La lotta paga : sconfitto il progetto di incenerimento di ENI Rewind a Porto Marghera
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- Scritto da MedicinaDemocratica
Rilanciamo il comunicato stampa dei comitati di Porto Marghera-Mestre ricordando che Medicina Democratica ha dato un proprio contributo nella vicenda presentando due osservazioni, sostenendo le iniziative locali e partecipando alla inchiesta pubblica con il comitato regionale VIA e il proponente.
Comunicato stampa Coordinamento No Inceneritori 25.06.2025
- INCENERITORE ENI: ABBIAMO VINTO CONTRO
- IL CANE A SEI ZAMPE
L’inceneritore per fanghi di ENI Rewind è stato bocciato, i comitati parlano di una vittoria e di una giornata storica: “Avevamo promesso a ENI che di qui non sarebbero passati, e non sono passati!
E’ una vittoria importantissima e di portata storica per un territorio che ha pagato un prezzo altissimo, in termini di vite umane perse e di degrado ambientale, a causa di decenni di industrializzazione dissennata, che ha privilegiato il profitto sopra tutto e sopra tutti, creando la diffusa opinione che la popolazione non ha mai voce in capitolo su questioni così importanti.
Qualcuno pensava di poter continuare a sacrificare questo territorio, ma le tante mobilitazioni popolari messe in campo, non ultima la grande manifestazione dell’1 giugno con 5000 persone in piazza un anno fa, il blocco del distributore a Marghera e dell’ENI Store, il grande lavoro di inchiesta , di approfondimento scientifico, di sensibilizzazione svolto in questi anni dai comitati ha sbarrato la strada addirittura a ENI, una delle multinazionali del fossile più potenti al mondo, la stessa che fa accordi con il governo criminale di Israele e con Paesi come la Libia responsabili di torture e di gravi violazioni dei diritti umani .
E’ importante che le argomentazioni del Comitato Tecnico per la valutazione ambientale abbiano riconosciuto l’importanza del principio di precauzione e abbiano accolto i nostri rilievi sulla pericolosità degli inceneritori, impianti insalubri di prima classe, in particolare per quanto riguarda gli impatti ambientali e sanitari derivati dalla inefficace combustione dei PFAS, e per il fatto che questo territorio è già pesantemente inquinato con conseguenze sanitarie intollerabili.
Le istituzioni hanno dovuto piegarsi di fronte alla nostra mobilitazione e.ai pareri determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno di fatto confermato tutte le osservazioni che già avevamo posto.
Questa sentenza non vale solo per ENI, perché ora il problema della salute, dei PFAS e dell’inquinamento ambientale non potrà più essere ignorato né per l’inceneritore di Veritas, né per quelli di Padova, di Schio, di Verona e di Loreo. Il problema della gestione dei rifiuti, dei fanghi e dei PFAS sono un dato di fatto, ma la soluzione non sta nel creare un problema ancora più grave. E’ necessario aprire al confronto con i comitati, con le associazioni ambientaliste, con le popolazioni, investire in ricerca, e soprattutto assumere come paradigma che la tutela della salute e dell’ambiente vengano prima dei profitti e di ogni altra cosa”.
Il Coordinamento No Inceneritori, forte di questa vittoria ora rilancia: “E’ necessario bloccare immediatamente la seconda linea di Veritas; chiediamo alla Regione e a ARPAV di avviare studi approfonditi intorno agli inceneritori, con il supporto di CNR e ISPRA, per verificare il livello di contaminazione da PFAS nei suoli, nelle acque, e negli alimenti.
Noi non ci fermiamo, Veritas è avvisata. Il nostro territorio non è in vendita, non brucerete il nostro futuro”.
Da MedicinaDemocratica - giugno 26, 2025













