Che cosa c'è dietro la brutalità della polizia negli Stati Uniti d'America

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Libertà, uguaglianza, democrazia. Queste parole non hanno nulla a che fare con gli Stati Uniti d'America, come ogni americano sa. Trump è la causa di tutto questo?

 

George Floyd e Breonna Taylor diventarono simboli del movimento di protesta americana nel 2020. Il loro omicidio è diventato il compendio della brutalità e del razzismo della polizia Usa. I loro ritratti circolarono sui social media, furono dipinti sui muri e stampati sulle magliette. La terribile verità  è che le loro morti sono solo la punta dell'iceberg.

 

Breonna Taylor, 26 anni, fu uccisa da un colpo di arma da fuoco dalla polizia il 13 marzo del 2020, a Louisville, nel Kentucky. Poliziotti della Louisville Militar Police Dipartment irruppero nell'appartamento della ventiseienne operatrice sanitaria di colore, durante una operazione antidroga. Sei colpi raggiunsero la Taylor e il risultato fu la sua morte.

 

George Floyd, 46 anni, fu vittima della polizia a Minneapolis, in Minnesota. I poliziotti utilizzarono una tecnica di strangolamento durante l'arresto.

"Non riesco a respirare", le ultime parole di Floyd, divennero lo slogan di molte proteste.

 

Questi due tragici fatti mostrarono al mondo intero quanto il sistema delle forze dell'ordine americano sia imperfetto. Persino paesi come Russia, Iran e Cina, dove la repressione è comune, hanno avuto così una eccellente opportunità per criticare gli Stati Uniti.

E qui è importante notare che i politici liberali e i media non hanno dato importanza alla cosa. In anno di elezioni, hanno indirizato tutta la rabbia popolare contro Donald Trump. Terribile ipocrisia.

 

Sfortunatamente, durante gli ultimi quattro anni, molti americani non si sono resi conto che Trump è una patetica copia di un dittatore. Ossessionato dal potere e dall'attenzione su di sé, ma senza alcuna esperienza politica, Trump, anche con tutta la buona volontà, non sarebbe stato capace di creare la macchina repressiva che sono diventate le forze dell'ordine.

 

Nel 2003 la polizia prese d'assalto una scuola in Goose Creek, nel Sud Carolina. 107 ragazzi furono obbligati a giacere faccia a terra sul pavimento, minacciati con le pistole. L'operazione faceva parte di una operazione anti droga, che comunque non fu mai trovata nella scuola.  L'incidente causò una naturale idignazione tra i genitori, perché la polizia ha il diritto di perseguire soltanto singoli cittadini che abbiano una connessione reale ed evidente con la droga.

 

Nel 2013, in California, guardie dello sceriffo uccisero un ragazzo di 13 anni che aveva una pistola giocattolo in mano. Sei anni fa, il diciottenne nero Michael Brown, appena uscito da scuola, fu colpito e ucciso da un poliziotto a Ferguson, in Missouri.

 

Non si può non menzionare qui lo scandalo di Rampart, della fine degli anni 90. Allora, dozzine di ufficiali del dipartimento di polizia di Los Angeles furono condannati per cattiva condotta. Pestaggi senza motivo, creazione di false prove, furto e spaccio di droga, furti in banca, spergiuro e insabbiamento di prove sono solo alcuni dei crimini ascritti alla polizia locale. Tutto questo realizzò il caso di corruzione della polizia di maggior profilo nella storia degli Stati Uniti.

 

Ognuno di questi incidenti, e molti altri, costrinsero i politici a discutere la necessità di una riforma della polizia. Alcune misure sono state persino attuate. Per esempio, dal 2015, il 95% dei maggiori dipartimenti di polizia installarono videocamere per supervisionare le azioni. Ma studi hanno provato che questo non produsse alcun effetto sul comportamento degli ufficiali.

 

Si cercò di neutralizzare i pregiudizi raziali nelle strutture di potere diversificando le forze di polizia. Ma Jennifer Cobbina, professore di giustizia criminale nell'Università del Michigan, trovò che l'aumento di poliziotti di colore non ha contribuito alla lotta contro il razzismo.

 

La polizia americana attualmente uccide circa tre persone al giorno, questo numero è tragicamente uguale al numero degli stessi incidenti negli altri stati ricchi nel mondo, ma in un anno. Una tale colossale differenza potrebbe essere correlata alla diffusione delle armi da fuoco negli Stati Uniti, dice il professor David Hemenway.

"Dove ci sono così tanti civili che maneggiano armi, la polizia miete più vittime", sostiene.

 

Il capo della polizia della Virginia, Brandon del Pozo, a sua volta, dice che la polizia americana non può fare a meno delle armi, come nel caso del Regno Unito e dell'Islanda. D'altra parte, anche la polizia Canadese è armata, ma il livello dell'uso delle armi è molto inferiore lì. Alcuni attribuiscono la cosa al fatto che il Canada mette molta attenzione alla risoluzione pacifica dei conflitti. Questo succede anche negli Stati Uniti? No! E questo non è colpa della grande diffusione delle armi, né di Trump, né del razzismo.

 

La brutalità della polizia americana è un'idea del sistema politico degli Stati Uniti. La polizia non protegge i cittadini dai criminali, ma l'elite dai cittadini. Qualunque riforma della polizia negli Stati Uniti è inutile, perché punirebbe solo i soldati del sistema. I cambiamenti dovrebbero toccare la profonda struttura del potere negli Stati Uniti, ma persino i liberali, che ipocritamente si sono inginocchiati davanti ai cittadini di colore la scorsa estate ignorano questa ovvietà. Loro preferiscono l'illusione della solidarietà. È più facile vietare ai funzionari di polizia di utilizzare tecniche di soffocamento piuttosto che cercare di distruggere le radici dell'ineguaglianza Americana. È più facile incolpare Trump o chiunque altro per qualunque cosa. Solo, sfortunatamente, quando guarderemo indietro per valutare gli anni della presidenza di Joe Biden, le statistiche difficilmente ci gratificheranno con una riduzione della brutalità della polizia.

 

Da theduran   - 3 novembre 2020.   Traduzione di Cristina G. per CIVG.IT