Nuovo governo greco: cosa cambia nelle relazioni con la Cina?

In Grecia si gioca una partita importante per il futuro della Belt and Road Initiative. Il governo guidato da Syriza aderì formalmente al progetto nel 2018. Il porto del Pireo, gestito dalla compagnia cinese COSCO, è un hub strategico del Mediterraneo, che unisce il percorso marittimo alla tratta terrestre della Nuova Via della Seta. La recente vittoria elettorale di Nuova Democrazia, che coincide con un rinnovamento degli organi dirigenti dell’UE (con l’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Europea) potrebbe cambiare le carte in tavola? Se lo è chiesto Stuart Lu, in un articolo recentemente comparso sul South China Morning Post.

A cura dell’ Osservatorio Italiano Silk Road/CIVG

                   

Kyriakos Mitsotakis (Nuova Democrazia), recente vincitore delle elezioni politiche greche

 

Il neo primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis dovrà decidere se continuare ad aprire il paese agli investimenti cinesi dopo la vittoria elettorale di domenica scorsa.

Sebbene il precedente governo guidato da Syriza abbia aderito alla Belt and Road Initiative nel 2018, all'inizio dell'anno il leader del partito di New Democracy di centro-destra dichiarava all'emittente statunitense PBS che "Non capisco cosa significhi unirsi formalmente alla Belt and Road... Nessuno mi ha contattato con un'offerta formale".

I media greci hanno subito ripreso la gaffe, evidenziando come la Grecia sia stato il primo paese sviluppato a firmare un memorandum d'intesa con la Cina su questo progetto globale multimiliardario.

Ora Mitsotakis dovrà stabilire se continuare a corteggiare gli investitori cinesi mentre il paese lotta per rilanciare la sua economia dopo la crisi di quest’ultimo decennio, a fronte di un atteggiamento sempre più scettico da parte dell’UE nei confronti di Pechino.

Non va dimenticato che è stato proprio un governo guidato da Nuova Democrazia, nel 2004, a inaugurare per primo il rafforzamento delle relazioni greco-cinesi che oggi coinvolgono numerosi settori, specialmente in campo marittimo", ha detto Maria Skordeli, consigliere per la politica estera dell'ex primo ministro Kostas Karamanlis tra il 2004 e il 2009.

                    

Kostas Karamanlis, Primo Ministro greco fra il 2004 e il 2009: è il suo governo a inaugurare un deciso rafforzamento delle relazioni fra Atene e Pechino.

"Nuova Democrazia ha adottato un approccio multilaterale in politica estera, che parallelamente al mantenimento del paese all'interno dell'UE e della NATO, ha puntato a rafforzare le relazioni con i partner periferici, ponendo l'accento sulla cooperazione economica", ha affermato.

L'obiettivo era, inoltre, che la Grecia approfittasse della sua collocazione geopolitica per trasformarsi in un hub per il commercio e l'energia su una scala regionale più ampia, un obiettivo coincidente con quelli della Belt and Road Initiative.

"Oggi, alla luce della crisi economica in Grecia, questo approccio è più che mai attuale e mi aspetto che, in caso di un governo della Nuova Democrazia, le relazioni tra Cina e Grecia si rafforzeranno".

La vittoria dell’ex studente di Harvard Mitsotakis ha coinciso con un cambiamento nella leadership dell’UE e Ursula von der Leyen, neoeletta presidente della commissione UE, in precedenza aveva chiesto una linea più dura nei confronti della Cina, un atteggiamento che potrebbe complicare le relazioni politiche di Atene.

Il precedente governo greco guidato da Alexis Tsipras ha lavorato per rafforzare ulteriormente i legami con la Cina, sottoscrivendo la piattaforma "16 + 1" e trasformandola in "17 + 1" [con l’ingresso, per l’appunto, della Grecia, NdT], con cui Pechino ha garantito ai paesi dell’Europa sud-orientale miliardi di dollari in prestiti e investimenti.

 

                               

Nikos Kotzias, Ministro degli Esteri greco durante il governo Tsipras, e il suo omologo cinese Wang Yi, al termine della sigla del memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative il 27 agosto 2018.

 

La compagnia marittima di stato COSCO opera da un decennio nel porto greco del Pireo ed è ormai in procinto di trasformarlo nel terminal container più trafficato del Mediterraneo entro la fine di quest'anno.

Tuttavia, in aprile il CAC (Central Archaeological Council) greco ha rigettato all'unanimità il piano di espansione di COSCO, tutelando metà del porto come sito archeologico.

A tal proposito Skordeli ritiene che Mitsotakis lavorerà per rimuovere gli ostacoli rimanenti "con reciproco vantaggio di entrambe le parti", soprattutto perché le operazioni di COSCO risalgono al 2008, quando era al potere la Nuova Democrazia.

Le transizioni politiche in Grecia hanno mostrato scarso impatto sulle sue relazioni con la Cina, rendendo il paese uno dei partner europei più affidabili di Pechino.

La Cina è stata sempre percepita favorevolmente in Grecia, sia tra i decision maker sia a livello pubblico", ha affermato il professor Kostas Ifantis, specializzato in relazioni internazionali presso l'Università Panteion di Atene.

 

Kostas Ifantis – Professore Associato di Relazioni Internazionali presso l’Università Panteion (Atene)

 

Oserei prevedere che molto presto verrà predisposto un vasto piano [da parte del governo greco, NdT] in cui verranno stabilite nuove aperture verso paesi come la Cina", ha affermato Ifantis. "La Grecia è un'economia affamata di investimenti e Mitsotakis ha chiaramente articolato il suo programma per trasformare la Grecia in un polo appetibile per gli investimenti diretti esteri e in un'economia guidata dalle esportazioni”.

Ifantis ha anche evidenziato come Atene rimarrà attenta agli sviluppi futuri delle relazioni Cina-UE-Stati Uniti. "Più tali relazioni saranno funzionali e prevedibili, più saldo sarà il rapporto tra Atene e Pechino", ha affermato.