I portuali genovesi da più di un anno in lotta contro i traffici d'armi che transitano dal porto di Genova (destinati in Medio Oriente, soprattutto in Arabia Saudita)

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16 febbraio 2020

 

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Dicevamo qualche giorno fa della Bahri Hofuf, passata per Genova il 18 gennaio, con a bordo (almeno) elicotteri da guerra per l'areonautica indiana, di produzione della Boeing statunitense. Dicevamo che, prima di dirigersi verso le sue tappe fisse saudite ed emiratine, aveva fatto uno scalo imprevisto a Iskenderun (tra il 27 e il 28 gennaio), nel sud della Turchia, a cento km dal confine siriano. La Hofuf, prima dello scalo genovese, proveniva come sempre dai terminali militari statunitensi e canadesi, e le aziende di entrambi i paesi vendono armi a Erdogan - in buona compagnia con tanti altri paesi europei, Italia (Leonardo) compresa -: solo gli Stati Uniti hanno rappresentato, negli ultimi anni, più del 50% dell'import militare turco.

Non sappiamo cosa abbia scaricato (o caricato) laggiù, ma a Iskenderun c'è una base militare turca accanto al porto e la vicinanza con il confine siriano, con Aleppo, Idlib e Afrin (tra i 100 e i 150 km) pone tutti i presupposti per pensare che la Bahri Hofuf abbia rifornito l'esercito turco impegnato nelle operazioni militari e d'occupazione della Siria del nord, del Rojava, ecc. Operazioni militari che, come noto, avvengono anche in collaborazione con bande jihadiste di vario tipo, aggiungendo al portato tragico della guerra anche la violenza della pulizia etnica e degli stupri. In particolare la “partita” che si sta giocando nella regione di Idlib tra esercito siriano (e alleati russi e iraniani) ed esercito turco (e alleati locali di Al Qaida) diventa sempre più centrale, perché potrebbe far riaccendere il conflitto, in realtà mai sopito.
Ma c'è di più: questo video trovato in rete (https://www.youtube.com/watch?v=twINYnChsic&feature=youtu.be) mostra come nella cittadina di Kirikhan (35 km da Iskenderun, verso la Siria), vi sia stato un transito di mezzi militari (carri armati compresi) in direzione del confine siriano appena tre (!!) giorni dopo lo scalo della Bahri Hofuf. Che siano i mezzi sbarcati dalla nave saudita noi davvero non possiamo saperlo. Ma che la Bahri, con la sua parte di flotta specializzata in rifornimenti di guerra, faccia scalo in un piccolo porto, accanto ad una base militare turca proprio a ridosso degli spostamenti di truppe e degli attacchi di questi giorni, risulta altamente sospetto.
Per chiudere su questa nave, la Hofuf prosegue il suo viaggio, e ha appena abbandonato Gibuti, nel Corno d'Africa: un piccolo stato di 700mila abitanti, con però 11 eserciti di stanza su circa 9 basi militari (tra cui Arabia saudita, Cina, Francia, Germania, Giappone, Italia, Spagna, Usa). Anche Gibuti è una tappa fissa delle navi della Bahri.

La Yanbu invece, ormai balzata agli onori delle cronache, è in arrivo a Genova. Il suo programma di viaggio nel Nordeuropa (dove non andava dalle mobilitazioni della primavera scorsa) ha avuto qualche imprevisto: lo scalo nel porto di Anversa è stato cancellato in seguito a proteste al varco portuale e Sven De Mestre, CEO della De Keyser Thorton - agenzia marittima belga - ha ammesso la presenza a bordo di armamenti destinati all'esercito saudita. Tilbury, porto inglese e tappa successiva, è stato sostituito dal più piccolo Sheerness, dopo le proteste del primo porto. A Cherbourg, in Francia, già scelto probabilmente per non tornare a Le Havre, dove l'anno scorso le proteste erano iniziate, la Yanbu ha incontrato ancora presidi e fastidi.
Infine Bilbao, tappa non presente nella scheda di viaggio dichiarata, ma aggiunta in corso d'opera (per sopperire ai mancati carichi precedenti?) e dove, in passato, le Bahri hanno sempre imbarcato esplosivi destinati alla guerra in Yemen. Anche nella città basca le proteste – organizzate dalla piattaforma La Guerra Empieza Aquí - non sono mancate e sono tutt'ora in corso.
Dopo Bilbao dovrebbe (ormai il condizionale è d'obbligo) essere il turno di Genova: lo scalo nel nostro porto ad ora è previsto per Lunedì 17 febbraio, mentre si sommano le iniziative di solidarietà o di contrasto alla guerra in questi giorni: a Marsiglia, a Basilea, a Firenze, a Pisa, a Cagliari.

 

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Da Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali Genova