Notiziario Patria Grande - Aprile 2022

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NOTIZIARIO

 

APRILE 2022

 

 

 

NUEVA NICARAGUA / ESTERI / HONDURAS

ZEDE, capolinea di un progetto sbagliato

Verso il recupero della sovranità nazionale e la rifondazione del Paese

 

TELESUR / ESTERI /UCRAINA

Ucraina e neofascismo comunicativo

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / GUERRA IN UCRAINA

Operazione militare speciale russa in Ucrania, 40º giorno

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA

Díaz-Canel: l’esclusione della Russia dal Consiglio dei Diritti Umani è un pericoloso precedente

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / INFORMAZIONE E MANIPOLAZIONE

Il putsch dei media: la nuova marcia fascista sul mondo

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / LA COLOMBIA NELLA NATO

La Colombia designata alleata esterna della NATO

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CINA

La Cina chiede agli Stati Uniti di chiarire il programma di spionaggio Beehive


 

NUEVA NICARAGUA / ESTERI / HONDURAS

ZEDE, capolinea di un progetto sbagliato

Verso il recupero della sovranità nazionale e la rifondazione del Paese

di Giorgio Trucchi (LINyM) - Managua, 22 aprile 2022

 

Votazione nel Congresso (Foto Silvia Ayala)

 

Lo scorso 20 aprile, il Congresso honduregno ha votato all'unanimità l’abolizione delle polemiche Zone di impiego e sviluppo economico (ZEDE), comunemente conosciute come 'città modello' o 'charter cities'. 

Due i decreti presentati dal presidente del potere legislativo, Luis Redondo, che stabiliscono l’abrogazione di tutte quelle norme e riforme costituzionali riguardanti le Zede, come pure della relativa legge organica approvata nel 2013. 

Per riuscirvi era necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dell’emiciclo (86 voti). L'iniziativa ha invece ottenuto l'approvazione di tutti i 128 parlamentari, inclusi quelli dell’ex partito di governo (Nacional) che l’avevano approvata nonostante le proteste popolari. 

Affinché l’abrogazione sia definitivamente stabilita, bisognerà aspettare la sua ratifica nella prossima legislatura (2023). Dopodiché dovrà essere promulgata dalla neo eletta presidentessa Xiomara Castro e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. 

Tutte le concessioni già rilasciate negli ultimi anni verrebbero quindi annullate.

 

Promessa elettorale 

L’accelerazione imposta negli ultimi anni alle Zede ha fatto sì che ampi e diversificati settori della società honduregna moltiplicassero le proteste e chiedessero alle nuove autorità la loro definitiva soppressione. Durante la cerimonia di insediamento, Xiomara Castro non aveva lesinato accuse contro i suoi predecessori. “Hanno attentato alla sovranità nazionale, hanno venduto il territorio come qualunque altra merce. Hanno modellato tutta la legislazione sui propri interessi, senza nessun riguardo per la popolazione, ridotta in miseria. Per questo motivo ho già consegnato al Congresso la bozza di decreto per abrogare la legge che crea e regola le Zone di impiego e sviluppo economico”. 

Meno di tre mesi dopo, la promessa è divenuta realtà. 

 

Precedenti 

Circa dieci anni fa, il Congresso riformò vari articoli della Costituzione e approvò un regolamento per la creazione delle Regioni speciali di sviluppo (RED).

Ideate e promosse dall’economista statunitense Paul Romer, le RED prospettavano il sogno di vaste zone di territorio nazionale con un altissimo grado d’autonomia, offerte per tempo indefinito al capitale multinazionale, in teoria per creare posti di lavoro.

Contro il progetto, che cercava grossolanamente di smorzare la grave crisi politica, economica e sociale post golpe (2009), si attivarono e mobilitarono organizzazioni sociali, popolari, di giuristi, con il deciso appoggio di ampi settori della società honduregna.

Si raccolsero firme in tutto il territorio nazionale e si presentarono oltre 50 ricorsi di incostituzionalità. Inoltre, l’Associazione dei giuristi per lo stato di diritto accusó formalmente del crimine di alto tradimento l’allora capo dello Stato, Porfirio Lobo, il presidente del Congresso, Juan Orlando Hernández e 126 deputati.

Nell’ottobre del 2012, il plenum dei magistrati della Corte suprema di giustizia dichiarò incostituzionale il decreto legislativo 283-2010, con cui i poteri esecutivo e legislativo pretendevano di creare le RED.

La decisione venne presa dopo che quattro dei cinque magistrati della Sala Costituzionale avevano fatto la stessa cosa, pronunciandosi sulla valanga di ricorsi di incostituzionalità presentati dai settori antagonisti al progetto. Secondo loro, il decreto minava dei principi cardine stabiliti dalla Costituzione, quali la forma di governo e la sovranità nazionale. 

 

Colpo di Stato parlamentare 

A dicembre dello stesso anno, il Congresso, sempre presieduto da Hernández, avviò un processo politico e assestò un vero e proprio colpo di Stato tecnico, destituendo i quattro magistrati "ribelli"

A gennaio del nuovo anno, un'ampia maggioranza parlamentare tornò ad approvare riforme costituzionali per dar vita alle Zone di impiego e sviluppo economico (Zede) e ai regimi speciali (decreto 236-2012). Otto mesi dopo ne sancì la legge organica (decreto 120-2013). 

 

Dalle RED alle ZEDE 

Con questa 'manovra' si mantenne intatta la struttura di spazi territoriali con condizioni speciali concessi a investitori stranieri, per implementare attività economiche in totale autonomia in quanto a politica fiscale, doganale, lavorativa, giudiziaria e di sicurezza. 

Sette anni dopo si cominciarono a installare le prime Zede (Roatán, La Ceiba, Choloma, Choluteca). Parallelamente, si moltiplicarono le proteste popolari in tutto il paese. 

Alla fine di maggio 2021, il Congresso approvò un’altra controversa riforma alla legge organica delle Zede, ampliando ancor più le esenzioni e le agevolazioni fiscali per chi avesse investito in tali progetti. A giugno, la Corte suprema di giustizia in seduta plenaria approvò la giurisdizione speciale delle Zede.

 

Capolinea

Con la votazione del 20 aprile, il progetto delle Zede arriva al capolinea e le opere già avviate saranno dichiarate incostituzionali e le concessioni considerate nulle. 

“È una decisione storica. Stiamo rispondendo coi fatti alle richieste della popolazione. Le Zede furono approvate quando in questo Congresso si legiferava in modo non conforme alla Costituzione e alle leggi, bensì agli interessi dei gruppi di potere economico e del narco-partito al governo”, ha dichiarato ai media nazionali la deputata Silvia Ayala, presidentessa della Commissione speciale per l’abolizione delle Zede. 

“È stato chiaramente sancito che le Zede, già installate sul territorio nazionale, furono approvate violando dei principi costituzionali. Come Stato siamo pronti ad affrontare qualsiasi ricorso e dimostrare l'illegalità e l’incostituzionalità di questi progetti”, ha aggiunto. 

Dal suo account Twitter, la presidentessa Xiomara Castro ha ringraziato per la decisione presa dal Congresso. 

"Grazie! Presidente Luis Redondo, Fernando García, deputati e deputate per aver abrogato le criminali Zede e sconfitto coloro che volevano rubarci la sovranità. Questa promessa compiuta è un ulteriore passo verso la rifondazione”, ha scritto Castro. 

Anche il ministro degli Esteri, Enrique Reina, ha dato risalto al provvedimento adottato dai parlamentari.

Scompaiono le Zede, aberrazione della dittatura che violava la sovranità. Il Governo della presidentessa Xiomara Castro, le deputate e i deputati e Luis Redondo riconquistano la dignità nazionale e la Patria”.

 

Fonte: LINyM, Traduzione di Adelina Bottero

 


 

 

TELESUR / ESTERI /UCRAINA

Ucraina e neofascismo comunicativo

di Angel Guerra, 3 aprile 2022

 

Il sanguinoso colpo di Stato del febbraio 2014 in Ucraina, organizzato dagli Stati Uniti, permise di far diventare questo paese, di fatto, una piazza d’armi della NATO destinata a spingere la Russia verso una guerra prolungata e logorante come lo fu l'Afghanistan per l’ex Unione Sovietica.

 

 

Non soddisfatta delle 5 ondate di espansione dell'alleanza verso le frontiere russe, né della collocazione di dispositivi missilistici nella Repubblica Ceca e in Polonia, Washington insediò sul trono di Kiev una cricca di ultranazionalisti, russofobi e neonazisti, la squadra idonea per eseguire il suo piano bellico antirusso a scapito di vite ucraine. 

Non a caso, il colpo di Stato venne respinto da grandi proteste in Crimea e nelle città dell’Ucraina orientale, insediamenti di grandi masse di russi etnici o ucraini russofoni, che sfociarono in referendum in cui la maggioranza espresse il desiderio di unirsi alla Russia. Questo portò alla brutale repressione dei russofili da parte degli ultranazionalisti e neonazisti, al sollevamento armato nelle repubbliche popolari autoproclamate di Donetsk e Lugansk e, infine, ad una guerra selvaggia di otto anni dell'esercito ucraino e dei battaglioni neonazisti contro quelle repubbliche, costata la vita a circa 15.000 persone. 

Premessa al neofascismo mediatico attualmente installato su scala universale, ciò che passò l’informazione dei media occidentali sull'origine di quel conflitto e sui crimini delle forze ucraine, fu quasi nulla o venne molto distorto. Sono gli stessi che oggi, giocando con le emozioni, affliggono e manipolano i loro sprovveduti ascoltatori contro i presunti crimini di guerra russi in Ucraina. Parallelamente, dimostrando un’altra piega neofascista adottata, l’”Occidente" espelle dall’etere, blocca su YouTube e censura in altre reti, dei media molto seguiti quali RT, Sputnik ed altre fonti d’informazione russe. Proibita ogni narrazione diversa da quella della NATO. 

In modo sospetto, il governo dell’Ucraina ha tardato quattro giorni dopo la ritirata delle truppe russe da Bucha, a rendere pubblica la comparsa dei cadaveri disseminati per le strade principali di quella località limitrofa a Kiev, presuntamente di persone uccise dai russi. Stranamente, dopo la ritirata russa, il sindaco di Bucha aveva espresso la sua immensa allegria che se ne fossero andati, senza riferirsi mai ai cadaveri né a crimini di guerra. In tutta evidenza, si tratta di una montatura. 

I "crimini di guerra" di Bucha sono stati, guarda caso, utilizzati dagli Stati Uniti in un clima psicologico deliberatamente creato, per promuovere una risoluzione all'Assemblea Generale dell'ONU, che permettesse di espellere la Russia dal Consiglio dei Diritti Umani (CDH) dell'organismo - temporaneamente, dissero - fino all’avvio di un’indagine. Ovvero: "prima sparo e poi chiedo". Pur basandosi su rapporti e video messi in dubbio dagli stessi esperti, come il prestigioso ex marine ed ex ispettore di armi dell'ONU, Scott Ritter, vi erano già in quel momento milioni di creduloni, affranti dal dolore e indignazione per i civili ucraini vittime della presunta barbarie russa. 

Prova irrefutabile del neofascismo comunicativo che pretendono d’imporre gli Stati Uniti al mondo, basandosi su quella medesima versione mediatica e senza che esistesse alcun rapporto ufficiale di un'istanza dell'ONU, la potenza del Nord impose l'esclusione della Russia dal CDH. Una sfacciata aggressione ai principi del diritto internazionale da parte della potenza che ha in assoluto più interventi militari, genocidi e milioni di morti a suo carico, a causa delle innumerevoli guerre di aggressione che ha scatenato fin dai suoi albori. Ad esempio: procedette al genocidio della popolazione originaria dell'attuale territorio statunitense e, poco dopo, all'annessione di oltre metà del territorio del Messico. 

Washington si aspettava un ampio sostegno alla sua proposta e, sebbene abbia ottenuto 93 voti a favore, è molto significativo che 24 Paesi abbiano votato contro e 58 si siano astenuti riguardo al suo progetto pressoché incomprensibile. Han votato a favore, chiaramente, la vergognosa figurante europea, i cui membri competono in servilismo ed un gruppo di governi sottomessi o molto deboli. Ma probabilmente nulla mette in evidenza in modo così chiaro il neofascismo mediatico degli Stati Uniti e dei suoi consociati, quanto l'insensato proposito di annientare la Russia e tutto ciò che è russo, a cominciare dai suoi straordinari contributi e dai suoi esponenti nei campi dell'arte, della letteratura, del pensiero, della scienza e dello sport. 

Tutto questo rivela il panico che produce a Washington e ai suoi complici l’ormai inarrestabile transizione verso un mondo multipolare, multicentrico e molto più democratico in cui Russia e Cina giocheranno un ruolo assai rilevante. A Putin viene affibbiata la colpa di ogni male al mondo. Così, l'ineffabile portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, lo rende responsabile della sfrenata inflazione che l'impero si trascinava già da mesi prima della guerra in Ucraina e che le sue insensate e illegali "sanzioni" alla Russia faranno schizzare ancor più alle stelle, imponendo gravi miserie e fame a tutti i popoli. 

 

Fonte:

https://www.telesurtv.net/bloggers/Ucrania-y-el-neofascismo-comunicacional-20220413-0004.html?utm_source=planisys&utm_medium=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_campaign=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_content=33

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / GUERRA IN UCRAINA

Operazione militare speciale russa in Ucrania, 40º giorno

 


Soldati dell’Ucrania a Bucha, a nordovest di Kiev, 2 aprile del 2022. FotoAP

 

L’ambasciatore della Russia negli Stati Uniti, Anatoli Antónov, ha affermato che i civili nella zona di Bucha vicino a Kiev, non hanno sofferto alcun danno durante la presenza delle truppe russe.

Rispondendo a una domanda della rivista statunitense Newsweek, Antónov ha risposto che «quelle diffuse contro le truppe russe sono accuse false». E ha aggiunto: «Voglio confermare con piena responsabilità che quando questa località si trovava sotto il controllo delle forze armate della Russia, nessun civile ha sofferto per azioni di violenza», ha ribadito, «mentre si nasconde deliberatamente il fatto che proprio dopo la ritirata delle truppe russe, la località di Bucha ha sofferto un attacco d’artiglieria da parte delle Forze Armate dell’Ucraina, ed è proprio questo che può aver provocato vittime tra i civili. In questo modo è chiaro che il regime di Kiev cerca d’incriminare la Russia per le sue proprie atrocità».

Ha quindi ricordato che le accuse sono sorte due giorni dopo la ritirata delle truppe russe dalla cittadina ucraina: «In quei giorni le autorità dell’Ucraina non parlavano e ora, all'improvviso, hanno presentato registrazioni sensazionaliste per screditare la Russia e chiamarla a giustificarsi», ha detto Antónov.

Il sito Russia Today riporta che il giornalista statunitense Glenn Greenwald ha suggerito che le immagini della località di Bucha potrebbero essere una «manipolazione» lanciata nelle reti sociali  e ha invitato a razionalizzare invece di cedere alle suggestioni emotive: «È molto allarmante vedere come la gente venga suggestionata da video e foto pubblicate da uno dei Governi in causa, così che il rifiuto emotivo la porti a considerare ineluttabile la Terza Guerra Mondiale», ha scritto  Greenwald sul suo account Twitter, lamentando che «nessuno è immune dalla manipolazione».

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 4 aprile 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA

Díaz-Canel: l’esclusione della Russia dal Consiglio dei Diritti Umani è un pericoloso precedente

 

 

Il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha condannato sul suo account Twitter «la risoluzione che sospende la Russia dal Consigliio dei Diritti Umani, un Paese indispensabile per ottenere una soluzione diplomatica efficace, giusta e pacifica, necessaria e urgente per l’attuale crisi in Europa». E ha aggiunto: «Le esclusioni non servono a niente e, al contrario, danneggiano la credibilità e la capacità del sistema internazionale per gestire la pace. Con la decisione presa si stabilisce un precedente pericoloso e si esaspera il conflitto in Ucraina».

Sempre sulle reti sociali, anche il segretario esecutivo dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America e dell'ALBA, Sacha Llorenti, ha affermato che la sospensione della Russia come membro del Consiglio dei Diritti Umani sgretolerà ulteriormente la già fragile legittimità di questi organi». La decisione, ha detto «è una dimostrazione della crisi del sistema multilaterale, della sua strumentalizzazione politica e del doppio  standard di coloro che l’utilizzano opportunisticamente».

La risoluzione è stata adottata con l'approvazione di 93 paesi, 24 voti contrari e 58 astensioni. In America Latina hanno votato contro la proposta la Bolivia, il Nicaragua e Cuba, il cui rappresentante permanente presso la ONU,    Pedro Luis Pedroso Cuesta, ha avvertito del pericolo per l’ umanità delle manovre statunitensi in seno alle Nazioni Unite e sull’uso di qusto meccanismo di sospensione che impone, senza precedenti in nessun'altra istituzione dell’Organismo internazionale, che può essere rivolto selettivamente, in particolare contro i paesi del Sud. Brasile, El Salvador e Messico si sono astenuti tra i paesi latino americani e il Venezuela non ha votato per via della perdita dei diritti, per mancanza del pagamento delle sue quote finanziarie per le spese dell’Organizzazione.

La Federazione Russa era stata eletta come membro del Consiglio dei Diritti Umani nel 2020 con 158 voti, ed ora è stata sospesa con un suffragio inferiore. Il suo rappresentante ha assicurato che la risoluzione dell’Assemblea Generale «mira a dare continuità al neocolonialismo degli Stati Uniti nelle relazioni internazionali», ed ha respinto le accuse «basate su eventi pretestuosi e mistificazioni molto diffuse».

 

Daniela Leyva Fernández e GM per Granma Internacional, 8 aprile 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / INFORMAZIONE E MANIPOLAZIONE

Il putsch dei media: la nuova marcia fascista sul mondo

 


Gli squadroni neonazisti di Settore Destro, truppe d'assalto del colpo di Stato del 22 febbraio del 2014 in Ucraina, manifestano all'ordine del Ministero della Difesa. Foto Russia Today

 

Quando i fascisti italiani, guidati da Benito Mussolini, organizzarono la loro «marcia su Roma» che nell’ottobre del 1922 li portò al potere in Italia, poche persone al mondo prestarono loro attenzione, e li videro come un fatto esotico tipico del «carattere latino». Furono in pochi a denunciarne allarmati il pericolo.

Poco dopo, l’8 e 9 novemebre del 1923, in un clima di profonda instabilità nazionale, Hitler e i nazisti prepararono in Germania il loro tentativo di colpo di Stato, ispirati dalla riuscita «marcia» fascista italiana.

Il noto Putsch della Birreria fallì, ma il movimento richiamò l’attenzione dei magnati dell’industria, dell'alta classe militare e della politica tedesca. Mentre il serpente fascista cresceva e prendeva forza, le principali potenze capitaliste videro l’opportunità di dirigerla contro l'Unione Sovietica e approfittare dell'imminente guerra.

I monopoli statunitensi, inglesi e francesi affilarono le unghie. Nel 1940, l’appoggio materiale degli USA al fascismo italiano superò i 600 milioni di dollari dell’epoca. Nel 1938 Hitler, già al potere, comprava a credito negli empori britannici e francesi il 26%  del suo ferro, il 52% del caucciù, il 60% dello zinco, il 61% del manganese, il 62% del rame e il 94% del nichel.

La Commissione Nye Vanderberg ha rivelato che Pratt and Whitney, Curtiss Wright e altre imprese statunitensi vendettero migliaia di motori aerei e pezzi d’aviazione alla Luftwaffe.

Sappiamo già com’è terminata questa storia e tutta la sofferenza che ha portato all’umanità. Il fascismo fu sconfitto grazie al ruolo svolto dall'Unione Sovietica e al sacrificio di milioni di uomini e donne che si sollevarono in armi per affrontarlo, alla cui avanguardia c’erano i comunisti.

Ma oggi la storia sembra ripetersi, e il capitalismo ha covato con cura le uova del serpente, ha cresciuto con fervore le sue creature, proteggendo chi lo considera essenziale per mantenere la propria egemonia.

Ci vogliono vendere un fascismo vintage, un progetto affascinante facilmente assimilabile dall'Homo Frivolus del capitalismo, ribelle senza causa, manipolabile, soldato delle peggiori cause.

Per gli Ulrich di questi tempi - l’uomo senza attributi del romanzo di  Robert Musil - che vivono in un mondo all'incontrario costruito dal potere delle mega multinazionali dell’informazione, l’intrattenimento e la barbarie è camuffata da cultura, e non c’è nient'altro da fare che accomodarsi nelle proprie case e condannare i maledetti di turno: musulmani, venezuelani, cubani, cinesi o russi.

Il fascismo ritorna di moda con le sue uniformi nere, i suoi teschi nascosti dietro al discorso della democrazia e dei diritti che, come allora, calpestano a difesa del capitale e beneficio dei più ricchi e potenti.

Oggi non ci sono grandi marce nè putsch della birreria: il colpo lo preparano e lo mettono in atto i grandi media. Sfilano con titale tracotanza, spazzano via i resti della decenza e dell’onestà senza scrupoli, alla  Adolf Hitler, alla Mussolini, alla yankee.

I figli del serpente, malati di revanscismo, sognano la vendetta mentre le multinazionali, avide, sperano di guadagnare miliardi, di distruggere la concorrenza e mantenere sotto controllo tutti gli esseri umani, gli emarginati, gli schiavizzati e gli affamati di questo mondo.

 

Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 17 aprile 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / LA COLOMBIA NELLA NATO

La Colombia designata alleata esterna della NATO

 

 

La Colombia entra come alleato esterno nell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico Nord (NATO), conosciuta anche come Alleanza Atlantica, un’alleanza militare inter-governativa guerrafondaia, regolata dal Trattato di Washington firmato il 4 aprile del 1949.

Il 21 aprile Josep Biden ne ha formalizzato l’incorporazione con una lettera indirizzata ai presidenti delle due Camere del Capitolio, dopo alcune settimane da quando ne era stata annunciata l’intenzione, il 10 marzo scorso. Lo riporta Russia Today (RT).

Ora, l’amministrazione di Iván Duque potrà accedere al materiale bellico statunitense e ricevere prestiti per acquistare equipaggiamenti militari. Inoltre, riceverà aiuti per l’acquisto di tecnologia spaziale e potrebbe partecipare a operazioni assieme al Dipartimento della Difesa degli USA.

Altri paesi della regione, come per esempio l’Argentina, erano già membri del gruppo con la stessa condizione. L’Argentina si era legata alla NATO con il governo del peronista Carlos Menem, quando adottò un modello politico gradito a Washington e un sistema economico neoliberale, nel decennio del ’90.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 23 aprile 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CINA

La Cina chiede agli Stati Uniti di chiarire il programma di spionaggio Beehive

 

 

 

 

Il portavoce della Cancelleria cinese, Wang Wenbin, ha chiesto al governo degli Stati Uniti durante una conferenza stampa di chiarire il programma spia Beehive diffuso dalla sua infrastruttura di rete in tutto il mondo, ha riportato Sputnik: «La Cina è profondamente preoccupata per le azioni  irresponsabili e illegali del Governo degli Stati Uniti nel ciberspazio, e lo sollecitiamo a chiarire e fermare immediatamente le attività in questione», ha detto il diplomatico, aggiungendo che, per un periodo di tempo, il Paese statunitense ha richiesto a diversi paesi, specialmente quelli più vicini alla Cina, di aderire alla cooperazione con Washington nel campo della sicurezza informatica.

Un comunicato di Global Times ha informato che questa è un’arma cibernetica sviluppata congiuntamente con l’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) degli Stati Uniti e il gigante della difesa Northrop Grumman, e ha assicurato che è la quinta architettura di questo tipo utilizzata dal  Governo degli Stati Uniti esposta dagli esperti cinesi negli ultimi mesi.

Alla stessa stregua, una relazione del Centro Nazionale di Risposta alle Emergenze da Virus Informatici spiega che la piattaforma può ammettere il controllo remoto, lo sfruttamento delle vulnerabilità, l’implementazione occulta, il furto di informazioni segrete, l'effrazione di archivi, la penetrazione delle reti interne e la distruzione del sistema. Inoltre, ha  capacità di controllo centralizzato ed è guidato da intelligenza artificiale. Analisti cinesi in tema di cibersicurezza hanno allertato che fino a quando l'hardware, il sistema operativo, l’infrastruttura di rete e il software dell’applicazione della rete mondiale saranno erogati da imprese statunitensi, è molto probabile che contengano ogni tipo di programmi impiantati da pirati informatici statunitensi.

Si sottolinea anche che, trasformate in obiettivi degli USA, tutte le attività in linea e i dati immagazzinati nei server possono diventare vittime di attacchi cibernetici dell’Intelligence degli Stati Uniti.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 23 aprile 2022