Impatti dell'uso dei pesticidi nella produzione alimentare.


Un articolo pubblicato il 29 maggio 2025 su
Nature Reviews Earth & Environment mette in evidenza come i pesticidi utilizzati nella produzione agricola globale rappresentano, in vari modi, rischi per gli ecosistemi e la salute umana. Gli autori dello studio affermano che «una volta applicati alle colture, i pesticidi vengono trasportati attraverso le derive, i flussi delle acque superficiali e sotterranee, e le migrazioni della fauna selvatica». Anche i residui presenti nei prodotti alimentari come frutta e verdura, e il bioaccumulo presente negli animali consumati come cibo, minacciano i consumatori di tutto il mondo, in particolare quelli che dipendono dal commercio internazionale.



 

«In questa ricerca, riassumiamo i percorsi attraverso cui i pesticidi di sintesi superano i confini, concentrandoci sugli impatti del loro utilizzo nella produzione alimentare... In primo luogo, spieghiamo come i flussi ambientali contribuiscono al trasporto dei pesticidi in regioni lontane dalla loro fonte di origine. In secondo luogo, esaminiamo il ruolo del commercio alimentare internazionale nel causare l'esposizione e l'impatto dell'uso di pesticidi», dichiarano gli autori. Di conseguenza, lo studio invita a dare priorità alla biodiversità e alla salute umana attraverso metodi sostenibili mantenendo contemporaneamente la resa della produzione per sostenere l'aumento della popolazione.

L'uso di pesticidi nell'agricoltura ad alta intensità chimica è aumentato esponenzialmente dalla loro prima diffusione alla fine degli anni '30. Gli autori osservano che «nel 2022, a livello globale, i pesticidi sono stati applicati sui terreni agricoli a un tasso medio di 2,4 kg per ettaro, quasi il doppio rispetto al 1990». «Circa il 40% dei Paesi ha superato il tasso medio globale nel 2022, mentre nei paesi a basso reddito, il volume dei pesticidi utilizzati è cresciuto, tra il 2008 e il 2018, di oltre il 150%».

Come sottolineano i ricercatori, e come per decenni è stato documentato dalla letteratura scientifica, «l'esposizione umana ai pesticidi, sia professionale che ambientale (tramite aria, acqua potabile e cibo), può portare a tumori, disturbi neurologici, disturbi respiratori e alterazioni endocrine». (Vedi gli studi qui, qui, qui e qui, e vedi l'ampia trattazione di questi effetti sulla salute effettuata da Beyond Pesticides e pubblicata nel suo Pesticide-Induced Diseases Database).

I ricercatori sottolineano inoltre che «l'esposizione degli insetti impollinatori ai pesticidi può compromettere i loro meccanismi di disintossicazione e le loro risposte immunitarie, aumentando la loro vulnerabilità ad altri stress ambientali. L'uso di pesticidi è stato anche associato al declino delle popolazioni di uccelli, degli invertebrati fluviali e della quantità e diversità della fauna presente nel suolo. Le conseguenti diminuzioni della biodiversità hanno un impatto negativo sulle funzioni ecosistemiche necessarie per sostenere la produzione agricola». (Per saperne di più sull'effetto dei pesticidi sugli ecosistemi, vedi qui e qui).

I pesticidi hanno un impatto non solo sulle popolazioni e sugli ecosistemi locali, ma possono avere implicazioni anche nelle aree circostanti e oltre i confini internazionali. «Dopo essere stati rilasciati nell'ambiente, i pesticidi subiscono vari processi biotici e abiotici a velocità dipendenti dalle loro proprietà fisico-chimiche e dalle condizioni ambientali», afferma lo studio. «Circa l'82% della quantità di pesticidi applicata a livello globale, si degrada in "molecole figlie”, alcune delle quali mantengono potenzialmente la loro tossicità per gli organismi non bersaglio». (Vedi studi qui e qui).

Gli autori osservano che «i pesticidi non degradati e i loro prodotti di trasformazione si muovono e si accumulano nel suolo, nelle falde acquifere, nelle acque superficiali e nell'atmosfera attraverso diverse vie di trasporto. Tali vie includono le derive, l'infiltrazione nel suolo e la lisciviazione nelle falde acquifere, il deflusso superficiale e l'erosione del suolo, e possono superare i confini».

Uno studio ha individuato un trasporto potenziale di pesticidi oltre il confine messico-statunitense, nel bacino idrografico del fiume Tijuana, poiché due pesticidi (methidathion e mevinphos) - entrambi vietati negli Stati Uniti ma non in Messico - sono stati rilevati nei fiumi all'interno dei confini statunitensi. «La presenza di pesticidi nell'atmosfera e il loro propagarsi a lunga distanza possono esporre ai loro effetti sia la biodiversità che le comunità locali e limitrofe, nonché a produrre danni a colture non bersaglio», dichiarano i ricercatori. (Vedi studi qui e qui).

Beyond Pesticides ha recentemente pubblicato sul Daily News la notizia che per la prima volta sono stati rilevati nell'atmosfera marina sopra l'Oceano Atlantico ben 15 pesticidi attualmente in uso e quattro metaboliti (prodotti di degradazione o trasformazione dei pesticidi). Sono stati inoltre scoperti tre pesticidi vietati. Secondo lo studio, pubblicato su Environmental Pollution, i ricercatori hanno trovato prove empiriche della deriva dei pesticidi in ambienti lontani, a lunga distanza.

«Le goccioline di pesticidi trasportate dalle derive spesso si depositano nelle acque superficiali, esponendo ai pesticidi, attraverso l’acqua contaminata, la biodiversità e le comunità lontane dai punti di applicazione», spiegano i ricercatori. «Ad esempio, lo scambio atmosferico di sostanze chimiche (compresi i pesticidi) nel lago Michigan - nella regione dei Grandi Laghi degli Stati Uniti - è di un ordine di grandezza maggiore rispetto a quello delle sostanze chimiche trasportate direttamente nel lago dai suoi affluenti». (Vedi studi qui e qui).

La deriva dei pesticidi minaccia la salute umana, sia vicino che lontano dai luoghi della loro applicazione. Un altro
studio mostra come «elevate quantità di residui di pesticidi sono presenti nella polvere degli ambienti interni  in Europa e Argentina, anche in aree lontane dai terreni agricoli, evidenziando l'importanza della deriva atmosferica come via di trasporto». Anche l'impatto sulle colture vicine è rilevante, poiché «le applicazioni "preventive” di dicamba [un erbicida] su colture resistenti agli erbicidi causano un danno del 4% (fino all'8%) ai campi di soia fuori bersaglio negli Stati Uniti», affermano gli autori dello studio.

Inoltre, possono verificarsi fenomeni di bioaccumulo e biomagnificazione, con effetti a cascata trofica sugli organismi. Alcuni studi studi evidenziano la particolare prevalenza di questo fenomeno negli ecosistemi acquatici, poiché i pesticidi possono facilmente attraversare più livelli trofici, ad esempio: dal plancton, ai pesci, ai ai predatori.

«La migrazione della fauna selvatica è un'altra via di trasporto oltre confine dei pesticidi», sottolineano i ricercatori, che specificano come «la fauna selvatica contaminata, che migra stagionalmente o periodicamente verso habitat lontani dai terreni agricoli che si estendono su più Paesi e regioni, può causare l'esposizione ai pesticidi dei predatori e degli esseri umani attraverso la caccia o il consumo».

I residui di pesticidi permangono sulle colture destinate al consumo umano e animale, e questo rappresenta un'ulteriore minaccia per i consumatori attraverso l'assunzione di cibi contaminati. «Con il commercio alimentare internazionale, questi residui possono essere trasportati oltre i confini nazionali, esponendo ai pesticidi i consumatori dei paesi importatori», afferma lo studio.

I prodotti orticoli che più frequentemente contengono residui di pesticidi sono: frutta, verdura, noci e legumi. «Circa il 62-76% dei prodotti orticoli campionati, prodotti negli Stati Uniti, in Cina e nell'Unione Europea, contiene uno o più residui di pesticidi di sintesi», dichiarano gli autori. (Vedi la ricerca qui, qui, qui e qui).

Proseguono sostenendo che: «Nei paesi occidentali, gli agrumi, le bacche, i legumi e le verdure a foglia sono generalmente tra gli alimenti più contaminati da pesticidi, con l'85% dei prodotti raccolti che contiene residui di pesticidi... Gli alimenti coltivati ​​in modo convenzionale presentano generalmente una prevalenza di residui di pesticidi quattro volte superiore rispetto ai prodotti biologici».

Come riportato altrove da Beyond Pesticides, secondo i risultati di uno studio clinico pubblicato su Nutrire, l’adozione di una dieta completamente biologica, rispetto a una dieta a base di alimenti coltivati ​​con pratiche ad alto contenuto chimico, può «ridurre mediamente del 98,6%» in sole due settimane, i livelli di pesticidi presenti nelle urine  e facilitare una più rapida riparazione dei danni al DNA. Gli autori affermano che la loro scoperta «è dovuta a due fattori principali: la presenza di sostanze caratteristiche di una dieta [biologica] con alti livelli di antiossidanti in grado di proteggere il DNA e anche di attivarne la riparazione, e l'assenza o la diminuzione - in questo tipo di dieta - della presenza di pesticidi (noti per i loro effetti genotossici) che hanno la capacità di influenzare il sistema di riparazione genetica degli organismi». (Vedi qui ulteriori informazioni sui benefici di una dieta biologica).

Uno dei principali problemi evidenziati dallo studio è la discordante legislazione, a livello globale, dei livelli massimi di residui (LMR) consentiti. Inoltre, affermano i ricercatori, «l'esposizione cronica ai residui, anche al di sotto dei livelli LMR, può portare a problemi di salute come linfoma non-Hodgkin, obesità o disturbi riproduttivi».

«La presenza di residui di pesticidi solleva notevoli preoccupazioni per la sicurezza alimentare, non solo per i consumatori locali, ma anche per quelli dei paesi importatori. I paesi con normative rigorose sui pesticidi, come l'UE, potrebbero registrare bassi tassi di violazione dei limiti massimi di residui negli alimenti di produzione nazionale, ma gli alimenti importati presentano spesso tassi di violazione molto più elevati».

L'alternativa che previene questi rischi per la salute e l'ambiente risiede nella gestione biologica del territorio. Come riassumono gli autori, «L'inquinamento da pesticidi può essere risolto attraverso l'adozione su larga scala di soluzioni di gestione agroecologica e orientate alla biodiversità, che possono sostenere contemporaneamente rese e servizi ecosistemici».

Il passaggio all’agricoltura biologica elimina l'uso di pesticidi petrolchimici e di fertilizzanti sintetici, dando priorità alla salute del suolo, alla protezione e al miglioramento della biodiversità, alla salvaguardia della salute pubblica e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.



Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org

Fonte:
Beyond Pesticides 26.06.2025