Contro la speculazione energetica i comitati sardi in corteo a Cagliari
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- Scritto da Coordinamento dei Comitati Sardi
“Emergenza senza precedenti, chiediamo coraggio e partecipazione popolare”
Una grande mobilitazione contro la speculazione energetica a Cagliari è stata annunciata dal Coordinamento dei Comitati Sardi venerdì, 30 agosto, con inizio alle 10. Il corteo si muoverà dalla Piazza dei Centomila fino al Palazzo della Regione, in Via Roma.
L’intento annunciato è quello di “sollecitare l’Amministrazione Regionale a reagire con decisione contro l’assalto speculativo in corso che minaccia gravemente l’autonomia, l’ambiente, le comunità e il futuro della Sardegna”.
“Stiamo vivendo una emergenza senza precedenti”, scrivono in un comunicato ufficiale. “Non è tollerabile che l’Amministrazione Regionale tenga i sardi all’oscuro di quanto sta succedendo nei propri territori”.
“Non si possono ignorare le migliaia di persone mobilitate”, continuano dal coordinamento, chiedendo ai sardi “coraggio” e un “ulteriore slancio”.
“Chiediamo al popolo sardo di unirsi per contrastare questo disegno dello Stato Italiano, che vede il governo della Regione Sardegna remissivo e tende di fatto a devastare l’assetto socio economico, l’ambiente, la storia, l’identità e il futuro della nostra Isola”, si legge ancora nel comunicato.
I Comitati chiedono alla presidente Alessandra Todde e al Consiglio regionale “di pubblicare l’elenco dettagliato degli impianti considerati non bloccabili; di utilizzare ogni strumento per fermare i progetti già approvati, fino a requisirli e farli diventare di proprietà pubblica; di aprire una vertenza con lo Stato chiedendo una moratoria nazionale e di di coinvolgere in questa battaglia parlamentari, senatori, Consiglio regionale, forze sociali e tutto il popolo sardo”.
La mobilitazione segue l’incontro tenuto nei giorni scorsi dai delegati del Coordinamento dei Comitati Sardi contro la speculazione energetica, Giuliano Urgeghe, Marco Pau e Antonio Muscas, con l’Assessore regionale agli Enti locali Francesco Spanedda, avente per oggetto la definizione di aree idonee. In quell’occasione i rappresentanti dei comitati sardi hanno fatto sapere di non essere disponibili a collaborare con le istituzioni.
L’incontro, che il Coordinamento “prevedeva fosse preliminare alla costituzione di una cabina di monitoraggio”, spiegano “aveva in realtà la sola finalità di audire una tantum i convenuti al fine di raccogliere osservazioni e suggerimenti relativamente all’individuazione delle Aree Idonee così come stabilito dal decreto Fratin. A questo primo incontro seguiranno altri incontri territoriali con le stesse modalità”.
“Le problematiche da affrontare sono numerose e non possono risolversi in una esposizione di pochi minuti”, contestano dal Coordinamento, facendo presente “la necessità di costituire dei Tavoli di Lavoro permanenti per affrontare la transizione ecologica – di cui quella energetica rappresenta solo un aspetto – che si occupino di diverse tematiche, con priorità, tempistiche e scadenze diverse”.
“Ribadiamo la necessità e la disponibilità a lavorare all’elaborazione di un Piano Strategico per la Sardegna in cui si delineino una partecipata e attenta pianificazione per il territorio. Piano Strategico da cui discenda un’analisi dei fabbisogni energetici e conseguentemente un Piano Energetico”, sottolineano dal Coordinamento. “Capiamo l’impellenza di lavorare all’individuazione delle aree idonee – le quali, a nostro avviso devono essere individuate prioritariamente nelle coperture degli edifici e, laddove non arrechino ulteriore danno, nelle superfici già impermeabilizzate – ma riteniamo indispensabile aprire una vertenza con lo Stato Italiano per rimettere in discussione quelle che a tutti gli effetti sono delle imposizioni che non hanno nessuna valenza logica per il nostro territorio, ci sottraggono competenze e ledono i nostri diritti”.
“Contestiamo il tetto dei 6,2 GW di nuova potenza rinnovabile imposti alla Sardegna, contestiamo l’impossibilità di essere realmente protagonisti e partecipi della transizione ecologica, rivendichiamo il diritto di decidere per noi stessi e per il nostro futuro, contestiamo la mancata programmazione energetica, ove non si conoscono i piani di dismissione di tutte le centrali a combustibile fossile e in cui restano in piedi tutti i progetti di metanizzazione dell’Isola”, continuano, chiedendo alla presidente Todde, alla Giunta e al Consiglio regionale “il blocco immediato di tutti i progetti già approvati e dei progetti infrastrutturali compreso il Tyrrhenian link, l’impugnazione degli ultimi decreti, che riteniamo anticostituzionali e lesivi dei nostri diritti, e l’apertura di una vertenza con lo Stato per la riscrittura degli accordi finalizzati a restituire poteri e dignità a tutta la Sardegna nel rispetto dello statuto della Regione Autonoma”.
Da Coordinamento dei Comitati Sardi