Morti sul lavoro in agricoltura.
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- Scritto da Vito Totire
Lettera alla sindaca del Comune di Valsamoggia
Continua il drammatico stillicidio di morti sul lavoro in agricoltura; tre negli ultimi giorni. Una punta dell’iceberg secondo la ricostruzione dell’«Osservatorio morti sul lavoro» di Carlo Soricelli che ha raccolto notizie di 150 morti all’anno dal 2008. Sono decessi che per le note ragioni “sfuggono” alle statistiche ufficiali relative ai morti sul lavoro. Ne abbiamo discusso a Bertinoro in un seminario (***) nel gennaio 2023; la «carta di Bertinoro» che abbiamo elaborato in quella circostanza è rimasta una vox clamans in deserto nonostante che l’abbiamo notificata a numerosi sindaci italiani e all’ANCI auspicando una iniziativa capillare e diffusa su tutto il territorio nazionale. Perché gli interlocutori sono sindaci e Anci? Certamente dovrebbero partecipare al percorso di prevenzione anche tutti gli organi di vigilanza ma le situazioni a maggior rischio sfuggono alle attività ispettive non trovandosi in aziende con “lavoratori dipendenti”. Ciononostante, a dimostrazione di attenzione e sensibilità, al seminario di Bertinoro intervenne anche un operatore del servizio di prevenzione della Ausl Romagna.
Ci sentiamo in dovere di riprendere in mano la questione e porla all’attenzione di Milena Zanna, sindaca di Valsamoggia (nel bolognese) un Comune che già in passato ha assunto iniziative importanti a sostegno della difesa della salute e dell’ambiente. Suggeriamo il censimento dei mezzi e degli strumenti utilizzati in agricoltura, associato alla disponibilità di un servizio comunale o consortile di consulenza tecnica finalizzata all’implementazione delle misure di sicurezza. La iniziativa dovrebbe ovviamente essere preceduta da una campagna informativa anche con attivazione di incontri assembleari e, ove possibile, dovrebbe essere associata a finanziamenti e prestiti per gli interventi di bonifica dei rischi.
Solo una campagna locale e nazionale gestita dai sindaci – in virtù del loro ruolo di autorità sanitaria locale – può interrompere la scia di sangue che sta funestando da decenni le campagne italiane determinando decessi prematuri (o invalidità) di persone, spesso anziane, ma a volte anche giovani, che pur non trovandosi nello status di «lavoratori dipendenti» (più protetti in teoria, ma come sappiamo solo sulla carta) sono impegnati non in attività del loro tempo libero ma per integrare certe misere pensioni.
Rimaniamo in attesa di cortese riscontro, disponibili ad ogni forma di collaborazione anche tecnico-professionale, ovviamente pro bono.
(*) Nelle ultime ore è morto Eugenio Candi – un imprenditore di 75 anni – quando si è ribaltato con il trattore nella sua tenuta a Monteveglio. Negli ultimi mesi in ona vi sono stati altri morti nelle aziende agricole della zona.
Vito Totire
Medico del lavoro, portavoce della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»
Fonte: www.blog-lavoroesalute.org