SOS Yugoslavia: la nostra solidarietà concreta…continua

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settembre 2019

Progetto “RAMPE per lavoratrici invalide” della azienda cooperativa SREDO

 

 

Iniziato un nuovo Progetto di Solidarietà concreta in Serbia. Su indicazione del Sindacato Samostalni di Kragujevac, con cui collaboriamo da vent’anni, abbiamo avviato un Progetto di costruzione di alcune rampe, in quanto delle 70 donne lavoratrici 65 sono lavoratrici invalide, compreso il presidente che è anche il segretario sindacale. Qui sotto troverete la storia di queste lavoratrici, ricostruita da Rajka Veljovic, che sarà la nostra referente di fiducia sul posto. Abbiamo iniziato con il finanziamento per la costruzione di due rampe.

 

Ringraziamo come sempre tutti coloro, e sono ancora tanti, che continuano ad aiutarci ad aiutarli…a RESISTERE.

 

 

 

Ecco la loro storia riportata da Rajka Veljovic; è un la storia dello smantellamento della Zastava, o meglio di quanto non avevano già distrutto le bombe della NATO nel 1999:

“ Una delle aziende del gruppo Zastava a suo tempo era ZASTAVA INPRO, praticamente un officina dove lavoravano invalidi. Durante la scomposizione del Gruppo era stato loro promesso che essa sarebbe stata protetta dalla privatizzazione. Ma la promessa non fu mantenuta.

Prima fu scomposta in 2 aziende. Una di loro con 100 operai che produce rimorchi (con lavoratori non invalidi), fu poi privatizzata e comprata azienda francese TRIGANO.

L'altra, dove lavoravano solo invalidi, in maggioranza donne, produceva divise per vigili di fuoco, esercito e polizia; questa seconda venne liquidata e tutte le lavoratrici invalide licenziate. Su proposta del Sindacato Samostalni, 70 di loro si sono unite e hanno costituito una azienda cooperativa.  Alle lavoratrici era stata data una liquidazione di 200 euro per ogni anno di anzianità (le lavoratrici sono giovani per cui la liquidazione media era stata al massimo di 2000 euro in totale a ciascuna).

Dopo la liquidazione le lavoratrici hanno deciso di costituire una nuova azienda, soprattutto perchè i clienti con cui la direzione collaborava in precedenza avevano promesso di continuare la collaborazione. Infatti in questo momento le maggiori forniture sono con le strutture militari della Repubblica Serba, con intermediazione di Governo e Sindacato.

Occorre sapere che la legge serba di riabilitazione professionale ed assunzione al lavoro degli invalidi offre alla Repubblica di Serbia, alle Autonomie locali o alle unioni degli invalidi la possibilità di costituire nuove aziende. La condizione è che almeno il 50% degli assunti siano invalidi, e che almeno il 10% degli invalidi che vengono assunti siano in condizioni speciali. Quindi le lavoratrici avevano tutti i requisiti per costituire una nuova azienda. Lo stato è vincolato a versare ad ogni invalido il 50% del salario medio in Serbia.

70 lavoratrici hanno dato 300 euro ciascuna e con questa somma (21000 euro) hanno restaurato negli aspetti più essenziali uno stabile che hanno preso in affitto; fortunatamente il proprietario ha dato a loro 2 anni gratuiti (senza affitto da pagare in cambio della restaurazione).

Con il resto dei soldi hanno comprato delle macchine da cucire, di cui una parte a leasing con il periodo di pausa di 2 anni ( perché i soldi non bastavano).

L'unica condizione rimasta da rispettare è rimasta la rampa per invalidi; il problema infatti era che non c’era un accesso per gli invalidi in sedia a rotelle. Nonostante questo le lavoratrici  hanno già cominciato subito a lavorare (con rischio personale), innanzitutto per non perdere i clienti.

Ogni rampa costva attorno ai 1400 euro, con preventivi vigilati dal Sindacato.

Ogni lavoratrice ad oggi percepisce un salario di 5 euro al giorno, senza distinzioni di ruoli”.

 

 

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