Il ritorno degli arabi a Damasco

8 maggio 2023

 

Fra i paesi arabi quale garantisce un migliore standard della vita per i  suoi cittadini? - Quora Siria riammessa nella Lega Araba - LaPresse

 

La velocità con la quale i vari governi arabi hanno decretato il ritorno della Siria ad occupare il suo posto nelle Lega Araba, devono far riflettere.

 

Le notizie che circolavano nelle settimane o mesi scorsi su questo ritorno, sembravano indicare problemi su questo passo per l’opposizione di alcuni governi come il Qatar, l’Egitto, il Marocco e il Kuwait. Non sappiamo nulla dell’ultima sterzata e su come siamo arrivati a questo punto cosi velocemente e come si sono appianati i vari problemi/opposizioni.

Possiamo fare solo un’analisi politica approssimativa, cercando di leggere tra le righe delle dichiarazioni pubbliche per capire ciò che realmente è successo.

Gli sforzi compiuti dall’Iraq, dalla Giordania e dall’Algeria per il ritorno della Siria ad occupare il posto che gli compete nella diplomazia araba, non sono sfociati nel risultato sperato da queste capitali, certo però hanno spianato la strada al pressing impressionante fatto dall’Arabia Saudita in questi ultimi due mesi. Già, proprio l’AS, quella che ospiterà la prossima riunione periodica della Lega Araba il 19 maggio, ha fatto tutto il possibile per avere la Siria ad occupare il suo posto. Ieri, 7 maggio, la riunione dei ministri degli esteri di tutti i governi arabi ha sancito questo ritorno. Le dichiarazioni pubbliche sia del ministro degli esteri egiziano sia del segretario della Lega Araba sembravano patetiche, tanto patetiche, che gli sforzi di entrambi di nascondere il loro imbarazzo derivante dalla loro sconfitta, sconfitta generalizzata di coloro che in una maniera o nell’altra hanno partecipato alla mattanza in Siria voluta dai loro padroni yankee.

Già, dopo 12 anni di guerra contro la Siria, è arrivato il momento di dichiarare che la Siria, popolo esercito e governo hanno vinto. Ha vinto tutto l’asse della resistenza e gli accordi di pace con l’Iran ne è una prova.

Ma perché noi altri dobbiamo considerare questi fatti una vittoria, una grossa vittoria?

Leggiamo un pò la dichiarazione ufficiale che sancisce il ritorno della Siria e dove questa vittoria viene sancita con un timbro fatto di inchiostro indelebile:

1- si ammette che la Siria è uno Stato arabo guida ed indispensabile per il buon funzionamento della Lega Araba. Il peso storico e lo spessore politico dello Stato siriano sono una garanzia per tutti gli Stati arabi. Il governo siriano lungo i 12 anni della guerra non ha mai attaccato frontalmente i governo arabi della guerra, bensì si è limitato ad esprimere disappunto ed amarezza per le loro posizioni lasciando aperte le porte di Damasco per riabbracciare tutti.

2- la resistenza della Siria, governo popolazione ed esercito ad una guerra planetaria durata 12 anni, resistenza sfociata in una vittoria, è un fattore da insegnare in tutte le accademie militari di tutto il mondo. Ricordiamo qui che la guerra contro la Siria è stata una guerra senza regole, tutti i mezzi militari e non sono state utilizzati cercando di portare la Siria a soccombere anche per asfissia (terrorismo internazionale, propaganda mondiale, embarghi e sanzioni). Invece, l’esercito siriano ha combattuto con eroismo per 12 anni continuativi, senza licenze o periodi di riposo/relax. Nessun esercito ha mai resistito cosi a lungo. Tutto ciò trapela nella dichiarazione di sconfitta dei governi arabi aggressori;

3- la inconsistenza politica dell’opposizione siriana. Dopo aver cercato di elevare l’opposizione siriana al settimo cielo, ci ricordiamo come nel 2013 alla tornata della riunione della Lega Araba svoltasi nel Qatar, il posto della Siria fu occupato dal rappresentante dell’opposizione con tanto di bandiera a tre stelle?. Ebbene questa commedia è finita e l’opposizione si scoperta per quella che è, personaggi opportunisti che cercano di arricchirsi e spartirsi i tanti miliardi stanziati per la guerra. Una opposizione litigiosa, con l’odio per il proprio paese e il suo governo come unico fattore unificante. I governi arabi della guerra hanno cominciato a capire che con una opposizione del genere non andranno molto lontano. Questo fatto è trapelato dalle due elezioni politiche che si sono svolte in Siria malgrado la guerra. Il risultato di queste elezioni è stato un messaggio chiaro che il popolo siriano ha voluto recapitare agli aggressori, tutti gli aggressori: LA NON RINUNCIA AL LORO GOVERNO, AL LORO PRESIDENTE E AL LORO ESERCITO.

4- nella dichiarazione, gli sconfitti cercano di imbrogliare e pongono al governo siriano di cercare di risolvere i conflitti con l’opposizione con i mezzi del dialogo e della politica; me dove è la novità? Il governo siriano già dai primi mesi del conflitto si è dichiarato disponibile al dialogo, ad introdurre correzioni migliorativi costituzionali e legislativi. Hanno accettato tutte le richieste della Lega Araba nel 2012 e nel 2013, prima del decreto unilaterale di congelare la partecipazione siriana alla Lega Araba, un decreto che tra l’altro non fu preso all’unanimità e perciò non doveva avere valenza. La Siria da anni sta partecipando a tre percorsi di trattative, quello di Ginevra con l’ONU, quello di Minsk e quello di Soci. Tutti questi percorsi e dopo tanti anni non hanno ancora prodotto nessun risultato tangibile, solo per l’incongruenza dell’opposizione che deve rispondere a diversi datori di lavoro, con diversi interessi difficili da mettere insieme e farli collimare.

Diciamo che queste richieste sono solo un punto per lavarsi la faccia e dare un immagine sfocata della sconfitta.

5- nella dichiarazione gli sconfitti scrivono di preservare l’unità territoriale della Siria. Per 12 anni hanno cercato di frantumare la Siria, con l’obiettivo della divisione della Siria che doveva partorire tre mini staterelli, ricordiamocelo!!!!

6- gli sconfitti dichiarano che devono partecipare con tutto il loro peso alla ricostruzione del paese distrutto dalla guerra e dal recente terremoto. Questi cercano di anticipare le mosse del governo siriano che a guerra finita obbligherà tutti, a seconda della loro partecipazione/responsabilità alla distruzione del paese, a pagare i costi della ricostruzione maggiorati.

7- nella dichiarazione vi è una richiesta del ritiro di TUTTE le truppe d’occupazione presenti sul suolo siriano (Usa, Turchia e Israele). Questo è un messaggio molto chiaro e fortissimo agli Usa,

8- alla richiesta della cancellazione dell’imbrago e delle sanzioni Usa contro la SIRIA potrebbe sembrare una rottura con le politiche di ingerenza e di guerra Yankee degli ultimi 30 anni sferrate contro diversi paesi arabi.

Ecco in cosa consiste la vittoria della Siria e la sconfitta della coalizione mondiale, responsabile delle distruzioni che hanno sconvolto il tessuto sociale oltre alle cose materiali.

 

 

Collettivo per la Palestina