Presentata a Bergamo in prima nazionale la mostra di opere pittoriche e poetiche di Tony Guerrero

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Tony Guerrero : Animo Evaso -  Immagini e Poesie dal Carcere 

 

Una collaborazione tra l’Associazione Culturale Arthaus, il Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia ( CIVG ) e l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia –Cuba,  ha permesso la realizzazione e la presentazione, in prima Nazionale, della mostra delle ultime opere pittoriche ed alcune significative poesie di Tony Guerrero.  L’obiettivo dell’iniziativa non è stato solamente quello di portare a conoscenza questa vergognosa e tragica vicenda, ma anche quello di intraprendere un percorso più intimo e profondo dell’animo: dall’ “ hueco “  alle sofferenze, dalle torture psicologiche alla solitudine, armi utilizzate per piegare l’ integrità fisica e mentale di Tony e degli altri suoi quattro fratelli. Da questo percorso emerge dunque l’immagine e la figura dell’Eroe. Uomo che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, e lo fa in maniera assolutamente consapevole, cosciente del pericolo e del proprio sacrificio, ma che decide di sacrificarsi per proteggere il bene altrui.

Ma questo Eroe, così come i suoi fratelli, va liberato immediatamente, e questa iniziativa in qualche modo ha provato a farlo !

E’ lo stesso Tony che ce lo dice : “ Devi fare qualcosa per portare fuori, qualcosa da qua dentro, anziché continuare a realizzare opere per portare qua dentro, qualcosa che è li fuori  “, così insisteva il mio fratello di lotta e d’arte Arturo, fotografo e critico di arte plastica, dopo aver visto e analizzato gran parte dei miei lavori. Ho passato diverse settimane a riflettere, interiorizzare e approfondire quelle sue parole, sino a che un bel giorno, iniziarono a formarsi nella mia mente immagini che iniziai a trasformarle in bozzetti, poi passati su carta per acquarelli che poco a poco presero colore. Tutte queste immagini avevano qualcosa in comune: erano il ricordo del crudele e ingiusto trattamento che subimmo il primo giorno di detenzione, erano istanti della nostra sopravvivenza durante 17 mesi, isolati nelle celle di prigionia chiamate “ hueco “ ( buco ), del Centro Federale di Detenzione di Miami. “

Antonella Massa, artista e Pittrice, Presidente di Arthaus ci accompagna nell’evasione dell’animo di Tony : “ …succede che la prigionia, l’isolamento forzato, l’allontanamento dai propri  familiari e dalla propria identità personale e sociale facciano aprire mondi in cui riversare il proprio “essere” perché è di “esistenza” che  parliamo, l’esistere-resistere  nonostante la cortina di silenzio che avvolge il prigioniero politico. È così che si è aperto il mondo poetico e pittorico di Antonio (Toni) Guerrero, prigioniero insieme ai suoi compagni Gerardo Hernandez, Ramòn Labañino, Fernando Gonzales, Renè Gonzales.

Scrivere e dipingere ovvero cercare strade  attraverso la poesia e l’immagine, quindi attraverso l’anima.

Solcare i silenzi, le chiusure, le libertà negate per arrivare a relazionarsi  sempre più profondamente con il  proprio essere. Cercare nella parola ritmata, nel verso che si fa sintesi, quella ritualità antica che trascende dalla parola stessa per arrivare a stati superiori , stati creativi essenziali e puri. Poesia deriva dal greco poiein  ovvero fare, comporre, creare, inventare dal nulla e ancor prima dal sanscrito Pu ovvero generare. È una forza creatrice, generatrice che nasce dal nulla e mette insieme altre forze (com-porre). Nulla di più vero se si pensa alla prigionia, all’isolamento forzato dove tutto ti è precluso: la libertà di muoverti, di parlare, di leggere, di avere contatti, di usare degli oggetti, di mangiare quello che desideri, di dire quello che senti….un nulla esistenziale da cui trarre qualcosa di nuovo, di straordinario, di rigenerante: lo scrivere versi, trovati nel silenzio, nel buio, nella disperazione, nella lotta…comporre, mettere insieme degli stati emozionali, confrontarli e relazionarli facendo nascere qualcosa di nuovo, un linguaggio forte, universale ,ma non per la “poetica” in esso contenuta quindi la forma, ma per i contenuti, ovvero l’essenza.

Due arti, due strade che diventano un insieme espressivo di stati d’animo nel contesto di Toni Guerrero, che, grazie allo strumento creativo, trascende dallo stato di reclusione per “evadere” al centro di una dimensione pura, libera da confini e sbarre, in cui il pensiero si fa forma senza controlli e senza condizionamento se non quello del desiderio di ritrovare lo stato di libertà.

Dipingere. relazionare un’immagine, una composizione attraverso il colore, la forma, lo spazio o la concettualità. Esprimerne il contenuto, l’emotività, ottenute attraverso una ricerca profonda, viscerale, intima e unica. Perché trasporre il colore e il segno dal silenzio interiore alla tela bianca è un viaggio che attraversa mondi reali ed onirici, fisici e metafisici e soprattutto è un viaggio di ridimensionamento animico che permette di condividere perfino la più infinitesimale particella dell’universo anche se lontana, anche se inspiegabile, anche se opposta.

Alcune opere di Guerrero ci riportano  ad una visione naturalistica sicuramente riconducibile  al desiderio di ritrovare quella natura fluida e spontanea che segna la vita libera nella sua terra di Cuba.  Gli uccelli, le varietà di pappagalli, le farfalle, i fiori…. così diffusi e cosi rappresentativi di quella nazione così profondamente amata e rispettata tanto da esserne stati privati ingiustamente per un senso di estrema difesa della libertà stessa. Gli uccelli, simboli naturali del “volo” ovvero del  distacco dai limiti, dell’assenza di peso e del potere della leggerezza. Tutto ciò che la prigionia nega e sopprime. I colori sgargianti e vibranti del piumaggio che portano il pensiero in stati vitali, accesi, dinamici…tutto ciò che la prigionia ancora sopprime…gli echi dei suoni, dei versi tipici, del rumore del mare, del vento tra gli alberi, le donne, spesso compagne silenziose e pazienti, le visioni perdute nell’orizzonte, simbolo dell’oltre ambito,….

In altre opere invece lo sguardo di Tony si sofferma più acuto e introspettivo sulla condizione umana quotidiana all’interno della sua cella. I dadi che segnano sì, il passatempo di giorni che si susseguono uguali, ma anche la strategia delle azioni in una condizione spaziotemporale limbica… gli elementi della  chiusura ovvero la porta di ferro, la serratura, le sbarre, la cella rovesciata..le ombre sui muri …quel guardare e guardarsi nel “dentro” e infine la camicia abbandonata al chiodo a significare la riconquista della libertà.

 

 

Succede che l'ingiustizia prosegue.
Succede che le manette sono molto strette.
Succede che sono io quello che lo dice.
Succede che vorrei che mi credeste.
Succede che volo senza timori.

Succede che scuoto le mie vene.

Succede che due soli si incrociano.
Succede che le pietre si fanno scure.
Succede che questo odore non è di campagna.
Succede che il mio tempo ha un padrone.
Succede che le pareti si uniscono.
Succede che un fratello sorride.
Succede che mi nasce in petto
la serenità, e succede.

Tutto questo ci riconduce dunque all’essere o meglio all’ esistere-resistere, condizione propria di un prigioniero politico arrestato ingiustamente. Esistere - Resistere per sé ovviamente, ma anche per tutti gli altri , familiari, amici stretti e amici acquisiti anche da lontano che hanno creduto e continuano a credere nella sua lotta.”

 

Questo l’animo evaso di Tony, e questa è la nostra solidarietà : prendere qualcosa da là dentro e portarla fuori, farla viaggiare, farla conoscere.

 

Contestualmente, Andrea Galileo e Flavio Rossi del Centro Iniziative per la Verità e la Giustizia     ( CIVG ) , dopo la proiezione del cortometraggio inserito nel libro “ 5 Eroi dalla Verità alla Libertà “, di cui ne sono gli autori , hanno contestualizzato la vicenda storica ponendo l’accento su alcuni aspetti rilevanti.

E’ bene  ricordare che fu Fidel Castro ad inviare , grazie alla collaborazione offerta da Gabriel Garcia Marquez, una missiva al presidente nordamericano Clinton, chiedendo, nel marco della cooperazione internazionale contro il terrorismo, un impegno più deciso, coerente ed effettivo delle forze di intelligence Usa, al fine di porre la parola fine alla massiccia ondata di atti di terrorismo che Cuba continuava a subire.

 

Azioni terroristiche di guerra vera e propria che hanno causato, per dimensionare correttamente il fenomeno, ben 3500 vittime e più di 2200 mutilati. Tanto per fare un raffronto, l’atto di Guerra internazionalmente  più noto, l’invasione di Playa Giron, causò poco meno di 200 vittime cubane. Il terrore 3300 in più…

Chiaro che a fronte al perdurare di questa situazione, il governo di Cuba non aveva nessun’ altra scelta, che inviare 5 giovani agenti, disarmati, al fine di penetrare l’interno di queste cellule paramilitari di Miami e fornire indicazioni per bloccare futuri  attentati che potevano mietere ulteriori vittime innocenti.

Un’azione quindi di prevenzione e difesa.

Ed in effetti nell’estate del 1998 i vertici del FBI incontrarono a l’Habana i rappresentanti governativi cubani, i quali fornirono un’infinità di prove, registrazioni audio-video e 20.000 pagine di documenti che dimostravano chi, come e da dove partivano i sanguinari atti paramilitari contro l’Isola. Ma dopo pochi mesi, nel settembre dello stesso anno, gli stessi agenti del FBI, anziché arrestare e fermare i terroristi, rinchiudono i 5 cubani…!!!

Il resto è cosa tristemente nota.

Da qui risulta assai semplice capire come il caso sia assolutamente politico e che i 5 Eroi, non possano essere definite spie, ma semplicemente agenti di intelligence.

Non è una questione semantica, ma è una differenza sostanziale.

La spia, viene definita tale, poichè impossessandosi di informazioni o materiale secretato di uno Stato straniero, attua al fine di recare danni militari, economici o politici attentando alla sicurezza nazionale. Cosa ben diversa per i 5 Eroi, che, stando anche agli atti giudiziari,  non si impossessarono di nessun segreto statunitense e non avevano nessuno degli obiettivi sopradescritti, se non quello di bloccare per tempo le azioni terroristiche dei gruppi paramilitari, non certo facente parti dell’esercito USA, ma che dagli USA però partivano…

A questo punto è assolutamente impossibile accettare, e rimanere indifferenti, nel constatare il palese  contrasto tra la politica adottata dal governo degli Stati Uniti nei confronti dei  cinque eroici antiterroristi cubani, e quella intrapresa nei confronti delle azioni compiute per decenni da due dei più sanguinari terroristi dell’America Latina :  Orlando Bosch e Luis Posada Carriles.                       

Autori di innumerevoli crimini , protagonisti attivi delle peggiori atrocità commesse contro il popolo cubano e altri popoli latinoamericani, entrambi frequentarono regolarmente gli ambienti dell’intelligence degli Stati Uniti , che li accolsero li protessero, e  continuano a farlo , nonostante siano dichiaratamente reo confessi . Orlando Bosch, il dottor morte, si attribuì la paternità di molte azioni terroristiche, tra le quali l’attentato che fece esplodere il volo 455 della cubana de aviacion , che nel 1976 causò la morte di tutti i 73 passeggeri. Ufficialmente perdonato dal Presidente Bush nel 1990, nel 2011 alla sua morte ( per cause naturali ) fu addirittura insignito della laura ad Honoris Causa  dall’Università di Miami…!!

Luis Posada Carriles invece, attore di primo piano in numerose azioni sanguinarie e attivo partecipante del Plan Condor, reo confesso dell’attentato all’Hotel Copacabana, dove perse la vita il nostro connazionale Fabio di Celmo, continua tranquillamente a passeggiare serenamente per le strade di Miami..

Pene esemplari per un paese ancora sottosviluppato del Terzo Mondo, ma che ha potuto , grazie alla sua Rivoluzione , garantire condizioni di salute pubblica e di istruzione superiori alla gran maggioranza  dei paesi sviluppati, agevolando l’accesso alla cultura, all’arte e allo sport  per tutti. E tutto ciò è stato possibile perché nella Cuba socialista non esiste la commercializzazione della salute, dell’educazione, della cultura, o di qualsiasi bene o servizio che possa permettere un’esistenza dignitosa.

Questi enormi problemi sono presenti in quasi tutti i paesi dell’ America latina, ma non esistono a Cuba. A Cuba non esistono senzatetto, cosa che invece non si può dire per gli “homless” statunitensi, piega devastante che affligge quel popolo. Per questa ragione l’Isola di Martì e di Fidel, costituisce un pessimo esempio, che l’Impero pretende sradicare a qualsiasi prezzo, violando norme morali, religiose o di qualsiasi altro tipo.

Tornando al concetto di solidarietà, l’auspicio che iniziative come questa, così come altre, possano trovare ampia risonanza, è di assoluta importanza al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica.

Lo stesso Renè, di ritorno al suolo Patrio, dopo aver scontato la sua pena di 15 lunghissimi anni,  ci indica la via  maestra  :  

“ Per noi è chiaro che non ci sono  considerazioni di carattere legale che possano indurre il governo degli Stati Uniti al ravvedersi e porre rimedio a questa grande ingiustizia, questo è un caso politico, le leggi sono state strumentalizzate al fine di mettere in atto una vendetta, per vendicarsi di Cuba, per vendicarsi del nostro popolo incarnato nei Cinque , e non sarà la legge che potrà risolvere questo caso, dev’essere la pressione internazionale esercitata contro il governo degli Stati Uniti : è necessario fare in modo che diventi per loro insostenibile il perpetrare con questa ingiustizia, è necessario che ogni giorno sentano il peso di ciò che stanno facendo, è necessario fargli capire che il concetto che sempre utilizzano, quello del costo-beneficio li porti alla conclusione che sia conveniente risolvere questo caso ”.

E su questa direttrice che anche il CIVG, così come altre organizzazioni solidali alla Causa, si dirige, prefiggendosi secondo quanto esprime Flavio Rossi “ . ..affinchè non sia autoreferente, avvilito dall’autocompiacimento, questo impegno di informazione e denuncia lo saldiamo ad una solidarietà concreta, il fine ultimo infatti, è avvicinare e unire sul piano umano, un percorso vitale per un reale percorso di emancipazione individuale e collettiva.

Il caso affrontato è senza dubbio di rilevanza internazionale; i Cinque Eroi Cubani sono un esempio di ingiustizia intollerabile per chiunque abbia un’etica.

Cinque agenti antiterroristi che hanno sacrificato la loro libertà per salvare cittadini cubani e stranieri dal terrorismo sono stati brutalizzati, condannati e continuano ad essere perseguitati implacabilmente da 16 anni !, come pericolose spie, proprio da coloro che dicono di battersi in tutto il mondo, e con quali sanguinarie e atroci conseguenze, contro il terrorismo, gli stessi che sordi ad ogni appello, arroganti ed estranei alla dignità, si autoproclamano guida del mondo libero e democratico.

Per i profondi rimandi sul piano morale, perché esemplare circa le contraddizioni dell’epoca in cui viviamo e per l’esempio di coraggio e cosciente sacrificio che trasforma quei Cinque Uomini in monumenti di umanità, questo grave caso obbliga a contribuire alla campagna che da tutto il mondo anima chi non è ancora omologato al dominio del più forte sul più debole “.

 

Analogamente, l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba, che ha finanziato l’Evento, per voce del suo Presidente Sergio Marinoni e del Segretario del Circolo di Bergamo Sergio Nessi, ha evidenziato lo storico legame che lega l’organizzazione all’Isola, alle sue Istituzioni ed alla sua Revolucion.

 

Entrando nel merito, molte sono le iniziative intraprese durante questi lunghi 16 anni, a sostegno della Causa per la liberazione dei Cinque, ed altrettante, come la presente, saranno intraprese.

Di assoluto rilievo è il diretto coinvolgimento faticosamente cercato e raggiunto con parte delle istituzioni italiane di cui il comunicato stampa del 15 Marzo recita :

“ Continua in Italia l’intensa Campagna Internazionale per I Cinque promossa dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba con la preziosa collaborazione della Senatrice Daniela Valentini, promotrice Intergruppo parlamentare a favore dei Cinque, e della GREGOR Srl.

Negli ultimi mesi l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ha intensificato ulteriormente le sue attività per far conoscere il Caso dei Cinque e per chiedere la loro immediata liberazione.

Nell’ambito politico, grazie all’impegno della Senatrice Daniela Valentini, del Partito Democratico, è salito a 28, tra Senatori e Deputati, il numero dei componenti dell’Intergruppo parlamentare a favore della Causa dei Cinque, da lei promosso e fortemente sostenuto.

Inoltre, grazie alla collaborazione della GREGOR Srl, azienda che ha messo a disposizione i suoi spazi pubblicitari, nella città di Roma sono stati esposti 50 pannelli della dimensione di 4 x 3 metri e 2 pannelli da 21 x 3 metri con l’immagine dei Cinque e la richiesta della loro liberazione”.

A ciò si aggiunge il grande sforzo intrapreso per la realizzazione del DVD, proiettato durante la mostra, che vede la partecipazione di più di 50 importanti personalità di tutto il mondo, che hanno prestato il proprio contributo e sostegno alla Causa per la Liberazione dei 5 Eroi ( www.vitadura.it ).

 

Questo è un momento cruciale per reclamare la liberazione dei 5 ( che nel frattempo sono rimasti 3, in quanto Renè e Fernando hanno scontato la pena ) poiché il Presidente Obama, premio Nobel per la Pace....!!, non avendo più la possibilità di essere rieletto per un terzo mandato, avrebbe, se solo lo volesse, la possibilità, senza particolari “rischi” politici,  di intercedere liberandoli, e porre finalmente la parola fine a questa orrenda vicenda e atroce ingiustizia.

 

Da ogni angolo del mondo si alza all’unisono un grido di speranza che reclama giustizia !!!

 

Continuiamo a sostenerlo.

 

Mr. Obama, give me five !

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 



 

Conclusioni preliminari della Commissione Internazionale di Investigazione sul Caso dei Cinque

 17 Mar 2014

È conveniente che siano esposte alla conoscenza pubblica le considerazioni preliminari di questa udienza, un’udienza che potrebbe contribuire al compimento dei diritti umani, in generale, ed ai diritti di un giudizio giusto, in questione, di Cinque esseri umani cubani. Tutte queste persone sono cittadini cubani: il Sig. Gerardo Hernandez Nordelo, il Sig. Ramon Labañino Salazar, il Sig. Antonio Guerrero Rodriguez, il Sig. Fernando Gonzalez Llort, ed il Sig. Renè Gonzalez; tutti condannati negli Stati Uniti d’America nel 2001 per certi delitti relazionati con la sicurezza dello Stato. Il Sig. Hernandez è stato condannato inoltre di cospirazione per commettere assassinio.  

Patrociniamo fervidamente che il corso di azione suggerito da noi qui sotto, sia adottato in concordanza con le ragioni sviluppate di seguito, ragioni che saranno spiegate in dettaglio nella relazione che dovrà derivare:

1. esistono preoccupazioni serie sul fatto che qualcuna di queste persone non abbia goduto del beneficio pieno del diritto umano fondamentale ad un giudizio giusto e rapido presso un tribunale o Corte indipendente ed imparziale, diritto riconosciuto universalmente nella Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici, che è stata ratificata dagli Stati Uniti d’America.

Queste preoccupazioni materiali emergono alla luce di fatti come quelli citati in seguito:

a. tutti i Cinque cittadini cubani sono stati reclusi in confino solitario per circa diciassette mesi prima che cominciasse il giudizio;

b. nessuno di loro ha avuto l’accesso sufficiente ai documenti relazionati col giudizio ed inoltre necessari per la preparazione adeguata della difesa;

c. le possibilità di consultare i loro rappresentanti legali sono stati di carattere insufficiente, in tutte le circostanze che considera il caso;

d. il giudizio si è portato a termine in un luogo come Miami, in Florida, dove, secondo tre rispettati giudici dell’Undicesimo Circuito della Corte di Appello degli Stati Uniti, non poteva garantirsi un giudizio giusto;

e. sono state fatte denunce gravi sul fatto che il Governo degli Stati Uniti ha pagato i mezzi di comunicazione per garantire una pubblicità dannosa contro queste persone, tanto prima come durante il giudizio;

f. questi Cinque esseri umani hanno avuto la certezza del loro destino appena otto anni dopo che il giudizio si era concluso nella Corte del Distretto.

2. d’accordo con tutte le opinioni, nessuna di queste persone ha commesso o preteso commettere un atto di violenza.

3. nessun comportamento di chiunque di queste persone è stato diretto contro gli Stati Uniti d’America o contro il loro governo. I Cinque Cubani hanno raccolto informazioni destinate a prevenire la violenza ispirata in forma privata ed altre azioni anti-cubane progettate in territorio statunitense.

4. la percezione dei Cinque Cubani, in realtà, la loro ferma convinzione era che il Governo degli Stati Uniti non stava facendo quanto serve per fermare azioni violente anti-cubane da territorio statunitense.

5. non c’è dubbio che centinaia di compatrioti che erano cittadini comuni in Cuba sono morti sotto circostanze inaccettabili ed orrende, come risultato delle azioni dei cubani che si oppongono al governo di Castro a Cuba da territorio statunitense. La sofferenza delle famiglie dei morti è stata incommensurabile.

6. due dei membri di questo gruppo di persone hanno compiuto già le loro condanne complete, e non può esserci pregiudizio nel concedere loro, adesso, l’indulto.

7. in ogni caso le altre tre persone hanno compiuto già periodi di incarceramento di una grandezza smisurata, in concordanza con tutte le circostanze rilevanti che si riassumono in questa dichiarazione.

8. le famiglie di queste persone hanno sperimentato enormi sofferenze e penurie a conseguenza dell’incarceramento dei loro cari, e si può dire senza paura di contraddirci che è già sufficiente.

9. nessuna di queste persone ha agito indotta da malizia o da qualche tipo di volontà malvagia contro gli Stati Uniti, il loro governo, popolo, o politiche: ognuno di loro stava portando a termine le istruzioni del suo governo.

10. è assolutamente impossibile giustificare, da qualunque punto di vista, le aggressioni private anti-cubane progettate da territorio statunitense.

11. si sollecita la normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti, che è un obiettivo lodevole e fattibile, di interesse tanto degli Stati Uniti d’America come della Repubblica di Cuba, e che la generosa concessione di indulti per il Presidente degli Stati Uniti alle persone che sono state descritte come i Cinque Cubani contribuirà enormemente al risultato di questo obiettivo di vitale importanza.

12. informiamo inoltre il Presidente degli Stati Uniti, rispettosamente, dell’opinione ragionevole che prevale, che è importante segnalare che il risultato dell’equità e della giustizia non è dominio esclusivo del potere giudiziale indipendente di qualunque paese, ma, in ultima istanza, è una responsabilità politica importante che deve essere assunta quando arriva il momento.

13. si suggerisce, col maggiore rispetto, che la concessione di questi indulti avrà un impatto significativo nella giustizia e nella pace mondiale.

In sintesi, la concessione di indulti presidenziali incondizionati ai membri del gruppo dei Cinque Cubani ha il potenziale reale di ottenere una giustizia effettiva per i Cinque esseri umani che sono stati il punto chiave di preoccupazione di questa investigazione, dimostrando così oggi l’adesione del Presidente degli Stati Uniti d’America e del suo Governo a norme universalmente accettate di morale, di equità e di giustizia, fatto che contribuirà sostanzialmente alla normalizzazione delle relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba, rappresentando un passo significativo verso la giustizia e la pace mondiale.

Avendo ascoltato evidenze convincenti durante lo spazio di due giorni, vorremmo sollecitare al Presidente degli Stati Uniti d’America, presidente Barack Obama, di perdonare pienamente tutte queste Cinque persone, ed a liberare immediatamente e senza condizioni le tre persone che continuano languendo in carceri negli Stati Uniti.

Firmato da

Commissario Zakeria Mohammed Yacoob, Sudafrica,  ex giudice della Corte Costituzionale del Sudafrica

Commissario Philippe Texier, Francia, ex giudice della Corte Francese di Cassazione
Commissario Yogesh Kumar Sabharwal,  India, ex titolare di Giustizia dell’India

 

traduzione di Ida Garberi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2014/03/17/conclusioni-preliminari-della-commissione-internazionale-di-investigazione-sul-caso-dei-cinque/

 


 

 

Renè Gonzalez denuncia il terrorismo degli USA contro Cuba

7 Mar 2014

 

Il lottatore cubano Renè Gonzalez ha oggi denunciato i gruppi che perpetrano atti terroristici contro Cuba dagli Stati Uniti ed ha fatto un appello per rinforzare la richiesta per la liberazione dei suoi compagni incarcerati in quel paese.

Gonzalez ha testimoniato via Skype presso una commissione internazionale riunita a Londra per investigare il caso dei Cinque cubani arrestati dalle autorità statunitensi nel 1998 per affrontare gli attacchi di organizzazioni controrivoluzionarie della Florida.

Renè è uscito dal carcere due anni fa dopo compiere la totalità della condanna ed è ritornato a Cuba nel 2013. Un altro dei suoi compagni, Fernando Gonzalez ha anche esaurito la sua pena di più di 15 anni ed una settimana fa è ritornato al suo paese natale. Ma ancora rimangono in prigione Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero e Ramon Labañino.

Nella sua esposizione, Gonzalez ha dettagliato con nomi e dati precisi i gruppi ed individui dedicati a pianificare ed eseguire atti terroristici contro Cuba dal territorio degli Stati Uniti. Tra loro ha menzionato la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, Hermanos al Rescate ed il Movimento Democrazia, oltre ai famosi terroristi Luis Posada Carriles, Orlando Bosch, Josè Basulto ed altri.

Rispondendo alle domande dei delegati ha spiegato le violazioni del diritto al dovuto processo e degli stessi detenuti dal momento della loro carcerazione. In questo senso, ha ricordato l’illegale classificazione di tutti i documenti relazionati con la causa e le condizioni di confino dei carcerati, aspetti denunciati da un organo delle Nazioni Unite ed Amnesty International.

Abbiamo potuto controllare solo un 15% di tutta l’evidenza, ha sottolineato, ricordando le misure di sicurezza esagerate che limitavano il tempo e le possibilità di analisi. Ugualmente, ha ricordato che i Cinque non sono andati negli Stati Uniti a fare male a nessuno, bensì per prevenire atti terroristici contro la vita umana e beni materiali in Cuba. In tutta l’evidenza del caso non c’è una sola parola di odio verso gli Stati Uniti né idea di fare danno. “I gruppi che vigilavamo avevano commesso attentati contro abitanti di Cuba e questo è immorale”, ha enfatizzato.

Ha anche affermato che per le autorità nordamericane era più importante proteggere i terroristi.

Dal primo giorno abbiamo ricordato che la nostra missione reale era la protezione della popolazione cubana, ha insistito.

I tre delegati, Yogesh Sabharwal (India), Phillipe Texcier (Francia) e Zac Jaccob (Sudafrica), si sono dispiaciuti dell’assenza fisica di Gonzalez nell’udienza di oggi, dovuta al rifiuto del governo del Regno Unito a concedergli un visto per venire a Londra.

Lei è un uomo di coraggio e di grandi principi e morale, ha detto il giudice Jaccob, ex integrante della Corte Costituzionale del Sudafrica, mettendo fine alla sessione, applaudita dalle più di 300 persone presenti nella Scuola degli Avvocati di Londra.

 

traduzione di Ida Garberi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2014/03/07/rene-gonzalez-denuncia-il-terrorismo-degli-usa-contro-cuba/


 

Parlamentari del Regno Unito appoggiano i Cinque cubani

6 Mar 2014

 

Parlamentari di diversi partiti politici del Regno Unito hanno reclamato oggi la liberazione dei Cinque cubani, che sono prigionieri politici negli Stati Uniti e vogliono impulsare delle azioni internazionali più energiche con questo obiettivo.

La denuncia è stata esposta a Londra dalla baronessa Angela Smith, presidentessa dell’All Party Group (gruppi di legislatori di diversi partiti su temi specifici), dedicato al caso di Gerardo Hernandez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero, Renè Gonzalez e Fernando Gonzalez.

Questi uomini, sono stati arrestati nel 1998 negli Stati Uniti quando tentavano di evitare i piani di organizzazioni terroriste della Florida contro Cuba. Renè e Fernando sono già usciti dal carcere dopo avere compiuto integralmente le lunghe pene imposte.

Smith, del Partito Laburista, ha diretto questo giovedì una riunione del gruppo con personalità di distinti paesi che assisteranno da domani a Londra nei lavori di una commissione internazionale di investigazione sul caso dei Cinque cubani.

Per gli anfitrioni hanno anche partecipato la baronessa Gloria Hopper (conservatrice) e deputati della Scozia ed Irlanda del Nord, insieme ad altri parlamentari della Germania e del Belgio.

Nell’incontro, celebrato nella sede della Camera dei Comuni, c’erano inoltre il vicepresidente del Parlamento Europeo, Miguel Angel Martinez, e l’ex procuratore generale degli Stati Uniti, Ramsey Clark.

Per la parte cubana sono presenti Ricardo Alarcon, ex presidente dell’Assemblea Nazionale, Kenya Serrano, deputata e presidentessa dell’Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli (ICAP), e familiari dei Cinque e vittime di azioni terroriste contro l’isola caraibica.

La baronessa Smith ha informato che nella giornata di oggi si è presentato un appello presso la giustizia locale contro la decisione del governo britannico di non concedere il visto a Renè Gonzalez affinché assista ai lavori della commissione internazionale a Londra.

Mentre, Alarcon ha sostenuto che la soluzione del caso dei tre cubani che continuano in prigione bisogna cercarla ora fuori dalle corti ed ha ricordato che Renè e Fernando sono usciti dal carcere solo dopo avere esaurito la totalità delle pene.

Ha continuato dicendo che Guerrero la compierà nel 2017 e Labañino nel 2024 e che a questo passo Gerardo Hernandez morirà in prigione per essere stato condannato a due ergastoli e 15 anni.

Intervenendo nella riunione, l’ex procuratore generale statunitense ha puntualizzato che i Cinque stavano negli Stati Uniti per prevenire la violenza dei gruppi controrivoluzionari della Florida e le sue azioni contro la dignità e la vita dei cubani. Da parte sua, la presidentessa dell’ICAP ha ringraziato per il lavoro dei parlamentari del Regno Unito per la causa dei Cinque cubani ed ha chiesto ai legislatori del gruppo parlamentare britannico che portino a Washington le conclusioni che adotti la commissione internazionale investigatrice.

 

traduzione di Ida Garberi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2014/03/06/parlamentari-del-regno-unito-appoggiano-i-cinque-cubani/


 

VIDEO

 

 


 

Mujica chiede la liberazione dei Cinque cubani incarcerati negli USA

21 Mar 2014

Il presidente dell’Uruguay, Josè Mujica, ha chiesto oggi al governo degli Stati Uniti che liberi tre dei Cinque cubani incarcerati da più di 15 anni in quel paese, situazione che ha descritto come una vergogna.  

In un’allocuzione alla radio, Mujica ha detto che ha sollecitato al suo omologo statunitense, Barack Obama, che faccia tutto quanto sia possibile e cerchi la maniera di liberare Gerardo Hernandez, Ramon Labañino ed Antonio Guerrero.

I tre, con Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez (già entrambi in Cuba dopo compiere integralmente le loro condanne), sono stati imprigionati per monitorare gruppi terroristi anticubani in territorio nordamericano.

“Non abbiamo dubbi di dire che chiediamo al governo statunitense che faccia tutto il possibile per lasciare in libertà questi prigionieri cubani”, ha puntualizzato Mujica.

Il capo di stato ha fatto riferimento al tema dettagliando un sollecito di Obama affinché l’Uruguay riceva vari incarcerati della base navale statunitense di Guantanamo (Cuba).

Il mandatario –che è stato imprigionato per 13 anni durante la dittatura uruguaiana – ha spiegato che ha accettato l’invito di Washington per ragioni di principio.

“Questo è un tema incompiuto e non chiuso. Le gestioni su questi reclusi a Guantanamo, ha segnalato, sono ancora lontane da essere chiuse, dunque, tra le altre cose, dipendono da diverse decisioni fuori dalla nostra portata”.

Nonostante, ha sottolineato che si sente più convinto che mai in questo tipo di decisioni, ed ha aggiunto che guadagniamo un pochino di autorità morale per dire ai più poderosi: siate un po’ meno orgogliosi, meno impositori.

“Penso che, se queste gestioni terminano, l’Uruguay deve sentirsi servitore, come altri paesi, in una causa che è chiudere una vergogna dell’Umanità (Guantanamo)”, ha affermato.

Nel suo programma nella Radio M24, ha ricordato le origini di questo carcere ed ha detto che ha funzionato come una vera vergogna dell’Umanità, e molto più vergognoso per un paese delle dimensioni degli Stati Uniti.

Lì, ha sottolineato, abbondano i carcerati senza processi che non hanno mai avuto un pubblico ministero, che non hanno mai avuto un giudice, che non hanno mai avuto prove definitive.

Abbiamo criticato molto e continueremo a criticare l’imperialismo yankee, i suoi abusi di potere, dappertutto.

Questo è chiaro, ha detto Mujica, ma ha anche detto che, davanti allo sforzo per terminare una vergogna non solo degli Stati Uniti, ma anche dell’Umanità, l’Uruguay offre il suo aiuto.

Ha rivelato che già 18 paesi hanno apportato una collaborazione simile e che sono già 89 i prigionieri senza causa che sono andati via o stanno andando via da Guantanamo.

 

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi