Perchè uno dei prossimi 10 morti sul lavoro sara’ un agricoltore con un trattore o una macchina agricola?

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L’andamento degli infortuni, ed in particolare quelli mortali, in agricoltura è soggetto alle note “approssimazioni” INAIL che considera non gli infortuni avvenuti ma quelli indennizzati, falsando il dato in particolare nel caso dell’agricoltura caratterizzato sia dalla elevata presenza di “imprenditori” solitari (e partite IVA solo per poter accedere all’acquisto agevolato di benzina).

Il numero degli infortuni mortali in agricoltura dovuti all’utilizzo di macchine agricole (dai trattori e da macchine che vengono collegate al trattore per funzionare, tramite un albero cardanico, come le trebbiatrici, le rotoimballatrici, gli spandiletame etc) è di circa 130 l’anno (non troverete facilmente questo numero in quanto le modalità di pubblicizzazione dei dati sul sito Inail non rendono agevole ottenere un dato certo).

I problemi principali sono legati all’assenza di strutture di sicurezza (telaio e cintura di sicurezza) del posto di guida e l’assenza di ripari dell’albero cardanico.

Iniziative dell’INAIL come il bando per sostituire (non rottamare!) i mezzi vecchi non hanno avuto grandi effetti perchè le nuove macchine hanno affiancato quelle vecchie che sono rimaste a disposizione dei proprietari e quindi ancora utilizzabili.
Va detto che l’INAIL (tramite l’ex Ispesl) ha redatto una importante linea guida per dare indicazioni su come rendere sicuri i vecchi trattori e gli altri mezzi come pure effettua il controllo sul mercato dei nuovi mezzi individuando non conformità nelle fiere/mercati (ma il numero dei tecnici che seguono questi aspetti è ridicolo rispetto alle necessità). Tra queste linee guida quella più¹ significativa è sui sistemi di ritenzione e di protezione dell’abitacolo per evitare lo schiacciamento dell’operatore in caso di ribaltamento del mezzo: sistemi di ritenzione .

La soluzione che ridurrebbe drasticamente queste morti? C’è ed è in un decreto che tarda ad essere emanato.
Il DM 20.05.2015 ha introdotto l’obbligo di revisione per trattori e macchine connesse (macchine semoventi, rimorchi e macchine movimento terra): 452630 .
Questo decreto, considerando il gran numero di mezzi (trattori e mezzi) in circolazione mai revisionati (circa 1.800.000) si è posto l’obiettivo di procedere gradualmente a partire da quelli più anziani (precedenti al 1973) prevedendo il controllo di circa 300.000 mezzi l’anno, il primo step previsto era entro il 31.12.2017 (mezzi ante 31.12.1973) e il secondo entro il 31.12.2018 (mezzi ante 31.12.1990).
Il tipo di revisione previsto è “doppio”, da un lato i requisiti per poter circolare su strada come ogni altro veicolo, dall’altro quelli relativi alla sicurezza.
E’ una norma analoga a quella introdotta in Germania circa 20 anni fa che ha portato il numero degli infortuni mortali dai 120 circa (un numero analogo a quello italiano) a 7/8 attuali.
Purtroppo, per le peculiarità  del sistema di revisione necessita un decreto ministeriale apposito per definire le modalità  pratiche di svolgimento della revisione, pronto da quasi un anno ma non ancora emanato dal Ministero delle Infrastrutture di “concerto” con il Ministero delle Politiche Agricole, il motivo di tale ritardo è ben conosciuto : la pressione delle lobbies delle associazioni degli agricoltori che vedono in tale norma un incremento dei costi e un appesantimento gestionale (ovviamente queste associazioni si “associano” assieme ad altri coccodrilli ogni qual volta un agricoltore muore schiacciato dal proprio trattore) come pure l’intrinseca debolezza dei lavoratori agricoli e la sicumera dei piccoli imprenditori agricoli.

Non solo, da tempo, vi è un “corto circuito” tra organi di vigilanza in quanto alcuni aspetti di sicurezza (come appunto quelli di protezione dell’operatore al posto di guida) sono vigenti da anni per effetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/2008) : la polizia locale che più agevolmente può incontrare questi mezzi quando, necessariamente, circolano nelle strade non li fermano perchè senza targa e l’obbligo di revisione (per circolare) non è ancora vigente eppure potrebbe farlo in presenza di evidenti difformità  (mancanza o inadeguatezza del telaio protettivo, mancanza di cinture di sicurezza) oppure facendo intervenire i servizi delle ASL che altrimenti devono appositamente “cercare” nei campi o nelle aie dei poderi i mezzi (spesso ben nascosti o apparentemente dismessi/abbandonati).

Urge una mossa “politica”: una firma sul decreto attuativo per la revisione dei mezzi agricoli pena accettare ulteriori morti evitabili, non ci sono scuse, non si deve dare retta ai soggetti che “frenano” l’introduzione della norma. E’ una “grande opera” necessaria!

 

Marco Caldiroli – Medicina Democratica Onlus