Comunicato Stampa: Patuanelli in audizione promette di sdoganare i nuovi OGM in Italia. ARI e il Centro Internazionale Crocevia: “Un atto gravissimo che va contro la normativa europea e la volontà pubblica”

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In risposta all’interrogazione dell’On. Nevi alla Camera, il Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha dichiarato che l’Italia farà il possibile per assicurare una normativa ad hoc per le nuove biotecnologie. Il rischio è che i nuovi OGM non siano più tracciati né etichettati e che li troveremo nei nostri piatti senza saperlo.

ROMA, 7 OTTOBRE 2021 – Centro Internazionale Crocevia, una delle più longeve ONG italiane da oltre 60 anni impegnata a promuovere i diritti dei piccoli produttori di cibo alle Nazioni Unite e nel nostro paese, e Associazione Rurale Italiana, membro del Coordinamento Europeo di Via Campesina, esprimono forti preoccupazioni a seguito delle dichiarazioni rilasciate ieri alla Camera dal Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.

In risposta all’interrogazione dell’On. Nevi, il Ministro ha dichiarato che l’Italia farà il possibile per assicurare una normativa ad hoc per le nuove biotecnologie. Il rischio è che i nuovi OGM non siano più tracciati né etichettati e che li troveremo nei nostri piatti senza saperlo.

“Questo è totalmente inaccettabile – dichiara Stefano Mori, coordinatore di Crocevia – L’Italia è un paese libero da OGM dal 2001 e che questo ha prodotto un vantaggio comparato per la produzione agroalimentare italiane non solo per quelle biologiche ma per l’insieme delle produzioni convenzionali: una garanzia che ha un peso determinante anche sulle esportazioni in Europa”.

Fabrizio Garbarino, allevatore, presidente di ARI ha aggiunto “La Corte di Giustizia europea nel 2018 ha stabilito, con una sentenza del 2018, che le nuove tecniche di creazione varietale basate sull’editing genomico (gene editing) sono equiparabili alle biotecnologie “di prima generazione”, e quindi producono organismi geneticamente modificati (OGM). Questo, per la Corte, porta a vincolare tecniche e prodotti alla valutazione del rischio prevista dalla Direttiva sugli OGM del 2001, che obbliga alla tracciabilità e all’etichettatura. Ma nonostante il Ministro abbia ripetuto più volte che “le sentenze vanno rispettate” e abbia citato la sentenza della Corte di Giustizia europea, ora propone di aggirarla modificando la legislazione corrente, proprio come chiedono le più grandi multinazionali agrochimiche e sementiere”.

La pressione delle lobby è tale che anche la Commissione Europea sta spingendo per creare una corsia preferenziale per i nuovi OGM, cambiando la legge e le norme che li regolano. Il 29 aprile, la Commissione ha pubblicato uno studio sulla possibile deregolamentazione dell’immissione in commercio degli OGM di “nuova generazione”. Su questo studio è in corso una consultazione pubblica, che chiuderà il 22 ottobre.

“Siamo nettamente contrari a regalare nuovi spazi di privatizzazione delle sementi alle grandi imprese agrochimiche – prosegue Stefano Mori – senza contare che, oltre a intensificare la presa sulle filiere agricole da parte delle multinazionali, i nuovi OGM presentano rischi ecologici e sanitari non calcolati a sufficienza. Sono moltissime le mutazioni inattese e gli effetti collaterali non previsti di queste tecniche, propagandate come precise ma in realtà altamente inaffidabili. Di fronte a tutto questo l’UE e l’Italia dovrebbero semplicemente applicare la sentenza della Corte e continuare ad onorare il principio di precauzione”.

Crocevia e Associazione Rurale Italiana chiedono al Ministro di spiegare quale sarebbe l’interesse specifico per il sistema agroalimentare italiano ad uscire dal “GMO free”, permettendo la circolazione dei nuovi organismi modificati che possono essere identificati e replicati come tali da qualsiasi concorrente sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, perdendo così la caratteristica di “GMO free” dei prodotti agroalimentari italiani.

Che ne sarebbe delle DOP, degli IGP e del biologico di cui tutti vanno fieri? Da ultimo ultimo – riprende Garbarino – “vorremmo chiedere al Ministro di dare uno sguardo all’analisi sulla struttura del mercato sementiero globale prodotta dalla OCSE: nessuna industria sementiera italiana figura neanche nelle graduatorie delle industrie sementiere considerate “piccole e prive di significato”. Forse dobbiamo aumentare la fetta di mercato delle 6 industrie sementiere che dominano il mercato europeo, di cui 4 sono europee (3 tedesche e 1 francese)?”

Al momento l’Europa non sta chiedendo niente allo stato italiano. Resta solo da implementare – e non aggirare – le sentenze, come è normale nello Stato di diritto.

 

Contatti:

Centro Internazionale Crocevia – Stefano Mori – +39 347 596 6424

Associazione Rurale Italiana – Fabrizio Garbarino – +39 331 909 2823

 

Fonte: www.assorurale.it