ARGENTINA: Saluto del Presidente della Nazione Cristina Fernandez Kirchner dopo il giuramento dei nuovi membri del nuovo governo

20 novembre 2013

Mi sentite bene? Siete sicuri? Quanto mi siete mancati, per Dio! In questo pomeriggio e in questo giorno così speciale, il 20 novembre, Giorno della Sovranità Nazionale, desidero ringraziare la presenza dei giovani, dei lavoratori, dei sindacati, dei movimenti sociali, dei movimenti giovanili, di tutto ciò che costituisce questo grande e diverso spazio politico che sta operando da molto tempo nella Repubblica Argentina.

Anche io vi amo tutti e molto; oggi stavo pensando, dopo tante cose che sono successe in questi giorni e proprio oggi che è la festa della Sovranità Nazionale, pensavo a quando l’altro giorno ho preso contatto in rete non solo con gli argentini ma anche con moltissimi uomini e donne di ogni latitudine, che si erano preoccupati per il nostro paese, perché quando si preoccupano per il Presidente non significa che si stiano preoccupando solo della sua persona, ma di tutto il Paese, dato che a me è toccato il compito di dirigere il paese; e pensavo a tutte quelle lettere che stavo catalogando e in particolare a una lettera che ho ricevuto ieri e che sembra scritta proprio per la giornata di oggi.

E’ di una donna avvocato della città di Rosario, 46 anni, non la conosco, si chiama María de las Mercedes Beltrán, e mi ha scritto una lettera molto bella, in cui mi racconta tutto quello che ha significato per lei quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo nel paese.

Questa lettera contiene un tappetino fatto a mano all’uncinetto, immenso, grande come una tovaglia, con i colori della bandiera argentina, una grandissima dimostrazione d’affetto; ma quello che più mi ha colpito di questa lettera è un aneddoto che la signora racconta, parlando di alcuni giorni prima quando era andata a comprare un frigorifero in un negozio. Le cose stavano andando bene a lei e a suo marito, il suo compagno aveva una fabbrica di PVC, e dunque quando lei chiese il frigo il negoziante le domandò che tipo di frigorifero volesse. Ebbene, lei rispose che il primo requisito sine qua non, era che fosse di un’industria nazionale. “E sa cosa ha detto lui? Sa cosa ha risposto subito il venditore?” - mi ha detto nella lettera - “Lei è una sostenitrice del nostro Presidente”. E io mi sono detta: “Ecco, con questo ho già vinto quello per cui ho lottato tutta la vita, cioè una sovranità nazionale”, che si manifesta in questa rinascita del sistema produttivo nazionale che dobbiamo continuare a radicare, andando sempre avanti e migliorandolo e che consente oggi a noi argentini di annunciare, in questo terzo trimestre del 2013, che la disoccupazione – grazie all’economia – è tornata a scendere e si è assestata al 6,8 per cento, la più bassa storicamente considerando i dati degli ultimi terzi trimestri, perché sappiamo che per questioni di stagionalità, il dato più basso è sempre stato quello del quarto trimestre, e nel 2011 questo dato aveva raggiunto il minimo storico del 6,7.

Prima che mi capitasse quello che mi è capitato, avevo appena visto Silvina, la nostra senatrice e Miguel Pichetto, il senatore di Río Negro, in occasione delle ultime cerimonie; e una delle ultime inaugurazioni a cui ho partecipato è stata quella dei nuovi stabilimenti dell’INVAP, con il presidente “Cacho” Otegui, che in quella circostanza mi ha detto: “Lei sarà ricordata come il Presidente della scienza e della tecnologia”: un’altra manifestazione di sovranità nazionale, di quell’industria nazionale a cui dobbiamo dare maggiore competitività, più innovazione tecnologica e più formazione.

Quando vedo la mia cara amica Michelle Bachelet, che torna a lottare per la seconda volta, e uno dei punti cardine del suo programma di governo è quello dell’istruzione gratuita, come potrei non sentirmi orgogliosa di quello che abbiamo fatto noi in Argentina per l’educazione? Nove università nuove e 6,47 di PIL; oltre a tutto quello che ancora dobbiamo fare, perché bisogna continuare a radicare questo modello affinché ci siano sempre più argentini coinvolti e affinché nessuno possa mai più strapparci di mano quello che ci tocca di diritto.

Quando ti capitano certe cose, e a me veramente è successo di tutto ( ndt, in riferimento al cancro di cui è stata operata) e questo lo dico toccando ferro, è come se cominciassi a vedere le cose in un altro modo. E in questo momento così speciale per la nostra Patria e per un mondo così complicato, così diverso, così conflittuale, voglio che noi Argentini uniamo le nostre forze, sia i lavoratori che gli imprenditori che sono riusciti ad ottenere una migliore redditività; dobbiamo prendere esempio da questa YPF recuperata per raggiungere anche la sovranità energetica, che è una forma di sovranità nazionale.

E badate bene, sapete qual è l’azienda che ha dato più guadagni? La YPF, ma non solamente perché è una azienda petrolifera. Sapete perché ha reso di più? Perché la YPF sta reinvestendo tutto quello che guadagna, e questo è l’unico modo di rinsaldare il processo di industrializzazione. E recupereremo, la meta è recuperare la sovranità energetica, per questo abbiamo recuperato la YPF, la nostra azienda petrolifera di bandiera e ci assoceremo perché non abbiamo pregiudizi, ci assoceremo dove sarà il caso di farlo, alle condizioni più favorevoli per il nostro paese.

Io non ho i paraocchi e sappiamo tutti che questo richiede dei grossi capitali che, o non si trovano in Argentina oppure quelli che li hanno li tengono in qualche altro posto e non li vogliono portare qui.

Cosicché…no, no, no, io ho grande fiducia nel fatto che molti capiranno la nostra necessità di avere una sovranità energetica, ma anche alimentare e industriale che dobbiamo migliorare, perché non ci succeda come ci è già successo in altri momenti storici di industrializzazione o di nuova industrializzazione del paese, quando poi siamo rimasti strangolati nel settore estero perché non avevamo uno sviluppo industriale adeguatamente strutturato ed eravamo costretti a continuare a importare e questo ci ha distrutti.

Abbiamo concluso la fase del peso storico del debito. Adesso dobbiamo superare questa barriera della paura, la paura di non essere in grado di sviluppare un’industria nazionale competitiva in termini di qualità e prezzi come hanno fatto altri paesi. Per farlo non ci mancano risorse umane, formazione, capacità, volontà e soprattutto decisione politica. Stiamo investendo molto nell’istruzione, nell’innovazione tecnologica, nella scienza, nella formazione e nella solidarietà.

Perché nemmeno la politica è estranea alla vita e men che meno l’economia. Non si possono perseguire degli obiettivi senza avere al tempo stesso delle utopie, delle illusioni e delle speranze.

Ci tengo a far notare che moltissimi giovani sono tornati ad avvicinarsi alla politica con sentimento.

Io dico che le piaghe che dominano questo mondo globalizzato, che devastano tutti i paesi senza distinzione di nazionalità, devono aver a che fare con la perdita delle utopie.

Quando le società che hanno minori risorse credono che sia impossibile crescere, possedere qualcosa o anche semplicemente migliorare, finiscono con subire il peggio del peggio. E pensate che paradosso: anche quelli che possiedono le più grandi risorse, finiscono con l’essere colpiti dai peggiori flagelli perché credono di avere già tutto e che niente valga più la pena.

Per questo credo che riscattare le illusioni, le utopie, le speranze, le possibilità di un mondo migliore, sia lo strumento più giusto per combattere lo sconforto, chi vuole portarci al fallimento e chi vuole trascinare i giovani altrove. Dobbiamo rallegrarci quando un giovane entra in un movimento politico o sociale, perché significa che sta cominciando a risvegliarsi, ad aiutare gli altri e si sta allontanando dai peggiori vizi.

Per questo dobbiamo contribuire tutti e il contributo che dobbiamo dare per quest’Argentina migliore, che ha grandi possibilità, perché abbiamo un’Argentina che è uscita dall’inferno e che oggi ha un’economia solida, la grande possibilità che abbiamo, precisamente, è quella di richiamare tutti gli argentini.

Dobbiamo abbandonare le frasi da titolo di giornale; dobbiamo lasciare da parte le offese o gli screditamenti fini a se stessi; dobbiamo cominciare a discutere di idee, di programmi e poi, se ci sono differenze, che ci propongano le migliori; siamo disposti ad ascoltarle perché non siamo chiusi. Qui, nella Camera dei Deputati, siamo veramente disposti ad ascoltare, perché siamo i più interessati a portare avanti le idee migliori.

E pensate al caso, che non era un nostro progetto, ma che noi abbiamo fatto in modo di portare avanti, perché per fare certe cose non basta un progetto o un’idea, non basta uno slogan o una disposizione, soprattutto in economia e nella società. Quando uno deve portare avanti dei progetti per migliorare la qualità di vita della gente, ha bisogno delle risorse per metterli in pratica, come è stato per il PRO.CRE.AR. (Progetto di credito argentino). Diversamente non ci sarebbe il progetto PROCREAR, non ci sarebbe l’assegno per i figli dei disoccupati, non ci sarebbe il ritocco delle pensioni due volte l’anno.

Quindi siamo disposti ad ascoltare le idee di tutti, ma soprattutto vogliamo sapere come si organizzano queste idee, altrimenti rischiano di essere solo bozze di progetti e noi argentini vogliamo realmente trovarci tutti insieme per rendere migliore questa che è la nostra Patria.

I nostri figli vivranno qui, i miei figli, i miei nipoti, e anche voi che siete molto giovani; mi ricordo di questo posto quando siamo venuti con Néstor…dovrebbe esserci qualche immagine da quelle parti, probabilmente di quando la famiglia Cámpora ci ha dato il bastone presidenziale del comando, mi sembra di averlo esposto qui, in uno di questi balconi .

Ed io voglio finalmente, per… Cosa state dicendo laggiù?... Ai 30.000 desaparecidos, come potremmo dimenticare quella che oggi è una bandiera non di un solo gruppo politico ma di tutti gli argentini!

Con le Madri de Plaza de Mayo

Guardate, io credo che uno dei maggiori motivi di orgoglio, uno dei pilastri di questa nuova Argentina, di questa nuova Argentina che è un modello per il mondo, sia il fatto di essere additati ad esempio nel mondo per la nostra politica sui diritti umani. Ed è veramente una conquista delle organizzazioni per i diritti umani che instancabilmente, per più di 30 anni, hanno lottato senza mai cedere e senza violenza.

Perché, sapete, sapete qual è la cosa più importante di tutti voi? E’ che quando reclamate qualcosa, quando combattete per qualcosa, lo fate senza ricorrere alla violenza.

L’altro giorno…No, dovete farlo per voi stessi.

E per concludere vi dico una cosa che mi ha impressionato l’altro giorno. Dato che adesso ho più tempo per leggere i giornali, stavo leggendo un quotidiano estero, un giornale spagnolo; vi ricordate di Camila Vallejos? La giovane cilena dirigente studentesca che oggi è candidata per il Partito Comunista nel suo paese? …Sì, è molto bella, davvero molto bella, una geografa veramente bellissima… Sul giornale c’era lei mentre accompagnava Michelle Bachelet. E non ho letto quello che diceva l’articolo del giornale, mi è bastato leggere il titolo: sotto una foto che la ritraeva in tutta la sua bellezza, c’era scritto “da ribelle a deputata”. Per caso vi suona familiare la critica? E come la volevano, mentre sparava per poi avere la scusa buona per uccidere dei giovani che lottano per il cambiamento e la trasformazione? No, mai più, mai più. Davvero, seriamente, mai più.

Perché poi questi giovani che oggi entrano in politica, nei sindacati, nelle organizzazioni giovanili, nei gruppi studenteschi, nei movimenti sociali, lo fanno democraticamente, facendo richieste democratiche e vivendo in democrazia. Questo è un fatto politico che voi non vi potete immaginare.

Perciò volevo concludere in questo modo: ringraziandovi, ringraziandovi per tutte le vostre dimostrazioni di affetto, quelli che hanno pregato per me ma anche quelli che non credono; oggi ho ricevuto – non dirò da chi - un CD di un cantante molto popolare, che mi dice che una canzone vale come due preghiere e che quindi ha pregato per la mia salute. E’ molto conosciuto, non vi dirò che è, ma sicuramente mi starà ascoltando e sa che sto parlando di lui. Voglio ringraziare tutti: gli artisti, i militanti dei diritti umani, i giovani, i dirigenti sindacali, gli imprenditori, i commercianti e gli scienziati; gli argentini e tutti quelli che si sono preoccupati per l’Argentina. Non dimenticatelo: non era una preoccupazione che andava oltre l’affetto per una persona. Era, in definitiva, la preoccupazione per una persona a cui per una serie di circostanze è toccato il compito di condurre i destini del nostro paese.

E io voglio… sapete di cosa abbiamo bisogno? C’è qualcuno che mi sa dire di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno che tutti i dirigenti argentini, di qualunque partito, si impegnino a sostenere il lavoro, l’industria nazionale, l’occupazione, l’educazione, la scienza e la tecnologia e gli investimenti nelle infrastrutture. Questo è il grande impegno democratico di cui abbiamo bisogno, affinché continui davvero a valer la pena fare tutta questa fatica.

Perciò dobbiamo continuare con grande forza a lavorare come tutti i giorni. Grazie, vi voglio molto bene, grazie molte.

…..Questo è un supplemento di discorso, perché è già il secondo: e ve lo dico subito, prima di dimenticarmi di nuovo, perché quando elencavo le questioni di sovranità nazionale e di adempimenti dello Stato mi sono dimenticata di una questione molto importante ed emblematica: quella delle Aerolíneas Argentinas. E quando ho visto Marianito Recalde mi sono chiesta come avevo fatto a dimenticarmi delle Aerolíneas Argentinas, che abbiamo ereditato a pezzi, senza aeromobili e indebitata, mentre oggi i nostri stessi concorrenti ci fanno i complimenti per il suo funzionamento.

Voglio veramente farti i miei complimenti Mariano perché è un risultato molto importante e perché lo avete fatto lottando contro tutto e tutti. E quando dico questo intendo dire contro critiche feroci; però abbiamo dimostrato che potevamo risollevare la nostra compagnia di bandiera per dare collegamenti al paese, esattamente come stiamo facendo con le ferrovie argentine, con l’investimento più grande che si sia fatto da più di 50 anni, perché ho disposto di destinare centinaia di milioni di dollari per rinnovare tutti i nostri treni urbani. E faremo di più, perché proseguiremo con i treni merci per dare più competitività all’economia. E continueremo anche con il trasporto marittimo, perché dobbiamo dare nuova energia al trasporto marittimo.

Per un’Argentina migliore per tutti. Perché sapete, noi argentini… certo, Viva la Patria! Io credo, ragazzi, che noi argentini per un certo periodo siamo stati divisi, abbiamo sentito la mancanza gli uni degli altri e – come diceva quell’enorme pinguino che mi ha regalato, un ragazzo, Federico García Caffi, del gruppo studentesco di Pilar, che non so se sarà qui o nell’altro cortile, o in qualche altro posto – quel pinguino aveva una frase scritta nella zampa che diceva “organizzarsi per trasformare”; ecco, noi abbiamo bisogno di questo, questo è esattamente ciò che bisogna fare: organizzarsi in ogni quartiere, organizzarsi in ogni gruppo. E sapete perché? Per aiutarci l’un l’altro, per unirci in un progetto comune di paese, che non abbia fazioni né divisioni, un paese in cui, quando si decide di fare un lavoro per il quartiere o per la scuola, le uniche divisioni siano quelle in fatto di calcio, ma che non ci dividano mai più questioni false o inesistenti.

Finalmente voglio dire a tutti voi e a tutti gli argentini che non dobbiamo farci rubare la vita, le illusioni e le speranze di un’Argentina migliore. Perché la stiamo costruendo e continueremo a farlo. Grazie a tutti, vi voglio molto bene.

 

Da cfkargentina

Traduzione di Isabella C. per civg.it