KOREA NOTIZIE – dicembre 2018

  La Corea è Una 

 

A cura del Comitato  per la Pace e Riunificazione Corea – Torino/CIVG   info@civg.it

Sommario:

- Corea Nord: Appello per l’undicesimo anniversario commemorativo della Riunione di unificazione nazionale    

- Editoriale di Enrico Vigna, CPRC/CIVG

Campagna per la Pace in Korea  -   Veterans for Peace, USA

- La religione nella Repubblica Popolare Democratica di Corea. Il cristianesimo       

- Petizione Internazionale che richiede la realizzazione della Libertà di Espressione nella Repubblica di Corea

-  STOP alla costruzione di una nuova base militare USA a Henoko, Okinawa !

- Corea del Sud: Campagna per "I diritti delle lavoratrici domestiche devono essere tutelati". 7° anniversario della Giornata internazionale delle  lavoratrici e lavoratori domestici

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Corea Nord: Appello per l’undicesimo anniversario commemorativo della Riunione di unificazione nazionale    

                 

L’Arco della Riunificazione a Pyongyang

Nel comunicato si dice che è passato il tempo, in questi 11 anni da quando fu adottata la dichiarazione del 2007 tra i leader del nord e sud Corea, che proposero un piano d'azione storiconella dichiarazione congiunta Nord-Sud per le relazioni reciproche, la pace e la prosperità.

La “Dichiarazione Panmunjom " firmata congiuntamente nel settembre scorso a Pyongyang", è il proseguo del cammino nazionale per i due popoli, per la prospettiva dell’unificazione e di soddisfare le esigenze di una nuova era innovativa per le  relazioni Nord-Sud, verso una pacifica riunificazione.

Un appello è stato presentato oggi, per fare della “Dichiarazione di Panmunjom” e della "Dichiarazione congiunta di Pyongyang di settembre", un fermo impegno per accelerare da fratelli l’avanzata verso la pace e la prosperità, proponendo questo percorso:

  1. Lasciare che il destino del nostro popolo continui ad andare avanti in una nuova era di pace e prosperità, che determiniamo noi stessi e indirizziamo verso una nuova storia! Affrontando tutte le questioni sollevate nella realizzazione della pace, della prosperità e dell'unificazione del paese in un'ottica di priorità nazionale, importanza nazionale, come popolo unito e governi.
  2. Escludiamo assolutamente il pericolo della guerra e rendiamo il nostro paese un luogo di pace senza armi nucleari e minacce nucleari!                                                               Rispettando completamente gli accordi militari della “Dichiarazione di Panmunjom "e della Dichiarazione congiunta di settembre a Pyongyang". Rendendo la nostra penisola una zona di pace granitica e duratura  nella  pratica!
  3. Raggiungere la prosperità reciproca del popolo attivando una cooperazione multiforme, con scambi e contatti tra il Nord e il Sud.                                                                               Risolviamo i problemi umanitari causati dalla divisione e riuniamo le famiglie divise e i parenti! Dimostriamo l'alto livello di unità del popolo coreano, in giorni di ricorrenza  comuni della Corea del Nord e della Corea del Sud, organizzando eventi congiunti tra autorità, partiti politici, gruppi e persone di ogni ceto sociale e di altri luoghi. Celebriamo I nostri fratelli in onore della lotta patriottica nazionale nel 100° anniversario della rivolta popolare, che rappresenta il punto più onorevole della lotta contro l’invasore giapponese nel nord e il sud congiuntamente. Così che facciamo rivivere ancora una volta la spina dorsale indomabile della nostra nazione! Mostriamo al mondo la saggezza, il talento e l'unità della nazione attraverso il progresso del Nord e del Sud nei giochi sportivi internazionali e nei festival di cultura e arte!

 


 

  1. Che tutta la nazione si unisca alla volontà e al volere mantenere fino in fondo la “Dichiarazione di Panmunjom” e la "Dichiarazione congiunta di settembre di Pyongyang"! Il futuro della nostra nazione sta nel contribuimento e nel fare in modo che Nord e Sud possano sopravvivere insieme qui e anche all’estero, difendendo e praticando le due Dichiarazioni, per scrivere una nuova storia di pace, prosperità e unificazione

 

Da KCNA    ottobre 2018

 


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La speranza che il processo di pace e riunificazione del popolo coreano avanzi e porti al raggiungimento dell’obiettivo, trova nuovi alimenti nelle notizie e nella progressiva intensificazione delle relazioni tra i due stati, senza coinvolgimenti altri.
I sinceri amanti della pace e amicizia tra i popoli, spera che l'evoluzione della situazione nella penisola coreana, che sta facendo buoni passi avanti, porti a una pace duratura.
Al fine di stabilire un meccanismo di pace permanente e duraturo nella penisola, è certamente necessario che qualsiasi attività militare delle due parti sia congelata, così come qualsiasi “ingerenza” o “interferenza esterna sia impedita e ripudiata. Questi aspetti, se avverranno, non aiutano certo le due parti ad appianare le varie difficoltà, disaccordi o diffidenze storiche, tantomeno a costruire un processo di pace vero e risolutivo.
Sia il Nord che il Sud ai colloqui inter-coreani di Pyongyang in settembre si sono impegnati a lavorare per la fine di ostilità militari reciproche, per arrivare ad una definitiva rimozione del pericolo di guerra nell'intera penisola coreana, specificata come priorità nella "Dichiarazione congiunta di settembre a Pyongyang". Un atto di grande importanza nel preservare la pace e la sicurezza non solo nelle due Coree, ma anche nella regione intorno e nel mondo.

E’ evidente per tutti che qualsiasi minaccia o tensione effettiva, in uno scenario dove sono in corso delle trattative, la situazione già difficoltosa di un dialogo di per sé storicamente tortuoso, si romperebbe e tutto tornerebbe allo stato originale.

La questione delle esercitazioni di guerra è sempre stata per i due paesi, da decenni , il termometro politico delle relazioni e dei processi più volte tentati di pace e confronto tra i due governi; per molti e sfaccettati motivi, anche dipendenti dal ruolo delle grandi potenze che sono comunque implicate in questo processo di pace, chi per ostacolarle, chi per aiutarle. A seconda degli interessi strategici, o guerrafondai o per obiettivi di pace.

Se la volontà è effettiva e reale per un processo di pace, riunificazione e sviluppo, di indipendenza e sovranità nazionale, i due governi lo dimostreranno nei fatti, istituendo e realizzando un procedimento permanente e duraturo di chiusura di qualsiasi tipo di esercitazioni militari con forze straniere ed esterne, causa di tensioni ed è evidente che in questa situazione, sarà il Sud in particolare che dovrà dimostrare la sua volontà effettiva di un processo di pace,… in quanto il comandante in capo dell’esercito sudcoreano è un generale dell’esercito statunitense!

Enrico Vigna per i CPRC Torino.                    

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Campagna Pace in Korea  -   Veterans for Peace, USA

 

 

Gli obiettivi.

La Korea Peace Campaign (KPC) è un progetto nazionale dei VFP (Veterani per la Pace) il cui compito è quello di ottenere una fine pacifica della persistente, costosa guerra di Corea, guarire le ferite della guerra e promuovere la riconciliazione e l'amicizia tra americani e coreani.

Il lavoro della KPC

Lanciata nel 2002, quando l'amministrazione Bush aveva scartato l'accordo USA-Corea del Nord del 1994, la campagna mira a compiere la missione di  a) educare il pubblico americano circa la vera storia del ruolo degli Stati Uniti in Corea; (b) scambiare delle delegazioni di pace tra Stati Uniti e Corea; c) aiutare le vittime della guerra di Corea;  d) promuovere la fine ufficiale della guerra di Corea sostituendo l’armistizio con un trattato di pace.

Nel 2005, la KPC ha organizzato una Conferenza nazionale per porre fine alla guerra coreana alla Georgetown University Law Center, con gli avvocati del National Lawyers della Guild-Korea Peace Program, e ha adottato la Dichiarazione americana di Pace con il popolo coreano.

Nel 2006, la KPC ha mandato una delegazione di pace di cinque veterani, tra cui tre veterani della Guerra di Corea, in Corea del Sud per mostrare la nostra solidarietà con gli abitanti del villaggio coreano di Pyongtaek che stavano lottando contro l'ampliamento della base militare statunitense.

Nel 2009, il KPC ha assistito una coalizione di gruppi pacifisti statunitensi nell'organizzazione della campagna nazionale per porre fine alla guerra di Corea.

Dal 2010 al 2015 alcuni membri del VFP, incluso il Col. Ann Wright, Larry Kerschner e Tarak Kauff, hanno visitato Jeju per unirsi agli abitanti del villaggio della Corea del Sud che protestavano contro la costruzione di una base navale a Gangjeong Village.

Nel 2015, la KPC ha contribuito a lanciare la Rete della Pace in Corea, una coalizione di gruppi pacifisti americani e di organismi umanitari che lavorano sulle questioni della Corea.

La KPC incoraggia i veterani, in particolare quelli della guerra di Corea, a partecipare a questa campagna.

Il background storico.

Gli Stati Uniti stanno conducendo in Corea la guerra più lunga della loro storia.

Dopo aver diviso la Corea in due alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le forze armate statunitensi sono state occupanti dalla Corea del Sud fin dal 1945. Lo zio Sam ha istituito un governo militare statunitense in Corea del Sud per tre anni, istituendo un regime separato nel Sud (ROK) nel 1948, e intervenendo nella guerra civile coreana del 1948-53, devastando l'intero paese con pesanti e indiscriminati bombardamenti. La terribile guerra fu interrotta con un cessate il fuoco solo nel 1953. In seguito, gli Stati Uniti nel 1958 hanno introdotto armi nucleari in Corea del Sud in violazione dell'Accordo di Armistizio, scatenando un'intensa corsa agli armamenti con la Corea del Nord. Le truppe militari statunitensi in Corea del Sud sono circa 30.000, e costano miliardi di dollari ogni anno. A partire dal 1950 gli Stati Uniti imposero e mantennero pesanti sanzioni economiche contro la RPDC. La tragedia della guerra di Corea è ancora in corso oggi senza un trattato di pace.

VFP-KPC esorta le sezioni locali dei VFP e gli altri gruppi interessati a organizzare un forum locale per la pace in Corea (con proiezione di film, relatori, ecc.), per migliorare la comprensione del pubblico circa la necessità di mettere fine alla guerra coreana con un trattato di pace.

Per favore se state organizzando un forum o avete bisogno di maggiori informazioni o aiuto contattate la Korea Peace Campaign: kpc@veteransforpeace.org.

 

La cerimonia di commemorazione al Monumento dei caduti della Guerra di Corea.

 

In ossequio al 65° anniversario dell'Accordo di Armistizio temporaneo della Guerra di Corea, oltre ad alzare la nostra voce a favore della fine ufficiale della guerra di Corea tramite un trattato di pace, il 28 maggio alle 12:00 abbiamo organizzato una cerimonia speciale per il Memorial Day della Guerra di Corea al Memoriale dei veterani a Washington DC.

Le due figlie di Cuck Overby hanno partecipato alla cerimonia e hanno letto due poesie di Chuck: "Visioni notturne" e "Incapacità".

Inoltre i Veterani per la Pace hanno letto il messaggio di Paul ("Pete") McCloskey e la lettera di Jack Doxey alla famiglia del suo compagno di guerra in Corea nel 2008, informandoli del fatto che il suo amico Leroy G. Hauger era stato ucciso circa un mese prima del cessate il fuoco.

Il gruppo ha anche letto il messaggio del presidente dei VFP, la Dichiarazione di pace di Panmunjom (firmata da entrambi i leader della Corea il 4/27) e il Trattato di pace dei popoli con la Corea del Nord, che è stato firmato online da circa 30.000 persone.

Il VFP saluta con favore la dichiarazione congiunta del vertice USA-RPDC.

Veterans For Peace (VFP) è molto toccato dal fatto che lo storico vertice US-DPRK si sia tenuto a Singapore il 12 giugno. Accogliamo con favore la dichiarazione congiunta emessa dal summit particolare e ci congratuliamo con il presidente Trump e il presidente Kim Jong Un per il summit.

La dichiarazione congiunta dei due leader fornisce un'importante tabella di marcia per raggiungere la pace permanente e la denuclearizzazione nella penisola coreana. Speriamo che questa affermazione sia una grande svolta nelle relazioni ostili tra gli Stati Uniti e la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RDPC) degli ultimi 70 anni. Li esortiamo a perseguire una politica di massimo impegno per ulteriori colloqui in buona fede, nonché scambi e cooperazione reciproci, compresa una rapida ripresa delle operazioni di rimpatrio dei congiunti e di rimpatrio dei resti di soldati statunitensi rimasti in Corea del Nord.

È anche incoraggiante notare come il comunicato congiunto affermi che "il presidente Trump si è impegnato a fornire garanzie di sicurezza alla RPDC". A poche ore dalla firma della Dichiarazione Congiunta, il Presidente ha sorpreso molti annunciando una sospensione dei "giochi di guerra" congiunti U.S.-ROK (Corea del Sud), che ha definito "costoso" e "provocatorio". Applaudiamo all'audace passo - tanto necessario per ridurre le tensioni militari in Corea - quanto più tempestivo e necessario per far volgere la politica degli Stati Uniti dalla massima pressione al massimo impegno. Di fatto, è anche una giusta risposta alle misure unilaterali di disarmo del governo nordcoreano già adottate, incluso il congelamento a tempo indeterminato dei test sulle armi nucleari e sui missili balistici e la chiusura del suo sito sotterraneo per i test nucleari. Inoltre, la Corea del Nord ha recentemente rilasciato tre detenuti americani.

Tuttavia, questo storico vertice per la pace nella penisola coreana è stato accolto con un diffuso scetticismo da parte dei media mainstream, che sembrano partire tutti dagli stessi erronei punti di vista. Ancora più allarmante è la critica esplicita di molti al Congresso, sia democratici che repubblicani. Si sentono più a loro agio con un pericoloso stallo nucleare che prosegue la costosa guerra coreana, sprecando i nostri soldi delle tasse per inutili spese militari?

Come organizzazione per la pace di veterani statunitensi che auspicano da tempo la fine ufficiale della guerra di Corea, siamo lieti di vedere gli sviluppi positivi per la pace e la denuclearizzazione nella penisola coreana. Siamo orgogliosi del fatto che, a partire dallo scorso novembre, abbiamo lavorato duramente, insieme ad altri gruppi di pace statunitensi per la stesura e la promozione del Trattato di pace con il popolo della Corea del Nord, che è una dichiarazione pubblica di persone americane che hanno a cuore la pace con il popolo della Corea del Nord. È abbastanza incoraggiante vedere come oltre 30.000 americani abbiano firmato questo trattato online. Ciò dimostra chiaramente che non solo i coreani, ma anche gli americani, vogliono porre fine alla guerra di Corea con un trattato di pace.

Mentre ci fermiamo a celebrare la dichiarazione congiunta del summit di Singapore, sappiamo che abbiamo molto più lavoro da fare nei prossimi mesi e anni. Terremo gli occhi sull’obiettivo, resteremo vigili e supereremo la politica partigiana. Esortiamo inoltre i nostri membri e gli americani a invitare i nostri funzionari governativi a compiere il prossimo passo coraggioso per negoziare e firmare un trattato di pace che ponga fine alla guerra coreana - la più lunga guerra degli Stati Uniti - ufficialmente, mentre festeggiamo il 65 ° anniversario dell'Accordo di Armistizio che cade questo luglio

  Coordinatore  John Kim, kpc@veteransforpeace.org

A cura del CIVG

 

 

La religione nella Repubblica Popolare Democratica di Corea. Il cristianesimo

Il cristianesimo è presente in Corea del Nord dalla fine del XVIII secolo. I primi missionari cattolici arrivarono nel 1794, dieci anni dopo si formò un movimento cattolico laico di base in tutta la penisola. Attraverso gli scritti del missionario gesuita Matteo Ricci, si è potuto risalire ai vari accadimenti della presenza cristiana in loco. Uno studio del 1801 ha rilevato che più della metà delle famiglie che si erano convertite al cattolicesimo erano legate alla scuola di Silhak. Causa il rifiuto dei convertiti di eseguire rituali ancestrali confuciani, il governo di Joseon proibì il proselitismo del cristianesimo, reprimendo molti seguaci nel XIX secolo, ma la legge restrittiva non fu mai applicata rigorosamente. I missionari protestanti entrarono in Corea durante il 1880 insieme a preti cattolici, convertendo molte famiglie. Durante l'occupazione coloniale giapponese,che perseguitò duramente il cristianesimo, i cristiani si schierarono al fianco della lotta per l'indipendenza, pagando anche con l’impiccagione di molti cristiani. Questo fatto rese popolare il cristianesimo, che fu sentito come parte di un sentimento nazionale e patriottico coreano. La presenza di cristiani fu sempre molto più numerosa al sud che al nord.  

Fino al 1948 a Pyongyang vi era un importante presenza cristiana: alcune decine di migliaia. Molti comunisti e combattenti per la liberazione dai giapponesi provenivano da un contesto cristiano. La stessa madre di Kim Il-sung era una diaconessa presbiteriana, frequentava la scuola di una missione e suonava l'organo in chiesa. Nelle sue memorie “With the Century” , scrisse: "Non penso che lo spirito del cristianesimo che predica pace e armonia universale contraddica la mia idea che sostiene una vita indipendente e libera per l'uomo". Nel 1945, con la liberazione dal Giappone e l'instaurazione del governo comunista nel nord, molti cristiani si trasferirono al sud, per timore di persecuzioni, in quanto il cristianesimo, in particolare il protestantesimo e i presbiteriani, erano finanziati dagli Stati Uniti e durante la guerra nemici e ostili al nuovo governo, per questo ilgoverno nordcoreano, ma anche gran parte della popolazione era molto diffidente e maldisposta,  causa l’ associazione di questi con gli USA oppressori e nemici, senza dimenticare i continui tentativi di spionaggio nel paese, utilizzando falsi missionari o missionari complici. Non va dimenticato o tralasciato che si era in un periodo di assoluta guerra fredda, non solo lì ma in tutto il mondo, ed il popolo coreano subì ferite e prezzi tremendi in quegli anni.

Negli anni '80, la Repubblica Popolare Democratica di Corea, stampò la prima edizione tradotta della Bibbia in lingua coreana in 20.000 copie, poi utilizzata dai missionari del Sud che visitavano il Nord. 

 

 

Verso la fine degli anni '80, fu percettibile che i cristiani erano attivi anche tra la dirigenza governativa, e in quegli anni furono aperte a Pyongyang tre nuove chiese, due protestanti e una cattolica.

Le relazioni col  cristianesimo  migliorarono ancora quando in Svizzera nel 1988, fu organizzato con il consenso del governo di Pyongyang, un "Seminario internazionale dei cristiani del Nord e del Sud per la pace e la riunificazione della Corea"

Alla fine dell’anno rappresentanti del Papa parteciparono all'apertura della cattedrale di Changchung di Pyongyang, da cui furono poi inviati due preti novizi della Corea del Nord per studiare a Roma . 

 

Cattedrale di Changchung, diocesi cattolica di Pyongyang

Addirittura un seminario protestante a Pyongyang aveva tenuto corsi a futuri funzionari del governo nordcoreano. Nel giugno 1988 fu ufficializzata una nuova associazione di cattolici romani.

Un pastore protestante, riportò in un incontro del 1989 del Consiglio Nazionale delle Chiese a Washington, che in Corea del Nord, sua patria, vi erano 10.000 protestanti e  qualche migliaio di cattolici. Ed erano conosciute oltre 500 chiese domestiche ufficiali, cioè situate in case familiari, soprattutto nelle campagne.

 

La chiesa protestante di Bongsu a Pyongyang

 

 

 

Nel 1992 e nel 1994, l'evangelista americano Billy Graham, con l’obiettivo di costruire nuove relazioni di amicizia e rispetto reciproco, con il governo nord coreano, visitò la Corea del Nord,dove incontrò ufficialmente Kim Il-sung, donandogli una Bibbia e potè tenere un consesso all'Università Kim Il-sung. In un discorso del1999, Graham parlò delle sue relazioni il grande leader, a suo avviso un “particolare tipo di comunista e uno dei più grandi combattenti per il suo paese contro l’invasore giapponese". 

 

 

I cristiani nordcoreani sono ufficialmente rappresentati dalla Federazione cristiana coreana , un organismo riconosciuto e parte dello stato, responsabile dei contatti con chiese e governi all'estero, che rappresenta circa il 2% di credenti cristiani del paese. 

La FCC fu fondata nel 1946, da comunisti e combattenti cristiani, che avevano combattuto contro i giapponesi; suo primo leader fu il pastore Kang che nel novembre del 1946 al Congresso del Popolo di Pyonyang fece una dichiarazione ufficiale dove si affermava di riconoscersi come FCC nella leadership dI Kim il Sung, di non riconoscere il governo della Corea del sud, di ritenere la FCC come parte della leadership del popolo e che loro rappresentanti si presenteranno alle elezioni governative.

 

In questa foto il canadese Erich Weingartner Segretario della Commisione degli Affari Internazionali delle Chiese (CCIA) e responsabile del Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC), in visita a Pyonyang con il Rev. Hwang Min U ministro della chiesa protestante di Chilgol e il Rev. Ri Jong.

 

A Pyongyang ci sono cinque luoghi di culto cristiano, uno cattolico, una ortodosso e tre protestanti. Ci sono anche Fondazioni, comitati e organismi umanitari di natura cristiana internazionali, che operano legalmente nel paese, ma con l’obbligo di non fare proselitismi.

https://youtu.be/0f_lg4QG2iY      Chiesa di Jangchung

In questo video un intervista con sottotitoli in inglese, al segretario dell’Associazione Cattolici di Pyongyang:        https://youtu.be/YtaIZHFDSTk

https://youtu.be/ajp5ZKibyXoErrore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.Chiesa ortodossa a Pyongyang

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Petizione Internazionale che richiede la realizzazione della Libertà di Espressione nella Repubblica di Corea

 

Lee Seok-ki libero!

Il parlamentare sudcoreano Lee Seok-ki è stato condannato dal tribunale di Seul a 9 anni di reclusione. Sarà rilasciato nel settembre 2022.

Nei suoi 20 anni a partecipato ai movimenti studenteschi, nei suoi 30 anni ha dovuto vivere in clandestinità per le persecuzioni nei suoi confronti, ha lavorato nei suoi 40 anni quando è tornato nella legalità. Ora dovrà vivere i suoi anni 50 in una cella e potrà tornare nella società solo a 60 anni.

Condannato a 9 anni di carcere con l'accusa di tentativo di insurrezione e violazione della legge sulla sicurezza nazionale.

Nel settembre 2013, Lee Seok-ki, un membro dell'Assemblea nazionale e 6 membri del Partito Progressista Unificato della Corea del sud, sono stati accusati di cospirazione per un insurrezione, incitamento alla ribellione e violazione della legge di sicurezza nazionale. All'epoca, le lotte popolari e del partito di opposizione contro il presidente Park Geun-hye raggiunsero il loro apice attorno allo scandalo del NIS ( Servizi di Intelligence Nazionale), quando il NIS interferirì illegalmente nelle elezioni presidenziali. Le registrazioni di un discorso di Lee Seok-ki ai membri del Partito Progressista Unificato, in cui milita, durante un assemblea, è stata l'unica prova presentata contro di lui concreta.

Prima e dopo  il suo intervento non si è mai verificato alcun atto di violenza o di illegalità da parte dei militanti del Partito. Il sospetto dei membri dell’opposizione e dei media indipendenti è che il governo che stava perdendo terreno a causa dello scandalo relativo alle elezioni presidenziali fabbricò l'accusa proprio come gli ex dittatori della storia sudcoreana fecero per ben 6 volte contro Presidenti o capi di governo. Nel gennaio 2015, la Corte Suprema ha lasciato cadere la carica di cospirazione per l’insurrezione, ma li ha riconosciuti colpevoli di incitamento alla ribellione e violazione della legge sulla sicurezza nazionale, condannandoli a 9 anni di reclusione.
La legge sulla sicurezza nazionale e l'incitamento alla carica di ribellione sono un retaggio esclusivo dell'era della guerra fredda e della dittatura.
La legge sulla sicurezza nazionale, che fu temporaneamente istituita nel 1948 per rispondere ai rischi militari con la Corea del Nord, è una legislazione concepita per accusare e criminalizzare le opinioni politiche dissidenti, per non permettere una discussione libera. In particolare, gli ex dittatori coreani la avevano spesso usata insieme alla clausola dell'incitamento alla ribellione per fare passare le critiche politiche come un crimine contro lo stato. È chiaro che la legge sulla sicurezza nazionale è un ostacolo chiave nel perseguire i diritti garantiti e specificati negli Accordi  Internazionali sui diritti umani. Molte organizzazioni e anche il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha invitato il governo coreano ad abolire o  modificare questa legge.
In Corea del sud, la libertà di espressione è spesso gravemente ostacolata. Le critiche contro il governo, comprese attività creative di artisti e attività su Internet, vengono perseguite penalmente. Il caso di Lee Seok-ki, che è stato condannato a 9 anni di prigione a causa dei suoi 90 minuti di un intervento pubblico, è un esempio simbolico che rivela il suo serio ostacolo.
Abbiamo assistito allo sviluppo della democrazia e al miglioramento dei diritti umani in Corea, che sono stati duramente guadagnati dagli sforzi della popolazione coreana. E ora, in questo momento, ci sentiamo molto delusi e preoccupati e, di conseguenza, chiediamo al governo quanto segue.

- Abolire la legge sulla sicurezza nazionale e l'incitamento al crimine di ribellione e garantire la libertà di espressione!
- Libertà subito per Lee Seok-ki e gli altri 6 prigionieri del PPU!
- Interrompere immediatamente tutte le indagini e le detenzioni in corso su questo caso!
- Attenersi e accettare tutti gli articoli delle Convenzioni internazionali sui diritti umani!

Da savelee.kr  

Il CIVG (Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia), da sempre al fianco dei popoli e paesi aggrediti, ritiene la battaglia per la liberazione dei Prigionieri politici in Corea del Sud, pienamente  interna ai nostri intenti e obiettivi. Aderisce e si mette a disposizione per eventuali iniziative di sostegno e solidarietà da loro richieste, qui in Italia.

 

STOP alla costruzione di una nuova base militare USA a Henoko, Okinawa !

 

La Coalizione contro le basi militari straniere degli Stati Uniti sostiene la volontà democratica del popolo di Okinawa e si oppone alla costruzione della base militare degli Stati Uniti a Henoko.
 
La memoria della morte e della distruzione della battaglia di Okinawa è profonda e presente ancora oggi, mentre il governo centrale giapponese, in collaborazione con il Pentagono, tenta di costruire un'altra pista di atterraggio degli Stati Uniti, che distruggerebbe l'incontaminata baia di Oura a Henoko, nonostante l'opposizione dell’ l'80% del popolo di Okinawa e dal loro governatore, Denny Tamaki.
Ignorando la volontà popolare e l'opposizione internazionale, anche da parte di molti veterani americani, il governo giapponese ha iniziato a versare terra e sabbia nella baia di Oura dal 14 dicembre nel distretto di Nago a Henoko. La Marina degli Stati Uniti sostiene che la costruzione è necessaria per sostituire la stazione aerea degli Stati Uniti Marine Corps Futenma, spesso definita "la base aerea più pericolosa del mondo". Quella base estremamente impopolare, che gli Stati Uniti hanno promesso di chiudere dal 1996, è attualmente nel zona residenziale densamente popolata di Ginowan.

  

La pista d'atterraggio metterà in pericolo la gente, deprederà un ambiente incontaminato e distruggerà la vita marina in via di estinzione, inclusi gli ultimi dugonghi (un mammifero marino legato al lamantino) che, secondo la mitologia di Okinawa, "ha uno status divino - un messaggero degli dei del mare ", afferma Hideki Yoshikawa, segretariato dell'associazione dei “Cittadini per la biodiversità a Okinawa”. " Oggi, infatti, ci sono solo più da tre a dieci esemplari vivi."

Il movimento per la pace di Okinawa è molto diverso al suo interno, come la natura stessa, ma è unito da una filosofia comune: una credenza nel nuchi du takara: tutta la vita è preziosa.
La scusa che la base è necessaria per la difesa è un pretesto sottile. Satoko Oka Norimatsu, co-autore di “Resistant Islands: Okinawa affronta il Giappone e gli Stati Uniti”, ha scritto: "…La gente sa che l'esercito attira solo violenza e morte, invece di pace e stabilità..." Come Hiroji Yamashiro, il carismatico e popolare leader del movimento anti-base ha detto alla gente che si riuniva a Henoko: "…I militari americani hanno rubato la nostra terra per costruire basi, poi hanno usato queste basi per condurre guerre in tutto il mondo. Se costruiscono una nuova base qui, la useranno per combattere nuove guerre, ma se vinceremo qui, possiamo inviare un messaggio di pace in tutto il mondo. "
Questa è una crisi di democrazia, dal momento che i militari statunitensi e il governo giapponese di destra sotto Shinzó Abe, stanno calpestando la volontà democratica del popolo di Okinawa per costruire un'altra base. Il governatore di Okinawa, Denny Tamaki, ha dichiarato: "…Non posso fare a meno di provare un forte risentimento nei confronti del lavoro svolto a dispetto della volontà dei residenti delle prefetture…".
Il popolo di Okinawa e il suo governo prefettizio hanno fatto tutto il possibile per impedire che la base di Henoko venisse costruita e continueranno i loro sforzi per fermarlo se comincia. La veglia ed il presidio al cancello è proseguita per oltre 5.000 giorni e i veicoli da cantiere bloccati dal sit-in, in cui si sono uniti molti internazionali, sono stati oltre 1.000.
Il popolo di Okinawa ha vissuto 73 anni di occupazione, l’occupazione di preziosi terreni agricoli, e tuttora vi sono circa 30 strutture militari statunitensi e 25.000 militari su questa piccola isola.

Sono stufi dell'inquinamento, del rumore, dei crimini violenti e degli incidenti causati dagli Stati Uniti e non vogliono nuove basi costruite nella loro prefettura.
Chiediamo a tutte le persone amanti della pace di unirsi al popolo di Okinawa per opporsi alla costruzione della nuova base militare degli Stati Uniti a Henoko.

Vi esortiamo a firmare la petizione popolare alla Casa Bianca chiedendo che la costruzione venga fermata fino a quando non si terrà un referendum democratico a Okinawa.

Per firmare la petizione CLICCA QUI:  CLICK HERE
Coalizione contro la base militare straniera degli Stati Uniti

  

Il CIVG (Centro di Iniziativa per la Verità e la Giustizia), da sempre al fianco dei popoli e paesi calpestati, ritiene la battaglia contro la nuova Base militare USA a Henoko, una battaglia non solo locale ma internazionale, in cui si riconosce pienamente, completamente interna ai nostri intenti e obiettivi. Aderisce e si mette a disposizione, qui in Italia, paese altamente occupato dalle Basi straniere, un lavoro di sensibilizzazione e informazione.       www.civg.itinfo@civg.it

 

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Corea del Sud: Campagna per "I diritti delle lavoratrici domestiche devono essere tutelati". 7° anniversario della Giornata internazionale delle  lavoratrici e lavoratori domestici

 

Nello scorso giugno è stato celebrato l'ottavo anniversario della Convenzione delle lavoratrici e dei lavoratori domestici dell'ILO 2011: “ Un lavoro dignitoso per i lavoratori domestici”.  È stato anche l'anniversario della Giornata internazionale dei lavoratori domestici, quando cioè i diritti dei lavoratori domestici sono diventati realtà in tutto il mondo, dopo la dichiarazione della 101esima sessione della Conferenza internazionale del lavoro.

 

In commemorazione di questa giornata storica, l’Associazione dei Lavoratori Domestici Coreana (KDWA), parte dell'Associazione coreana delle donne lavoratrici ha ospitato una conferenza per lanciare una Campagna per la difesa del lavoro e dei Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

Le lavoratrici domestiche che hanno partecipato all'evento hanno riportato su bacheche di sughero le parole discriminanti che spesso le vengono rivolte dai datori di lavoro, spesso offensive umiliati.

Alcune di queste parole sono piuttosto malvagie, come: "Non riesco a trovare il mio anello…", "Hai visto il mio borsellino?...”.  Oppure di mancanza di rispetto dei diritti: "Da domani non venire più a lavorare…”. 

 

 

Simbolicamente le lavoratrici hanno poi cancellato in piazza insieme ai cittadini le parole, come una ripresa della propria dignità.

 

 

L'Associazione delle lavoratrici domestiche coreane sta costruendo momenti per sensibilizzare sui diritti dei lavoratori domestici, per lottare contro la scappatoia del "Labour Standard Act" che esclude il lavoro domestico dalla definizione di lavoro, ritenendo questo una grave discriminazione contro la giustizia sociale.

Durante l’azione, le collaboratrici domestiche hanno letto ad alta voce le loro rivendicazioni ai cittadini e aperto la campagna per una legislazione sul lavoro dignitosa per tutte le lavoratrici e I  lavoratori domestici. Per ottenere un riconoscimento sociale che sancisca che il lavoro domestico deve essere trattato come un lavoro riconosciuto e paritario, includendolo ufficialmente nella legislazione coreana del lavoro.                                    8 novembre 2018

 

da Korean Women Workers Association

   KOREA NOTIZIE – dicembre 2018  

 

- La Corea è Una -

 

A cura del Comitato  per la Pace e Riunificazione Corea – Torino/CIVG   info@civg.it