In ricordo di Domenico Losurdo

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per il CIVG, 7 marzo 2022

 

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Il 28/6/2018 morì Domenico Losurdo, sono passati solamente quasi tre anni, e la sua mancanza è sempre più sentita.

Conobbi Domenico Losurdo quando presentai a Torino al Circolo 39 il suo libro “Stalin: Storia e critica di una leggenda nera”; prima della presentazione andammo con altri due compagni a fare un boccone in pizzeria, era la prima volta che lo vidi e durante la cena, una modesta pizza, ebbi modo di parlargli, di ascoltarlo ed apprezzare la sua statura intellettuale, la sua  gentilezza ed umanità, ricordo che gli altri due commensali, un uomo ed una donna, gli fecero molte domande ed affermazioni, costoro erano due cosiddetti comunisti particolarmente dogmatici ed inconsapevolmente ridicoli, in quanto cercavano di contestare le posizioni politiche del filosofo con argomenti di tipo infantile-estremistico, io ero leggermente a disagio e speravo di ultimare velocemente la pizza per uscire e terminare quella discussione penosa, ma ciò che mi impressionò favorevolmente fu l’educato argomentare che Losurdo pazientemente e rispettosamente rivolse ai due “rivoluzionari”, senza alcuna ombra di saccenteria da grande intellettuale  quale era. Al Circolo 39, presentammo poi il libro e ricordo fra il pubblico anche Gianno Vattimo che salutò amichevolmente l’amico Losurdo, la discussione fu interessante e tutti noi avemmo l’opportunità di ascoltare una notevole, e non dogmatica, lezione di storia completamente estranea alla vulgata che su tale argomento era ormai diventata luogo comune.

 

Ricordo ai lettori solo alcune delle opere che ritengo più significative del filosofo per invogliare i lettori a leggerle o rileggerle:

1991 – La comunità, la morte, l’Occidente: Heidegger e l’ideologia della guerra.

1996 -  Il revisionismo storico.

1998 -  Il peccato originale del Novecento.

2002 – Nietzsche il ribelle aristocratico.

2007 – Il linguaggio dell’impero.

2008 – Stalin. Storia e critica di una leggenda nera.

2010 – La non violenza. Una storia fuori dal mito.

2013 -  La lotta di classe: Una storia politica e filosofica.

2014 – La sinistra assente.

2016 – Un mondo senza guerre. L’idea di pace dalle promesse del passato alle tragedie del presente.

2017 – Il marxismo occidentale.

2018 – Marxismo e comunismo.

 

L’elenco pare copioso, ma è solo una piccola parte delle opere scritte da Losurdo, invito poi i lettori a leggere il libro su Stalin anche per la preziosa postfazione di Luciano Canfora, in cui viene fatto un parallelo-analogia fra la caduta e durata dell’impero Ateniese del V secolo aC. e la repubblica sovietica.

Come si può già comprendere le opere elencate rendono non solo l’idea delle notevoli conoscenze dell’autore, ma del suo largo campo di studi e dell’attualità del loro utilizzo per interpretare l’attuale fase che stiamo vivendo.

 

 

Ricordo poi, ai lettori di questo scritto, anche l’interessante dibattito che avvenne, circa dieci anni or sono, fra Domenico Losurdo ed il compianto Costanzo Preve a proposito della dicotomia “SINISTRA-DESTRA” in cui i due filosofi, entrambi di formazione hegelo-marxista, discussero di tale tema con posizioni differenziate. (chi è interessato può trovare in rete i rispettivi interventi).

L’importanza di Losurdo è poi dovuta al suo sforzo continuo come filosofo e anche come storico, all’incessante demistificazione della propaganda rispetto alla ricerca e dimostrazione della realtà.

Cioè in sintesi realtà contro propaganda, questo è il ruolo di un intellettuale all’altezza di questi tempi di menzogna generalizzata veicolata attraverso l’informazione mediatica che subiamo.

 

Altra notevole studio di Losurdo è quello relativo alle sue posizioni rispetto al fenomeno del colonialismo, all’analisi dello sfruttamento brutale attuato dai paesi dominanti sui paesi dominati con la denuncia, dimostrata, dell’accanimento del cosiddetto “mondo libero” nel togliere la libertà a masse sterminate nel sud del mondo. Losurdo inizia da uno degli episodi fondamentali dell’anticolonialismo e cioè, della rivoluzione degli schiavi che avvenne ad Haiti, sotto la guida di Toussaint Louverture che attuò l’idea nata dalla rivoluzione francese del 1789, di abolizione della schiavitù e dell’uguaglianza di tutti gli uomini, per poi espandere la sua analisi a tuti gli altri avvenimenti attuati dai paesi occidentali nella conquista delle innumerevoli terre d’oriente e della loro conseguente rovina fino poi alla decolonizzazione in parte realizzata nel corso del 900, con il  suo acme negli anni 60-70 del secolo scorso, ma ciò che è interessante e controcorrente, è la sua condanna dell’atteggiamento mantenuto su tale problema ad opera della sinistra occidentale che mantenne e mantiene su tale tema delle posizioni alquanto tiepide.

 

In Italia e nell’occidente in genere siamo, oggi, in presenza di un pensiero unico, per il momento, vincente che non consente né distinzioni, né alcun tipo di critica seria, articolata alle scelte politiche,           ideologiche, culturali, religiose e militari odierne.

 

 Ho deciso di ricordare Domenico Losurdo senza attendere la scadenza del triennio dalla sua mancanza, proprio per ciò che sta accadendo oggi.

Perché mai come ora sarebbe utile un pensatore eterodosso, come lui, per intervenire con le sue parole di realtà nei confronti di una politica ad una sola voce che ci sta scaraventando in un baratro di irresponsabilità odiosa.

 

Luigi Cecchetti, CIVG