Posizione del forum di Belgrado in merito della proposta di accordo dell'UE alla Serbia

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9 marzo 2023

 

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Nella sua risposta alle pressioni dell'UE/USA affinché la Serbia acceleri, passo dopo passo, il riconoscimento della secessione unilaterale e illegale del Kosovo e di Metohija, il Forum di Belgrado per il Mondo dei Pari ricorda quanto segue:

La secessione unilaterale di Priština è il risultato dell'aggressione della NATO avvenuta 24 anni fa.

Lo scopo di questa aggressione armata era quello di affermare il dominio nei Balcani, come parte della strategia della NATO di espansione verso est e di porre le basi per il confronto con la Russia.

L'obiettivo dell'aggressione estesa, che si articola come l'ultimatum per la Serbia a riconoscere il Kosovo, rimane lo stesso: formalizzare lo strappo della Provincia dalla Serbia con la forza, per mettere la Serbia contro la Russia e la Cina, e per prepararsi al confronto globale.

La parte armata dell'aggressione si è conclusa con i negoziati e i negoziati si sono conclusi con l'adozione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che, tra l'altro, garantisce la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia (Repubblica federale di Yugoslavia) considerando che per la provincia del Kosovo e Metohija è prevista una sostanziale autonomia all'interno della Serbia (RFI).

La Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un documento della massima autorità legale e forza nell'ambito dell'attuale ordinamento giuridico globale, che vincola ciascuno dei 193 membri delle Nazioni Unite, senza eccezioni e senza vincoli di tempo.

Questo atto giuridico è ancora in vigore e soltanto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e nessun altro, ha il diritto di annullarlo o modificarlo, né di violarlo imponendo qualsiasi tipo di soluzione diversa.

L'interesse vitale della Serbia è che questa risoluzione sia debitamente rispettata e pienamente attuata.

Fin dai primi articoli e fino all'articolo 11, conclusivo, "l'accordo-proposta dell'UE sulla via della normalizzazione tra Kosovo e Serbia" pubblicato sul sito web dell'Unione europea il 27 febbraio 2023, costituisce una grave violazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i principi del diritto internazionale, e la Costituzione della Serbia.

Gli sforzi dell'UE verso la Serbia, vecchio paese europeo e membro delle Nazioni Unite, utilizzando minacce ed estorsioni per costringere la Serbia ad accettare di diventare pari, in termini di diritti e obblighi, con la propria Provincia Autonoma, ora affidata a un mandato ad interim delle Nazioni Unite, costituisce un episodio unico nella storia recente, e incarna un comportamento arrogante e arbitrario, una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale, abuso del mandato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e crea un precedente, con imprevedibili conseguenze per la pace e la sicurezza nei Balcani e in Europa.

La Serbia è invitata a ridurre il proprio territorio di Stato costituzionalmente stabilito e riconosciuto internazionalmente, con cui è diventata membro delle Nazioni Unite, dell'OSCE e di tutte le altre organizzazioni internazionali, cedendolo a un ente creato e imposto in modo criminale (articoli 2 e 4).

L'accordo-proposta è pieno di disposizioni contraddittorie e di simmetrie formali, tutte dannose per gli interessi vitali della Serbia.

Gli autori hanno fatto in modo di lasciare spazio ai 'partiti' per vendere la vittoria al loro rispettivo pubblico, ciascuno a modo suo.

Se la proposta-accordo fosse accettata, è fuori di dubbio che le controversie sarebbero decise dall'UE/USA, così come è chiaro che la loro decisione, come sempre, andrebbe a scapito della Serbia.

Il racconto ufficiale è che questa 'Proposta-Accordo' non è stato firmato, senza dichiarare se è stato approvato verbalmente o meno; informazioni e interpretazioni diverse che possono solo creare confusione tra il pubblico.

In tale contesto, il consenso di tutti i partecipanti a negoziare l'attuazione del presente accordo-proposta, che non è stato firmato o confermato come approvato, che non è stato pubblicato in nessuna istituzione o mezzo ufficiale in Serbia, è a dir poco sorprendente.

Un tale atteggiamento è incompatibile con il vero significato della questione in esame.

La Serbia e il popolo serbo si trovano di fronte al tentativo dell'UE/USA di creare una bufala storica.

La soluzione non è accettare questa bufala, mentre cita la conservazione della pace e le prospettive di progresso e una vita migliore come una scusa.

Qualsiasi soluzione che sia intrinsecamente ingiusta e imposta sotto minacce e frodi e che serva al confronto globale, può essere qualsiasi cosa tranne che un fattore che contribuisce alla pace, allo sviluppo e a una vita migliore.

Dobbiamo divergere da tutti i piani o previsioni ancora basate su tesi che invocano la 'fine della storia' e qualsiasi incentivo a rinunciare in modo permanente ai nostri interessi duraturi di vita, con l’utopia ingannevole di piccole sfolgoranti offerte e benefici.

L'Unione europea ha dimostrato la sua vera natura anche nel 2013, obbligando la Serbia a ritirare le istituzioni statali nel nord della Provincia, polizia e magistratura comprese, per la promessa di una Comunità stabilita di comuni serbi (CSM).

Sappiamo tutti che cosa è seguito, e in particolare il risultato della promessa infranta della NATO di non permettere lo spiegamento di armi a nord: non solo hanno installato armi pesanti, ma anche eretto campi militari, rubato terre, e hanno militarizzato totalmente il nord!

A dieci anni di distanza, UE e USA ancora una volta offrono promesse, solo che questa volta come pacchetto - "attuazione dell'accordo-proposta UE e una Comunità di città Serbe conforme alla Costituzione del cosiddetto Kosovo".

Basti dire di rispettare il documento firmato.

E potremmo anche avere un déjà vu - solo l'attuazione dell'accordo UE! Ma - siamo tranquilli - ci saranno garanzie! Di chi?! Di quegli stessi che in precedenza le hanno concesse ma mai onorate?!

Le promesse di investimenti e donazioni, qualora la Serbia rinunciasse ai suoi diritti statali su una parte del suo territorio, a scapito della sua dignità e della sua identità, sono un esempio di aggressività esercitata dalla rinnovata mentalità neo-coloniale e neo-razzista e di assoluta ipocrisia, che avevamo creduto ormai lontana nella storia.

Il tempo in cui viviamo è di importanza storica.

Richiede che la Serbia sia ispirata e rinvigorita dalle sue più grandi imprese nei più estenuanti punti di svolta storici, che ritorni al rispetto di sé e ai principi generalmente approvati, la Costituzione e la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come unici supporti affidabili.

Per non sopportare la mentalità subdolamente impiantata di sottomissione, dipendenza e impotenza.

Per rispettare maggiormente le proprie potenzialità umane, scientifiche, culturali, spirituali, economiche, geopolitiche e naturali.

E di non negoziare le questioni che limitano la sua sovranità e integrità territoriale nello stesso pacchetto con i benefici concessi da estranei, e soprattutto non per paura di perdere la misericordia di qualcuno.

Qualunque sia il volume di tali benefici, non si avvicinerà mai alla quantità di danni subiti dal criminale 'Angelo Misericordioso'.

Anche nelle nostre relazioni con l'Unione europea dovremmo essere guidati dal principio che la Serbia ha bisogno degli altri quanto della Serbia, invece di essere guidata dal 'realismo' nell'accettare la nostra libera volontà di soccombere al complesso di inferiorità.

È giunto il momento di prendere maggiormente in considerazione e in modo più responsabile tutto ciò che la Serbia e il popolo serbo hanno sperimentato e sopravvissuto nel corso della storia, e ciò tenendo presente che gli appetiti neocoloniali sono insaziabili.

Nelle nostre relazioni con l'Unione europea e l'Occidente in generale dobbiamo incorporare, una volta per sempre, il sentimento di ciò che la Serbia ha dato all'Europa, sacrificando milioni di vite umane, che nessuno ha ancora riconosciuto e per le quali nessuno si è ancora scusato.

Se ci sminuiscono, se ci ricattano, è perché noi stessi ci sminuiamo.

Non dobbiamo affidarci a promesse e garanzie offerte da coloro che più spesso ci hanno tradito.

 

 

BELGRADE FORUM FOR THE WORLD OF EQUALS Belgrade

Traduzione e cura di Enrico Vigna, Forum Belgrado Italia