Lo scandalo Solvay e le contaminazioni da Pfas

Un film, realizzato in sei mesi con un’accurata tecnica investigativa da Emmanuel Morimont, Santos Hevia e Valérie Dupont, dimostra inequivocabilmente la condotta dolosa di Solvay senza soluzione di continuità nei decenni.

 

 

Chi passasse per Rosignano Marittimo, nel livornese, avrà modo di apprezzare la purezza delle spiagge, il bianco caraibico sprigionato da quelle spiagge. Ma non si tratta purtroppo di un fenomeno naturale, bensì degli effetti degli scarichi scaturiti dalla fabbrica di bicarbonato della multinazionale belga Solvay.

Ma il comune toscano non è l’unica vittima della scellerata politica inquinante del colosso chimico di Bruxelles. L’azienda ha colpito anche a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, dove sono state presentate 15 denunce per il reato di dolo, una battaglia seguita in particolare da Medicina Democratica, il Movimento di lotta per la salute Maccacaro, in particolare a opera di Lino Balza.

A riaccendere i riflettori sulla vicenda è adesso un film documentario della televisione belga RTBF, al quale il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha dato il suo piccolo contributo, che ha fatto letteralmente infuriare Ilham Kadri, presidente della multinazionale Solvay.

il film, realizzato in sei mesi con un’accurata tecnica investigativa da Emmanuel Morimont, Santos Hevia e Valérie Dupont, dimostra inequivocabilmente la condotta dolosa di Solvay senza soluzione di continuità nei decenni.

La vicenda di Spinetta Marengo in particolare è arrivata in tribunale ed è stata ricostruita da Lino Balza della Rete Ambientalista, nel dettaglio del processo inquinante.

di Lino Balza

In tutti gli esposti (ben 15) alla Magistratura di Alessandria depositati fin dal 2009, ho sempre accusato Solvay del reato di dolo, ovvero volontà cosciente di arrecare danno altrui. E’ emblematico che in mensa l’acqua proveniva dal pozzo sotto lo stabilimento, quando l’azienda era pienamente consapevole (occultando e contraffacendo anche le informazioni alle autorità) che le concentrazioni del cancerogeno cromo esavalente (8203 ug/L) nelle acque sotterranee erano talvolta più di 1600 volte superiori agli standard italiani. A tacere del PFOA e di altri 20 veleni. E’ emblematico che dal rubinetto degli uffici al piano terreno bevevo quell’acqua, mentre al piano superiore, riservato ai dirigenti, era apposto il cartello “acqua non potabile”.

Nel nuovo processo l’accusa è emblematica quando nel capo di imputazione si parlerà di PFAS. Per sintesi, facciamo riferimento alla recente indagine svolta dalla équipe d’ #Investigation) , dalla quale emerge che Solvay ha contaminato le popolazioni italiane e americane con i Pfas: i documenti interni del gigante chimico mostrano che l’azienda belga ha perfino sostituito i Pfas controversi con altri altrettanto tossici e cancerogeni. La multinazionale lo sapeva e ha continuato a usarli per più di 15 anni.

Anzi, Solvay sostiene di aver cessato il pfas cancerogeno PFOA nel 2013, mentre ad oggi continua a scaricarlo in aria e acqua, tant’è che nel febbraio 2020, l’IRSA, l’istituto di ricerca sull’acqua, preleva campioni nel punto di scarico delle acque reflue industriali nel fiume Bormida, e misura le concentrazioni di PFOA, peraltro di 2938 µg / l, 29 volte al di sopra della soglia fissata dalla Regione Piemonte 0,10 µg /l (In USA il limite di legge delle acque potabili è 0,016 µg /l.) Tant’è che nel marzo 2020, una campagna di monitoraggio dell’aria condotta dall’ARPA ha mostrato che il PFOA è stato trovato anche nella ricaduta atmosferica degli impianti. Tant’è che il 17 marzo 2022 una scienziata (che lavora per il Centro Nazionale e Ricerche CNR e per l’Istituto di Ricerca sull’Acqua IRSA) misura che il PFOA è ancora presente nel suo campione (0,1902 µg /l), mescolato con i nuovi (in realtà utilizzati da ameno 15 anni) cancerogeni pfas ADV e C6O4.

Infatti, ancor prima di aver smesso di utilizzare il PFOA, Solvay aveva introdotto l’ADV nella sua produzione già alla fine degli anni ’90, vedi il nostro esposto del 2009, e già nel 2006 i sospetti di tossicità erano confermati nel fegato dei topi di laboratorio, ma la multinazionale attenderà fino al 2011 prima di comunicare questi studi secretati all’EPA, mentre sta usando ADV anche in Italia. Ma c’è di peggio in fatto di dolo. Nel 2019 Solvay fornirà all’EPA un documento che dimostra che l’ADV è entrato nel sangue dei suoi lavoratori in due diverse fabbriche per più di 10 anni. La multinazionale ha smesso di usarlo nel luglio 2021 nella sua struttura di West Deptford, mentre l’ADV è ancora utilizzato da Solvay in Italia a Spinetta Marengo! E viaggia in acqua e aria (ma Solvay promette zero dal 2026).

Sul suolo americano, Solvay deve affrontare 25 cause legali. Si riferiscono tutte all’uso di PFAS. Qualche mese fa il tribunale ha emesso una ordinanza che permette di intentare un’azione collettiva per milioni di persone il cui sangue contiene PFAS. Al punto che il 20 giugno 2022, Solvay ha annunciato con grande clamore la sua intenzione di eliminare gradualmente l’uso di PFAS a livello globale entro il 2026. Decisione fasulla per Spinetta, che abbiamo già drasticamente commentato (clicca qui Senza il Disegno di legge Crucioli, la strategia della Solvay è vincente.) ma che diventa vincente senza il DDL che mette al bando i Pfas in Italia.

In Italia due processi penali (Alessandria e Vicenza) si occupano (anche) di Pfas. E’ tempo di aprire processi civili, ispirandoci a quelli americani.

Recentemente abbiamo pubblicato la lunga storia delle indagini epidemiologiche sul territorio di Alessandria, in particolare sulla Fraschetta, dove sorge il polo chimico di Spinetta Marengo. A confermare i precedenti, l’ultimo, a fine 2019, è uno studio epidemiologico pubblicato dall’ARPA, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, raccogliendo i dati dei ricoveri ospedalieri tra il 2001 e il 2017, e confrontando la popolazione del sobborgo spinettese con quella del vicino capoluogo di Alessandria situato a più di 3 km di distanza. Gli abitanti di Spinetta, a partire dai bambini, corrono un rischio maggiore di sviluppare malattie endocrine, tumore al fegato, tumore ai reni, ipertensione, malattie respiratorie, patologie cardiovascolari eccetera. Il nesso causale, tra le sostanze chimiche Solvay e le malattie, è confermato dall’ Indagine del sangue della popolazione effettuata dall’Università di Liegi.

Fonte: https://diogeneonline.info - http://www.blog-lavoroesalute.org/lo-scandalo-solvay-e-le-contaminazioni-da-pfas/