8 anni fa la strage ferroviaria di Pioltello, 2 anni fa la strage ferroviaria di Brandizzo: non e’ cambiato nulla, sui binari in 1° classe viaggia sempre il profitto dei padroni
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- Scritto da Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Settembre 2025

Cominciamo da Pioltello: il 25 gennaio 2018 un treno pendolari che trasporta più di 350 lavoratori deraglia facendo 3 morti e 46 feriti, tutti pendolari che venivano a Milano a guadagnarsi il pane. Le indagini accertano che la causa è un giunto "in pessime condizioni” che aveva portato alla rottura di un pezzo di rotaia, dovuto ad una serie di omissioni nella manutenzione, ragione per cui i pubblici ministeri avevano accusato l’ex amministratore delegato di RFI, l’ex direttore di produzione ed altri.
Lo ricordiamo perché all’inizio di agosto sono uscite le motivazioni della sentenza di assoluzione di otto tra i vertici di RFI (le Ferrovie) e di condanna della solita ultima pedina, il responsabile dell’Unità manutentiva.
Le motivazioni sono surreali: il tribunale riconosce che il processo (chiusosi il 25 febbraio scorso) "non ha consentito di accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, le ipotizzate carenze nel sistema di gestione della sicurezza ferroviaria”. Anzi, secondo gli avvocati della difesa RFI, la colpa è anche degli operai che "conoscevano bene ciò che andava fatto ma per vari motivi (quali non lo dice..) non hanno attuato le procedure di sicurezza”. Peccato che già nel 2017, con una mail ufficiale, il capo tecnico dell’unità di manutenzione della tratta aveva segnalato la necessità di sostituire il giunto ammalorato, senza ricevere alcuna risposta.
A fine agosto si riparla invece della strage di Brandizzo: nella notte del 30 agosto 2023 un treno che viaggia a 160 km. all’ora investe 5 operai (dipendenti di una società esterna, la Si.Gi.Fer, a cui sono appaltati i lavori) che stanno lavorando alla sostituzione di 9 metri di binario - nonostante il disperato tentativo di frenare di chi guida . I loro corpi straziati verranno ritrovati a 300 metri di distanza.
Qualche giorno fa i giornali riportano alcune intercettazioni, tre telefonate nel giro di 20 minuti, da cui emerge che gli operai non dovevano trovarsi sui binari perché "l’ultimo treno non è ancora passato”, mentre i lavori erano già stati autorizzati. Nell’ultima telefonata si sente un boato, l’impatto del treno contro i corpi.
Probabilmente finirà come a Pioltello: nonostante la Procura abbia indagato 24 persone, l’ultima ruota del carro - il tecnico RFI "di scorta” - sarà l’unico a pagare.
Ma non basta. Il 30 agosto scorso l’Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione organizza un presidio a Brandizzo per richiamare l’attenzione sulla criticità dei modelli di manutenzione ai sistemi ferroviari adottati dalle Ferrovie: arrivano i carabinieri e identificano .... i manifestanti ... perché sono "su suolo pubblico”!
Le "scatole cinesi” utilizzate da anni dalle Ferrovie (ma non solo, ricordiamo la strage dell’Enel di Suviana e dell’Esselunga di Firenze)- l’intreccio di appalti, subappalti, sub-sub appalti, lavoro nero ecc. che da anni le Ferrovie utilizzano - garantiscono che i bilanci siano sempre in attivo e funzionano sempre a scapito delle vittime.
E dobbiamo anche sorbirci le parole di Mattarella che, per l’ennesima volta, ripete che "l’incolumità dei lavoratori non è un lusso accessorio o un semplice adempimento burocratico, ma un diritto inalienabile della persona umana”. Davvero? Vada a dirlo ai 76 morti di profitto (11 di loro sono "stranieri” perché i padroni non sono razzisti e ci considerano carne da macello non importa il paese da cui proveniamo ....) che hanno perso la vita nell’agosto appena passato, il tradizionale mese delle "ferie”.
Come diciamo da anni, A CONDIZIONI DI MORTE NON SI DEVE LAVORARE. Uniamoci e organizziamoci per non continuare a morire per il profitto dei padroni.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio - 3/09/2025












