Latinoamerica Notizie (agosto-settembre 2018)

 

Cuba esprime piena solidarietà e appoggio al presidente Maduro e alla Rivoluzione Bolivariana e Chavista

Il Governo Rivoluzionario della Repubblica di Cuba ha condannato energicamente l’attentato contro il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, perpetrato sabato 4 agosto durante una sfilata militare a Caracas in occasione dell'81º  anniversario della fondazione della Guardia Nazionale Bolivariana.

L'azione di terrorismo ignora la volontà del popolo venezuelano e costituisce un nuovo tentativo disperato d’ottenere attraverso la via dell’eliminazione del presidente ciò che non sono riusciti ad ottenere in molteplici elezioni e nemmeno attraverso il Colpo di Stato del 2002 contro l’allora Presidente Hugo Chávez, il colpo petrolifero del 2003 e la guerra non convenzionale sferrata mediante le campagne mediatiche, i sabotaggi, le sanzioni violente e crudeli.

Il Governo Rivoluzionario denuncia ancora una volta l’operazione contro il legittimo Governo del Venezuela come parte della politica di persecuzione dell’imperialismo per distruggere la Rivoluzione Bolivariana, che comprende l’aggressivo Ordine Esecutivo degli Stati Uniti che definiscono il Venezuela “Una minaccia straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera” della superpotenza; le sanzioni economiche unilaterali che violano il diritto internazionale, la dichiarazione del Segretario di Stato degli USA della piena vigenza della dottrina Monroe, il suo richiamo a un golpe militare contro il governo costituzionale del Venezuela e la minaccia del Presidente degli Stati Uniti di utilizzare contro questa nazione una possibile opzione militare.

Il 14 luglio del  2017 il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz aveva avvertito: “L’aggressione e la violenza golpista contro il Venezuela danneggiano tutta Nuestra America e apportano benefici solo agli interessi di coloro che s’impegnano per dividerci per esercitare il loro dominio sui nostri popoli con conflitti e conseguenze incalcolabili come quelli che vediamo in differenti luoghi del mondo. Avvertiamo coloro che pretendono di far cadere per vie non costituzionali, violente e golpiste la Rivoluzione Bolivariana e Chavista, che assumeranno una seria responsabilità di fronte alla storia. Il Governo Rivoluzionario cubano esprime la sua piena e assoluta solidarietà con il Venezuela e il più forte appoggio al Presidente Nicolás Maduro Moros e all’unione civico-militare del popolo bolivariano e chavista".

Il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo scorso 17 luglio nell’ambito del XXIV Incontro del Forum di Sao Paulo, ha ribadito che “dobbiamo rinforzare la convinzione che lottare per il Venezuela è lottare per l’integrazione della regione, per il rispetto della sovranità e dell’indipendenza di Nuestra America”.

 

 

È il Cile, anche se è difficile crederlo

Quando l’11 settembre del 1973, il generale Augusto Pinochet e i militari fascisti che lui comandava attaccarono il Palazzo de La Moneda, l’umanità fu testimone di un genocidio in perfetto stile dei peggiori tempi del nazismo.

Mentre il presidente Salvador Allende resisteva nel Palazzo contro l’aggressione, nelle strade di Santiago e di altre città del Cile si scatenava una furia repressiva contro tutto ciò che era o sembrava resistenza, democrazia, sinistra o intellettuali, artisti, giornalisti, operai, militanti e dirigenti giovanili e studenti.

L’uomo del golpe, il militare con le mani grondanti di sangue, non solo uccise, ma fece sparire - come avveniva in Argentina - centinaia di persone delle quali ancora oggi si cercano le spoglie. Difficile da credere, ma vero.

Altrettanto incredibile è che Pinochet sia morto di morte naturale a 91 anni senza che la "giustizia" cilena lo sfiorasse, a parte un arresto domiciliare, come fosse un semplice comune delinquente.

Oggi, dopo 45 anni, l'idea di chi presiede la guida del Paese non è di condanna di quelle azioni degne del peggior fascismo. Anzi, è di critica contro chi fu presidente costituzionale, Salvador Allende.

L’attuale presidente, Sebastián Piñera, riferendosi alla commemorazione della data che portò il lutto nelle case della maggioranza dei cileni, ha detto: "La democrazia era molto malata, e non è stata una morte repentina quella dell’11 settembre. I tre anni di governo di Allende sono stati una situazione assolutamente caotica".

Vale la pena ricordare che quando Piñera seppe d’aver vinto le elezioni presidenziali del 2010 e del 2017, alcuni suoi simpatizzanti parteciparono alle celebrazioni issando ritratti di Pinochet.

L'attuale presidente cileno ha dimenticato o ha voluto ignorare che quando Pinochet morì, nel 2006, 300 accuse penali pendevano su di lui per violazioni dei diritti umani durante il suo governo, evasione delle imposte e malversazioni, e che durante il suo mandato accumulò fraudolentemente una fortuna di 28 milioni di dollari.

I 17 anni della dittatura militare permisero sistematiche violazioni dei diritti umani con più di 28 mila vittime tra arresti politici, torture, circa 2300 esecuzioni e più di 1200 desaparecidos.

Eppure, il Cile e la sua "giustizia" continuano a sorprenderci. Nei giorni scorsi, le notizie giunte dalla capitale informavano che la Corte Suprema ha liberato cinque militari della dittatura di Pinochet, identificati in vari crimini. Ma non è bastato, e pochi giorni dopo il Tribunale ne ha liberati altri due. Il massimo tribunale ha confermato le sentenze della Corte d’Appello che ordinavano la liberazione di Emilio de la Mahotiere González e Moisés Retamal Bustos. Il primo, un ex brigadiere e pilota di elicottero, fu condannato a tre anni per complicità nell’omicidio di 14 oppositori durante la dittatura. Intanto, il colonnello Retamal ha scontato sei anni per il sequestro di tre cittadini uruguaiani. Lo stesso giorno, il Tribunale ha accolto le richieste di protezione per lesa umanità di cinque criminali che avevano partecipato al sequestro di oppositori, ancora oggi dispersi.

Di recente, la comunità internazionale e quella cilena hanno conosciuto l’azione  della "giustizia", cioè la condanna a cinque anni e un giorno di prigione di altri militari dell’epoca Pinochet. Si tratta, dice un comunicato stampa, di quattro ex sergenti della dittatura condannati oggi dal giudice Mario Carrozza per il sequestro e la scomparsa del cittadino  Néstor Gallardo Agüero nel 1974.

Gallardo fu una delle 119 vittime della denominata Operazione Colombo.

I condannati a cinque anni sono un ex generale, un ex brigadiere, un ex colonnello e un ex ufficiale. L’informazione non precisa quante sono state le vittime di costoro che rispondevano direttamente a Pinochet.

È deplorevole che ciò succeda ancora oggi in paesi come Cile, Argentina, Brasile e altri dove la CIA porta ancora avanti l'Operazione Condor, il piano forse più malvagio tra quelli compiuti dalle dittature sudamericane e in particolare da quella di Augusto Pinochet in Cile.

 

Reclamata l’espulsione di Luis Almagro del Fronte Amplio dell’Uruguay

In seguito alla "ennesima dimostrazione di servilismo e irresponsabilità", il Partito Comunista dell’Uruguay (PCU) reclama l’espulsione di Luis Almagro, attuale segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), dal Fronte Amplio (FA).

Il Comitato Esecutivo Nazionale ha giudicato molto gravi le recenti minacce formulate dal discusso esecutivo della OSA contro il Venezuela proclamate dalla frontiera della Colombia.

Chiedendone l’espulsione, il Fronte Amplio ha affermato che la sua condotta, promuovendo la guerra e l’aggressione, viola i suoi propri principi storici di politica internazionale.

 

La difesa di Rafael Correa ha chiesto all'ONU di accertare l'imparzialità della giustizia ecuadoriana

Gli avvocati dell’ex presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, hanno denunciato presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite la mancanza d’indipendenza della Giustizia ecuadoriana.

In accordo con un comunicato dell’avvocato Christophe Marchand e del giurista

Ludovic Hennebel, la denuncia presentata al relatore speciale dell'ONU, Diego García- Sayán, dimostra la persecuzione giudiziaria di magistrati, pubblici ministeri e avvocati contro Correa per ragioni politiche. Inoltre, hanno denunciato la violazione dei diritti e delle libertà, così come la manipolazione delle autorità giudiziarie dell’esecutivo e degli attori che ne servono gli interessi.

Gli avvocati hanno chiesto al relatore dell'ONU d’investigare sulle presunte violazioni dei diritti umani del Governo dell'Ecuador e hanno raccomandato a Quito d’adottare misure per sradicare queste pratiche.

In accordo con i giuristi, Correa è processato dalla Giustizia ecuadoriana senza prove nel cosiddetto caso Balda, definito un processo che viola sistematicamente le regole fondamentali di un processo giusto e che persegue l'esclusione dell’ex presidente dalla vita democratica e politica del paese.

Correa è ricercato in Ecuador per la presunta partecipazione al sequestro nel 2012 dell’ex deputato Fernando Balda che viveva in Colombia dal 2009 ed era uscito dal paese per sfuggire a due processi legali.

 

La nuova Costituzione della Repubblica di Cuba

Dal 31 luglio scorso, Correos de Cuba ha reso disponibile in tutti gli uffici della nazione il Progetto di Costituzione della Repubblica di Cuba che, in formato tabloid di 32 pagine, è in vendita al prezzo di 1 peso MN ( = 0,04€).

Come hanno informato tutti i mezzi di comunicazione del Paese, il Progetto

di Costituzione della Repubblica di Cuba è sottoposto a un capillare processo di consultazione popolare che è partito il 13 agosto e durerà fino al 15 novembre 2018.

In questa occasione, anche i cubani che risiedono fuori del paese potranno partecipare al dibattito sul Progetto di Costituzione.

"La partecipazione al dibattito del Progetto di Costituzione da parte dei cubani residenti all’estero, costituisce un fatto inedito nella storia della Rivoluzione», ha affermato Ernesto Soberón, direttore dei Temi Consolari e Cubani Residenti all’Estero (DACCRE). «Questa partecipazione ratifica la volontà del nostro governo di contare sull’opinione di tutti i cubani», ha scritto il diplomatico cubano.

Tutti i cubani residenti all’estero avranno accesso a un modulo online per trasmettere le loro proposte di modifica o i commenti sul Progetto. Soberón ha sottolineato che per due mesi i cubani residenti all’estero potranno comunicare il loro pensiero sul testo costituzionale quante volte vorranno. «Maggiore sarà la partecipazione, maggiore sarà il successo di questo processo», ha detto Soberon.

I cubani residenti all'estero sono circa un milione e 400.000 in 120 paesi, la maggioranza negli Stati Uniti. Questa decisione è una prova evidente della continuità della politica sovrana di rinforzare i vincoli tra la Rivoluzione e la comunità all’estero.

La nuova Costituzione introduce qualche cambiamento proprio in merito alla possibilità di voto da parte dei cubani residenti all'estero. Il diplomatico ha approfittato dell’incontro con i giornalisti per precisare in cosa consista il principio del 'diritto di cittadinanza effettiva': "La Legge Elettorale cubana è chiara e stabilisce come requisito la residenza permanente nel paese per un periodo non inferiore a due anni. La nuova Costituzione introduce il principio che l’adozione di un’altra cittadinanza non implica la perdita della cubana, ma stabilisce che in territorio nazionale debba valere solo la cittadinanza cubana, e l'ingresso e l'uscita dal territorio nazionale debba avvenire con il solo passaporto cubano".

Il Progetto di Costituzione della Repubblica di Cuba è disponibile in formato .PDF al seguente indirizzo:

http://www.granma.cu/file/pdf/gaceta/2018_07_25%2021_10%20Tabloide%20Constituci%C3%B3n%20(sin%20precio)%20B&N.pdf

 

 

Per non far tornare la schiavitù

Lunedì 30 luglio è stata celebrata la Giornata Mondiale contro il Traffico delle Persone, ancorché il mondo sia convinto che il problema non si risolva preoccupandosene una volta all’anno, ma mantenendo vivo il dibattito e progettando leggi per fermarla da gennaio a dicembre.

Tutti i media internazionali hanno sottolineato che la commemorazione cade proprio nel mezzo di un’avvelenata atmosfera politica anti immigrazione, ma in molti casi è proprio questa che fomenta i rigurgiti del problema.

In mancanza di politiche chiare, si affermano pratiche senza scrupolo che facilitano il passaggio di intere popolazioni tra Paesi, a volte tra Continenti, con il rischio della vita e nella più assoluta impunità.

Mentre zattere, mezzi di fortuna o treni della morte per attraversare mari o frontiere terrestri procurano guadagni a chi li costruisce, organizza e amministra, le vittime sono sempre gli emigranti, merce preziosa per i trafficanti.

La tratta dei negri che trasformò esseri umani in schiavi è il precedente storico di questa tratta moderna che, oltre al lavoro forzato, oggi comprende lo sfruttamento sessuale, il matrimonio forzato e la pornografia.

La commemorazione deve servire come monito per mettere fine a questo crimine contro il quale Cuba ha dichiarato una guerra a tolleranza zero.

Anche se nell’Isola non è visto come un fenomeno particolarmente significativo - i casi di traffico di persone sono stati 46 tra il 2012 e il 2015 - Cuba non ha mai smesso di attuare misure per evitare la tratta. Al contrario, altrove lo si vede come un affare che, a livello internazionale, risulta tra i più redditizi e più disumani.

In occasione dell’Esame Periodico Universale, Cuba ha confermato il suo contributo al rafforzamento del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel rispetto dei principi di obiettività e imparzialità. Inoltre, in occasione di una recente sessione ordinaria dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare è stato presentato il Piano d’Azione approvato dalla Federazione delle Donne Cubane per dare risposta alla prevenzione e alla lotta contro la tratta delle persone e in favore della protezione alle vittime. Infine, è stata richiamata l’attenzione al commercio degli esseri umani in associazione con lo sfruttamento sessuale di cui sono vittime principalmente le donne e i bambini.

 

 

 

Trump ha prolungato per un altro anno la legge base del blocco contro Cuba

Nei giorni in cui la voce di Cuba e di milioni di amici nel mondo si alza nuovamente per denunciare il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti da più di 55 anni, il presidente nordamericano Donald Trump ne approfitta per rinnovare per un altro anno la "Legge di Commercio con il nemico".

Prensa Latina ha informato che Trump ha fatto conoscere la sua determinazione a continuare l’esercizio delle sue facoltà in questo ambito per l'interesse nazionale. Da quando ha assunto la presidenza, è la seconda volta che proroga la normativa che avrebbe dovuto esaurirsi il 14 settembre e che con questa decisione si manterrà invece in vigore fino al settembre del 2019. Il provvedimento implica anche il mantenimento di alcune sanzioni e decreti esecutivi, così come l’eliminazione di alcune restrizioni se fosse nel suo interesse. Anche se l’eliminazione totale del blocco necessita di una decisione collegiale del Congresso - dall’approvazione dello statuto del 1917 che costituisce la sua base - questa legge delega al presidente nordamericano la possibilità di applicare sanzioni economiche in tempo di guerra o di qualsiasi emergenza nazionale, e proibisce il commercio con il nemico e i suoi alleati durante conflitti armati.

Alla fine di ottobre Cuba presenterà per la ventisettesima volta consecutiva all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite la risoluzione che reclama l’eliminazione dell’assedio imposto dagli Stati Uniti da più di mezzo secolo.

 

 

 

L’Heberferon verrà usato a Camagüey contro il cancro renale

Presso l’Ospedale Oncologico Marie Curie di Camagüey è stata avviata la seconda fase dello studio clinico sull’utilizzo di Herberferon, farmaco che contrasta il carcinoma renale allo stadio tre e quattro.

Iraldo Bello, principale ricercatore del Centro d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia de L’Avana, ha informato che nell'Istituto sono iniziate le prove a cui partecipano pazienti che si trovano in uno stadio avanzato della malattia e che vengono sottoposti a nefrectomia o all'estirpazione del rene malato.

Il ricercatore ha precisato che, fino ad oggi, 12 pazienti cubani ricevono la nuova terapia secondo il protocollo negli ospedali  Vladimir Ilich Lenin, Saturnino Lora, Arnaldo Milián, e Joaquín Albarrá.

 

 

 

Nasce Innovative Immunotherapy Alliance SA, la prima impresa biotecnologica cubano- statunitense

Il Gruppo Industrie Biotecnologiche e Farmaceutiche Biocubafarma ha annunciato che è stata creata la prima impresa biotecnologica cubano-statunitense: Innovative Immunotherapy Alliance SA, che avrà sede nella Zona Speciale di Sviluppo del Mariel, vicino all'Avana.

Questa nuova impresa è stata creata tra le filiali commerciali di due famosi  centri di ricerca: il Centro d’Immunologia Molecolare di Cuba e il Roswell Park Comprehensive Cancer Center degli Stati Uniti.

Questo storico passo nella collaborazione scientifica tra i due paesi segnerà il progresso della ricerca e dello sviluppo di nuovi medicinali contro il cancro in grado di prolungare e migliorare la sopravvivenza di migliaia di pazienti negli Stati Uniti.

La nuova impresa biotecnologica conterà tra i suoi prodotti il medicinale   CIMAVax-EGF, conosciuto come terapia contro il cancro del polmone, e altri trattamenti integrativi d’immunoterapia per differenti tumori, sviluppati in Cuba.

Nei primi anni l’impresa avrà come principale obiettivo lo sviluppo della ricerca scientifica e clinica per certificare la sicurezza e l’efficacia dei nuovi trattamenti negli Stati Uniti. Se gli studi avranno successo, una volta ottenute le approvazioni delle agenzie statunitensi che regolamentano l'uso dei medicinali, l’impresa potrà esportare questi prodotti per i pazienti nordamericani.