L'Italia con l'elmetto: in teatro, nelle università, nello sport e sui mezzi di comunicazione

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Dopo la richiesta di Beppe Sala a Valery Gergiev, affinché prendesse le distanze dalle operazioni militari russe in Ucraina, ecco l'università Bicocca; evidentemente l'ufficio stampa del sindaco Sala ascolta le trasmissioni di Radio Popolare, ben noto media partner del Comune di Milano, del quale regolarmente rilancia le attività che dovrebbero avere una veste artistico-culturale.

Non appena si è diffusa la notizia che l'università Bicocca, per bocca della sua rettrice Giovanna Iannantuoni, aveva cancellato il corso sulla vita di Dostoevskij, per "evitare polemiche in un forte momento di tensione", una raffica di telefonate ha raggiunto la radio dimostrando come il provvedimento di Bicocca veniva giudicato dagli ascoltatori alla stregua di una ordinanza del MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) di mussoliniana memoria.

Nella trasmissione ha parlato Paolo Nori, il docente che aveva curato il corso sui romanzi di Dostoevskij. Molto abbattuto, non riusciva a farsi una ragione per la cancellazione di un corso su uno dei massimi autori nella Storia della letteratura. Il professor Paolo Nori, in una sua dichiarazione, definisce la cancellazione del corso una cosa ridicola [1].

In realtà questa cancellazione non è una cosa ridicola, essendo invece un fatto di gravità inaudita.

La rettrice Giovanna Iannantuoni, appartenente a Comunione e Liberazione, si è lanciata in volo come un falco, per ghermire il povero professor Paolo Nori ed il suo corso. Evidentemente la rapace rettrice, dopo la telefonata intercorsa tra lei ed il nostro Beppe Sala, è dovuta tornare sui suoi passi. Il nostro Beppe, a sua volta, non ha mancato di prendere le distanze da colei che stava seguendo proprio il suo esempio.

In conclusione, questi episodi, insieme a quelli che si stanno verificando nel mondo dello sport ed in altri campi, sono null'altro che l'espressione della guerra ibrida, all'interno della quale ci hanno calati.

L'allargamento della NATO ad Est comporta anche questo genere di nefandezze, un costo che vogliono costringerci a sostenere. Limitarsi a definirlo una barbarie non basta.

La prima vittima della guerra è sempre la verità. Per "loro" dunque si può sacrificare anche Dostoevskij. Prepariamoci, non sarà facile, ma non ci limiteremo a dire "non ci stiamo".

È circa mezzanotte, ci giunge questa notizia di poco fa: «Nori: “Farò corso su Dostoevskij altrove, Bicocca vuole che parli di autori ucraini che non conosco”» [2].

 

La Casa Rossa, 2 marzo 2022

 

 


 

[1] Paolo Nori: "Bicocca cancella mio corso su Dostoevskij, ridicolo"

https://youtu.be/zljnCiy99xw

[2] Nori: "Farò corso su Dostoevskij altrove, Bicocca vuole che parli di autori ucraini che non conosco"