones (repubblicano) e Stephen Lynch (democratico) che il 6 gennaio hanno ripresentato la loro mozione in cui esigono che il Presidente Obama desecreti quelle 28 pagine, coperte dal segreto prima sotto Bush e poi sotto la propria presidenza. Ha parlato anche il Sen. Bob Graham (democratico) che era copresidente della Commissione d'Inchiesta sull'11 settembre e che si batte da 12 anni per la pubblicazione di quelle 28 pagine. Sia l'on. Jones sia il Sen. Graham hanno esordito parlando della strage di Parigi e dichiarando che “la tragedia di oggi in Francia dimostra che nessun paese può tutelarsi dal terrorismo senza conoscere la verità sui suoi finanziatori”. Dopo di loro hanno preso la parola i parenti delle vittime dell'11 settembre, Terry Strada, copresidente della 9/11 Families and Survivors United for Justice Against Terrorism; Sylvia Carver, sorella di una vittima al Pentagono, e Abraham Scott, marito di una vittima al Pentagono. Tutti e tre hanno chiesto con forza a Obama di rendere pubblico quel capitolo, perché “le famiglie delle vittime dell'11 settembre hanno diritto di conoscere la verità e avere giustizia”.

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Il vescovo Longin (Zhar) sulla guerra in Ucraina

Mihai Șomănescu

 

Mentre nell’Ucraina si assiste alla quarta mobilitazione generale nel giro di meno di un anno (sarebbe un evento comico, se non fosse una tragedia), si sta diffondendo l’appello del vescovo Longin (Zhar) di Bănceni,  presentato nello scorso settembre sul nostro blog parrocchiale. Nei villaggi di lingua romena della Bucovina è andata a ruba l’edizione del giornale Libertatea Cuvântului (Libertà di parola), di proprietà di uno dei membri del consiglio comunale della città, uscita il giorno dopo la mobilitazione. Il giornale riporta il testo dell’appello di Vladyka Longin: “non mandate a morire i vostri figli mettendoli nelle mani dei satanisti”. ( Padre Ambrogio)

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Nella Repubblica musulmana della Cecenia, parte della Russia, un milione in piazza per protestare contro le vignette, insultanti il Profeta Maometto

CIVG

 

  

Grozny, 19 gennaio 2015

 

A Grozny manifestazione con la parola d’ordine “Noi Amiamo il Profeta Maometto”. Secondo il capo del Ministero degli Interni della Repubblica cecena, Ruslan Alkhanov, vi erano più di un milione di persone.

Vi hanno preso parte non solo residenti locali, ma anche provenienti da altre parti della Russia.

Migliaia di persone su camion  hanno riempito le strade del centro di Grozny fino alla Moschea centrale. C’erano striscioni con slogan «No Charlie Hebdo», «Giù le mani dal nostro Profeta ," "Siamo contro le vignette! .Molte automobili avevano adesivi con scritto "Noi amiamo il nostro Profeta."

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Il leader della Cecenia e il portavoce del Parlamento dichiarano Khodorkovsky loro nemico personale.

Itar Tass

8 gennaio 2015

 

Kadyrov ha ragione, non bisogna commettere errori perché Khodorvkovsky è un fantoccio dei banchieri sionisti di Wall Street con grandi piani per diventare il “boss dei boss” in Russia e ora segue la manovra francese CIA-Al Qaeda finalizzata a costruire il caos in Europa .

Il leader ceceno Razman Kadyrov ha fortemente criticato l'ex capo della ex società Yukos Mikhail Khodorkovsky, per aver indirizzato alla comunità dei media un appello per la pubblicazione di altre immagini delle vignette del Profeta Maometto a seguito dell'attentato terroristico in Francia.

«Dopo il delitto sanguinoso di Parigi deve aver immaginato di essere più francese del presidente della Francia o del primo ministro di quel Paese. In un momento in cui le autorità francesi sono impegnate con l'inchiesta e con l'adozione di misure che potrebbero impedire un ulteriore aumento delle tensioni Khodorkovsky ha esortato tutti i media a seguire le orme della rivista Paris e pubblicare le vignette caricaturistiche», dic e Kadyrov sulla sua pagina Instagram.

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Capire la Russia. E’ uscito il nuovo lavoro di Paolo Borgognone.

Paolo Borgognone

 

Capire la Russia.

Correnti politiche e dinamiche sociali nella Russia e nell’Ucraina postsovietiche.

Prefazione di Giulietto Chiesa

 

Zambon Ed. 2015

640 pagine

25 €

 

ISBN 9788898582068

 

Allo stato attuale, la Russia è il Paese più demonizzato al mondo, inserito d’ufficio, a seguito degli sviluppi di situazione in Ucraina, nel particolarissimo elenco di "Stati canaglia" individuati dalle strategie obamiane di esportazione delle libertà americane (capitalismo consumistico e "senza

frontiere", individualismo, mercificazione, commercializzazione dell’esistenza dei singoli) in ogni angolo del Pianeta non ancora sottomesso ai dettami speculativi del Nuovo Ordine Mondiale.

Difendere la Russia, le sue ragioni in ambito geopolitico e culturale, è dunque un dovere da parte di chi, oggi come in passato, non accetta di deporre le armi della cultura, della conoscenza e della lotta per la dignità dei popoli e delle nazioni, contro l’imperialismo globalizzatore del Leviatano euro-atlantico.

Per difendere la Russia, occorre iniziare dal "Capire la Russia". (Dalla 2° di copertina)

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