Intervista a Igor Strelkov

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8 luglio 2014


Giornalista: Buon giorno, oggi, nello studio del nostro Primo canale televisivo Repubblicano, diamo il benvenuto, per un discorso ai cittadini della DPR [Repubblica Popolare di Donetsk], al Ministro della Difesa e Presidente del Consiglio di Sicurezza, Igor Ivanovich Strelkov ...

Igor Strelkov: Buon giorno.

Giornalista: E al capo della Milizia Popolare della DPR, Pavel Gubarev.

Pavel Gubarev: Buona sera.

Giornalista: Igor Ivanovich, parli pure.
Igor Strelkov: Vorrei dare il benvenuto a tutti gli spettatori che stanno guardando e mi ascoltano e dire che, in questo momento molto difficile per il popolo della Repubblica di Donetsk, sono contento di essere qui con voi per poter difendere insieme a voi  la vostra e la nostra Patria comune, la Russia, che, sono convinto, si estende dai confini dello stato chiamato Ucraina fino all'Estremo Oriente. Ed è proprio per la Russia che noi siamo, qui, a lottare, e nello stesso tempo, a lottare per i diritti del Donetsk e delle Repubbliche di Lugansk. Stiamo lottando per il vostro diritto all'autodeterminazione della lingua, per la vostra cultura, per il vostro modo di vita, e per il diritto di essere liberi dalle costrizioni imposte a voi, da persone per le quali la vostra terra e la vostra società sono solo obiettivi di macchinazioni politiche e speculazioni finanziarie. Persone che sono soggette ad un controllo esterno e non si preoccupano di nasconderlo. Questo è ciò che abbiamo combattuto e continueremo a combattere. E spero che continueremo a godere del vostro sostegno.  Non mi sono preparato apposta per tenere un discorso; Ho trascorso l'intera giornata coinvolto nella pianificazione strategica. Perciò, non leggerò un testo o farò un discorso preparato in anticipo. Lo staff del canale televisivo ha preparato una serie di domande da farmi. Nel rispondere a queste domande mi aspetto di essere in grado di soddisfare le vostre preoccupazioni rispetto a quanto sta accadendo, come le ostilità stanno procedendo, e come abbiamo intenzione di continuare a difendere la Repubblica.  Quindi, penso che ora dovremmo dare al nostro giornalista la possibilità di procedere.

É arrivato il momento di lasciare Slavyansk.

Giornalista: Igor Ivanovich, ecco una domanda fondamentale che sentiamo spesso: perché Slavyansk si è arresa e perché le forze sono state spostate a Donetsk ed alle città vicine?

Igor Strelkov: Fin dall'inizio delle ostilità, Slavyansk è servita come scudo per Donetsk. Nel prendere le nostre posizioni a Slavyansk, abbiamo istituito uno scudo per proteggere l'intero territorio della DPR [Repubblica Popolare di Donetsk] e della LPR [Repubblica Popolare di Lugansk].  Abbiamo sostenuto l'impatto principale dell'offensiva nemica e deviato le sue forze, dando così alla leadership politica e sociale delle Repubbliche l'opportunità di organizzarsi e, seguendo il nostro esempio, di prendere le redini del potere [locale] dalla Giunta, in una certa misura impedendole di instaurarsi.

Ecco perchè, quando siamo stati sicuri che sia a Donetsk che a Lugansk ci fossero governi conformi alla volontà del popolo in termini di attuazione della sovranità statale, in grado di effettuare il referendum e di costituire le proprie forze armate, abbiamo capito che il nostro compito era stato sostanzialmente realizzato.
E' naturale che Slavyansk sia diventata, e rimanga, per me personalmente e per tutti noi, una città molto importante, una città alla quale siamo profondamente legati. Senza dubbio se avessimo avuto  la possibilità di tenerla militarmente avremmo continuato a difenderla. Tuttavia, data la situazione militare presente, continuare a difendere Slavyansk avrebbe comportato perdite intollerabili da parte della Milizia, e la difesa della città non avrebbe piu’ avuto nessuno scopo strategico o tattico.
Il nemico ha ammassato enormi quantita’ di armamenti e gruppi corazzati vicino alla citta’. Non avremmo potuto continuare a resistere a lungo senza sufficienti armi pesanti, artiglieria e, soprattutto, munizioni. Passo dopo passo, per frenare il nemico, vincendo giorno dopo giorno, abbiamo continuato a ritirarci ai confini della citta’. Ed alla fine abbiamo capito che il cerchio intorno alla città si era chiuso e che il piano tattico del nemico non era di attaccare noi, ma semplicemente di radere al suolo la città, distruggerla con l'artiglieria per poi eliminare la nostra fanteria con i carri armati.
Abbiamo capito che non avevamo armi sufficienti per difenderci da questa tattica. Non ne avevamo proprio. Abbiamo anche capito che il nemico ci avrebbe semplicemente sterminato nei giorni seguenti, e che noi non avremmo potuto infliggere perdite corrispondenti.

In questa situazione, una decisione è stata presa. L'ho presa io personalmente. Non condivido questa responsabilità con nessun altro. Ho solo informato il Consiglio militare locale della decisione di ritirarsi, salvare il presidio e salvare la città da una distruzione senza scopo. Non avrebbe infatti avuto senso perché saremmo stati polverizzati da una tale distanza alla quale non avremmo avuto la possibilità di rispondere. La decisione presa è stata anche per reimpiegare i distaccamenti con più esperienza di battaglia, in nuove posizioni dove avrebbero potuto continuare a difendere la Repubblica.
Inoltre, come abbiamo scoperto dopo aver rotto l'accerchiamento, lo stesso giorno il nemico aveva conquistato Artyomovsk, estromettendo la piccola unità di milizia che la presidiava. Questo ha creato un vero e proprio pericolo non solo per Slavyansk, ma anche per tutta la regione Kramatorsk-Druzhkovka-Konstantinovka che sarebbe stata circondata ed assediata. In realtà è proprio per questo motivo, perché il nemico stava per tagliare le nostre linee di comunicazione, che si è deciso di ritirarsi anche da tutte le altre città, dal momento che difenderle mentre eravamo accerchiati non avrebbe avuto praticamente alcun senso. Avrebbe solo comportato più vittime e distruzioni inutili.

Eroi della ritirata da Slavyansk

Giornalista: Grazie. Io credo che gli uomini che sono rimasti a coprirvi la ritirata siano degli eroi. Puo’ dirci qualcosa di più su di loro?

Igor Strelkov: Per coprire la nostra ritirata non sono rimasti che qualche dozzina di uomini. In realtà hanno eseguito il loro compito egregiamente bene. Per quanto ne so al momento, la maggior parte di loro ha rotto l'accerchiamento. Inoltre sono appena stato informato che anche i 13 combattenti del gruppo che proteggeva la nostra ritirata da Nikolayevka, si sono sganciati con successo e trasferiti a Seversk sostenendo perdite minime.

La preparazione di Donetsk per resistere ad un assedio

Giornalista: bene, ecco un'altra domanda. È pronta la città di Donetsk in questo momento per resistere ad un assedio prolungato, e per una futura offensiva?

Igor Strelkov: Beh certamente non posso dire che sia pronta per la difesa, se non altro perché la città nel suo complesso è ancora attiva come se fosse in tempo di pace. In pratica non sono state prese misure di difesa. Lo stato dei preparativi di difesa al momento è quello che era due mesi fa a Slavyansk. In altre parole, le fortificazioni esistenti sono sufficienti a fermare gli APC [corazzati da trasporto truppe] e gruppi quali la Guardia Nazionale o distaccamenti del Ministero degli Interni.
Per quanto riguarda le colonne corazzate del nemico, che sta impiegando massicciamente carri armati e artiglieria, in questo momento la città si può difendere solo con grande difficoltà e con  perdite significative tra la Milizia. Tuttavia stiamo prendendo misure urgenti giorno dopo giorno in modo da garantire che la città sia pronta per la battaglia. Questo considerando le fortificazioni da erigere.
Per quanto riguarda invece lo stato d'animo della popolazione, è evidente che i residenti di Donetsk continuano a condurre una vita del tutto pacifica. Fanno ancora fatica a capire, o si rifiutano di credere, ciò che può accadere quando il nemico, le unità punitive Ucraine, scateneranno un massiccio sbarramento di artiglieria e porteranno pesanti attacchi aerei contro le aree residenziali. Beh, anche noi abbiamo fatto fatica a crederci per lungo tempo.
Tuttavia, nel corso di un mese di assedio attivo, o, più precisamente, di tre mesi di preparazione ma di un solo mese di assedio, ci siamo convinti che il nemico ha scelto di non agire direttamente contro le nostre unità armate, le unità di auto-difesa della Milizia, ma di usare  una tattica terroristica di distruzione - la distruzione delle infrastrutture e delle attività industriali. Per quanto strano possa sembrare, e io non lo trovo affatto strano a differenza di altri, gli obiettivi principali sottoposti ad attacchi a Slavyansk e Kramatorsk non erano le posizioni della Milizia, anche se erano perfettamente conosciute, e nemmeno i quartieri della città, ma le fabbriche e le attività industriali.
A Nikolayevka, in particolare, il nemico ha continuato a bombardare la centrale termica per tre giorni consecutivi, anche se non era presente un singolo miliziano. Per di più il bombardamento è continuato per un giorno intero dopo che la Milizia aveva lasciato la città. In altre parole, non c'era un motivo militare per il bombardamento. Allo stesso modo, altri bombardamenti sono stati effettuati su un certo numero di fabbriche di Slavyansk dove nessun miliziano aveva mai messo piede. Non c'erano posti di blocco e nemmeno avamposti. Tuttavia, sono state regolarmente e meticolosamente fatte saltare con l'artiglieria.
In altre parole, lo scopo di cui stiamo parlando qui non era quello di cancellare la Milizia dalla città. Non era quella l'intenzione. Il loro obiettivo era quello di causare la massima distruzione possibile nelle infrastrutture mentre si eliminava la Milizia, lasciando così le persone senza lavoro, senza casa, senza i mezzi per vivere. In effetti l'obiettivo era di costringere il popolo ad un esodo di massa, lasciandoli senza i mezzi per sopravvivere anche dopo la cessazione delle ostilità.

Io sono fermamente convinto che l'attuale dirigenza Ucraina ed il comando dell'esercito Ucraino non si faranno problemi a fare lo stesso a Donetsk. Nessuno deve farsi illusioni - anche se noi dovessimo ritirarci da qui, loro non permetterebbero ai residenti di Donetsk di continuare a viverci. La cosiddetta Europa unita non vuole alcuna concorrenza da parte dell'industria di Donetsk. Non vogliono alcuna concorrenza da parte dei nostri scienziati. Tutto ciò che vogliono è che qui rimanga un territorio dove si possano reperire diverse centinaia di migliaia o forse anche un paio di milioni di unità di forza lavoro a buon mercato, in modo da poterle utilizzare in Europa. Questo è tutto quello che vogliono.


Pavel Gubarev: E il gas di scisto, naturalmente.

Igor Strelkov: non posso dire nulla rispetto al gas di scisto, perché non sono uno specialista al riguardo. Tuttavia, è certo che cerchino di distruggere il nucleo industriale del Donbass, per prima cosa perchè rappresenta una forte concorrenza per l'industria europea e poi perchè lavora quasi interamente, o almeno in misura importante, per il complesso militar-industriale russo.

Adeguatezza delle Forze della Milizia

Giornalista: A giudicare dalle loro dichiarazioni, non hanno alcun desiderio di vedere la popolazione russa sul nostro territorio. Tuttavia, dobbiamo capire che questa è la nostra terra – la Repubblica Popolare di Donetsk, la Repubblica Popolare di Lugansk. Non lasceremo la nostra terra. Ed ora vorrei concentrarmi in particolare sulla Milizia. Abbiamo abbastanza miliziani? Contando anche quelli che Pavel Gubarev ha reclutato per voi?

Igor Strelkov: No, certo che no. Sicuramente no. Anche per una grande città di un milione di persone, senza contare il resto della Repubblica, ci sono troppo pochi miliziani. Il territorio della città è enorme. Il territorio della Repubblica che è controllato dal governo [DPR] è anche sufficientemente grande; è molto grande.
Stabilire un controllo sicuro e di difenderlo con le forze che attualmente possediamo non è, di per sé, impossibile; tuttavia, di fronte all'enorme superiorità del nemico, direi addirittura un loro dominio assoluto in termini di mezzi corazzati e artiglieria, per non parlare della loro posizione dominante in aviazione, è estremamente difficile difendere questo territorio con le sole nostre forze esistenti.

Vorrei anche aggiungere alle mie precedenti osservazioni che è impossibile fare una guerra a metà. E' un errore aspettarsi che qualcuno da qualche parte in qualche modo sarà in grado di difendere questa Repubblica con poche forze con un budget ridotto. Abbiamo bisogno di una seria mobilitazione delle risorse. Purtroppo, le risorse necessarie, in primo luogo in termini di armamenti e munizioni, non sono pronte; al momento non esistono.
Se tali risorse fossero state disponibili, avremmo senza esitazioni attuato una mobilitazione generale. Non importa se i tre quarti degli uomini in età militare avrebbero cercato di evitarla; il restante quarto sarebbe stato sufficiente. Purtroppo, non abbiamo tale capacità di mobilitazione. Tuttavia siamo in grado di armare, equipaggiare e addestrare, anche se in modo superficiale, diverse migliaia di volontari in un brevissimo periodo di tempo.
Credo che circa 8-10.000 uomini sarebbero sufficienti a fermare definitivamente e irrevocabilmente l'esercito ucraino, che finora è stato vittorioso in primo luogo perché noi abbiamo lacune importanti nella nostra difesa e poi a causa della sua mobilità e della sua retroguardia. La nostra retroguardia operativa è in pessimo stato. Le nostre linee di approvvigionamento non sono troppo deboli. Ma noi continueremo a lottare e continueremo a fermarli.
Eppure, senza una partecipazione più attiva della popolazione del Donbass alla difesa, sarà molto difficile resistere. Abbiamo bisogno di persone. Vi ripeto che abbiamo bisogno di 8-10.000 uomini nei ranghi della Milizia per garantire la nostra difesa. Che siano volontari o coscritti non fa nessuna differenza.


Cercasi sia Militari Professionisti che Volontari

Giornalista: C'è mancanza di volontari con titoli specifici o competenze professionali?

Igor Strelkov: Prima di tutto, abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo bisogno di professionisti con qualunque tipo di qualifiche militari, così come di persone senza alcuna conoscenza specifica. In guerra la gente può essere istruita nel corso di alcuni giorni, specialmente durante le ostilità. E, al contrario, i professionisti super-qualificati che non hanno mai partecipato a guerre, quando sono schierati al fronte e sono di fronte a pallottole vere, spesso si rivelano essere semplicemente inadatti. E' così che funziona nell'esercito.


La minaccia a Donetsk e la Costruzione di un Esercito a Contratto

Giornalista: Abbiamo una domanda un po’ difficile per voi dai nostri telespettatori. Che cosa dovrebbero fare i civili; cosa possono aspettarsi? Quanto è grave il pericolo? Lei ha già delineato alcuni problemi, ma ci può precisare il pericolo che ci troviamo di fronte?

Igor Strelkov: Non voglio spaventare nessuno, ma credo che senza un aiuto vero dalla Russia, se la Russia non ci fornisce un aiuto militare diretto, la Giunta fuori controllo impiegherà sicuramente l'intero arsenale di forze e mezzi a sua disposizione, soprattutto perché le decisioni non sono prese  da loro, ma principalmente da oltre oceano. Ed è da oltre oceano che hanno deciso di distruggere il  Donbass fino in fondo. O costringeranno la Russia ad una guerra globale qui, sul territorio dell'Ucraina, o si prenderanno tutto ciò che vogliono senza guerra. Ed è per questo che continueranno ad avanzare, a bombardare, a distruggere.

E lo ripeto ancora: ogni uomo deve fare una scelta da solo. Se è un uomo, deve essere disposto a difendere la sua Patria. Beh, certo, non tutti sono in grado di farlo, dipende dalla volontà e dalle caratteristiche morali. Lontano da tutti. Parlando francamente, tuttavia, il numero di volontari scelti nel corso di tre mesi da parte della popolazione multimilionaria del Donbass, la terra dei minatori, dove le persone sono abituate a lavori pesanti e pericolosi, è stato troppo piccolo. Vorrei solo osservare che molti avrebbero probabilmente aderito alla Milizia se ci fossero state garanzie finanziarie per le loro famiglie.

Giornalista: Sì,  è vero.

Igor Strelkov: D'ora in poi ci saranno queste garanzie finanziarie. A partire da questo mese, prevediamo di pagare i membri della Milizia somme abbastanza significative per gli standard locali. In particolare, 5-8000 grivna. Inizieremo a fare questi pagamenti nel mese di luglio. Quindi, può essere che questo aiuterà gli indecisi per trovare finalmente la forza di unirsi a noi. In altre parole, stiamo costruendo un esercito a contratto.

I negoziati con l'Ossezia del Sud

Giornalista: D'accordo, capito. Sono in corso trattative ... beh, lei ha parlato di Russia ... ma cosa ci dice dell'Ossezia del Sud, che ha riconosciuto la nostra indipendenza?

Igor Strelkov: In questo caso non sono pronto a rispondere a questa domanda.



La situazione a Snezhnoye e a Saur-Mogila

Giornalista: Ok, bene. Può commentare la situazione militare nella città di Snezhnoye e a Saur-Mogila? Come resistono i nostri miliziani?

Igor Strelkov: Resistono bene. Un distaccamento è di stanza lì. Vorrei ricordare per prima cosa che il battaglione Vostok è di stanza lì, guidato da un comandante sufficientemente competente. Ha organizzato con attenzione i suoi combattenti, consentendo loro di continuare a mantenere questa posizione chiave con perdite minime.
Credo che continueremo a tenere Snezhnoye e le aree nelle vicinanze. Sono stati inviati lì rinforzi consistenti. Non permetteremo al nemico di sfondare in direzione del fiume Don, tagliando il corridoio che ora ci si collega alla regione di Lugansk.


Coordinamento con Lugansk

Giornalista: Ok, quindi abbiamo un coordinamento con Lugansk in questo momento?

Igor Strelkov: Non c'è nulla di cui vantarsi in questo momento. Il nostro coordinamento è debole, ma sta progressivamente migliorando.

 

Comando Unificato e Reclutamento delle Forze Armate

Giornalista: Vorrei aggiungere che dal mio punto di vista e da quello dei telespettatori vi è la necessità di un centro di coordinamento unificato o dell'ufficio di un comandante dell'esercito dove i volontari possano rivolgersi per iscriversi al Milizia e da lì essere diretti ai vari battaglioni a seconda della loro preferenza. E' solo che abbiamo numeri di telefono diversi che forniamo durante le trasmissioni. Sarebbe utile se ci fosse un ufficio di coordinamento unificato.

Igor Strelkov: Questo, purtroppo, è la legge della psicologia umana; la storia ha dimostrato che è vero in molte occasioni. Il processo di trasformazione di unità partigiane in un esercito regolare o anche solo in formazioni armate regolari è molto difficile. E' molto complicato; ci vuole molto tempo. Le idee si scontrano e le ambizioni della gente sono d'intralcio. Ci sono molti fattori oggettivi e soggettivi coinvolti. Purtroppo, non esiste la bacchetta magica per unire tutti insieme rapidamente. Tuttavia, questo compito è per noi una priorità, perché, naturalmente, l'esistenza di diversi gruppi con comando separato è inammissibile. E 'inaccettabile, sia dal punto di vista della gestione di operazioni militari che da quello di mantenere ordine nella retroguardia dell'esercito.
Oggi abbiamo finalmente convocato una riunione congiunta a cui hanno preso parte i comandanti delle unità della Milizia e quelli che sono venuti da altre regioni, come il battaglione Vostok ed il   Battaglione Oplot. Abbiamo raggiunto un importante accordo per quanto riguarda la delimitazione delle nostre competenze, per quanto riguarda la creazione di uffici di comandanti regionali e l'ufficio congiunto della città comandante e per quanto riguarda l'introduzione della legge marziale nelle zone vicine alle posizioni del nemico. Al momento non prevediamo di istituire  la legge marziale o un coprifuoco in tutta la città. Aspetteremo fino a quando il nemico non attaccherà; abbiamo deciso di non complicare la vita dei nostri cittadini prima del tempo.

I negoziati con la Federazione Russa

Giornalista: Il nostro governo, Pushilin, Borodai, se ho capito bene, sono adesso a Mosca. Andrei Purgin è qui. Sono in atto negoziati con Mosca?

Igor Strelkov: Non posso commentare perché al momento sono coinvolto in questioni puramente militari.

Giornalista: Ok, va bene. Grazie. Chiederemo ora a Katya Mikhailova di invitare i rappresentanti della Repubblica che abbiano le competenze necessarie per rispondere a queste domande.

 

Incidenti con i Miliziani a Donetsk

Igor Strelkov: vorrei aggiungere una cosa, poche parole. Purtroppo, e non voglio nasconderlo, l'arrivo a Donetsk di un numero consistente di miliziani, molti dei quali è rimasto nelle trincee per settimane, ha portato a diversi incidenti. Fortunatamente, nessuno si è fatto male.
Chiedo per cortesia ai residenti di Donetsk di essere comprensivi con le persone appena arrivate che hanno patito grave stress e pericoli mortali per settimane e mesi.
Ad esempio, il battaglione Semyonovka ha avuto 20 uomini uccisi o feriti in un giorno. Erano principalmente feriti, ovviamente. La milizia è stata sottoposta a massicci bombardamenti con armi chimiche, cariche incendiarie, munizioni a grappolo, nonché tiri di artiglieria di calibro pesante.

Non tutti i combattenti hanno dimostrato di essere pronti ad arrivare in una città assolutamente pacifica, dopo le fatiche delle trincee e l'esperienza a Slavyansk e Kramatorsk, distrutte e bombardate in continuazione.
Non tutti hanno reagito adeguatamente a questo brusco cambiamento di condizioni. E ci sono stati casi in cui i combattenti hanno avuto comportamenti scorretti verso i residenti della città. O qualcuno può aver immaginato che tutto è ora loro consentito, dal momento che sono eroi. Beh, è  vero; sono eroi che tengono le loro posizioni anche sotto un bombardamento.
Alcuni si sono sentiti oltraggiati. Ma ripeto che non ci sono state vittime e nessuno ha subito gravi danni da queste azioni. Ancora una volta mi scuso per questi incidenti e desidero rassicurarvi che il comando della Milizia tratta questioni come queste molto duramente. Incidenti come questi dimostrano  mancanza di disciplina.
Inoltre, l'alcol è proibito nella Milizia. Questo regola c'era già a Slavyansk, e continueremo ad applicarla anche qui. Combatteremo ogni indisciplina nel modo più duro possibile.
Devo aggiungere inoltre che, in tempo di guerra, puniremo più severamente le infrazioni di natura criminale. Solo infrazioni gravi, naturalmente. Tutto il resto non rientra nelle nostre responsabilità.
Le persone che commettono atti criminali gravi nelle nostre retrovie operative saranno sottoposte ai tribunali militari da campo. Inoltre, se ho capito bene, ci sono molte persone instabili qui che cercano di approfittare della crisi temporanea. L'esercito, naturalmente, prenderà tutte le misure necessarie per mantenere l'ordine. Non piacerà a qualcuno, ma non c'è altro modo.

Giornalista: Penso che abbiamo chiarito le questioni chiave. Non vogliamo trattenere Igor Ivanovich più a lungo. Ha un sacco di lavoro da fare. Grazie mille.

 

https://www.youtube.com/watch?v=a0kqTrTjc1c
https://www.youtube.com/watch?v=zU30wrLrX-Y
https://www.youtube.com/watch?v=BfmjjR1Y04A

 

Canale Primo Repubblicano (DPR, Repubblica Popolare Donetsk)

 

Da vineyardsaker

 

Traduzione di Giorgio F. per CIVG.IT