La piaga dello Yemen

Il 10 maggio, il regno dell'Arabia Saudita ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il segretario generale Antonio Guterres che le difese saudite avevano intercettato due missili balistici Houthi lanciati dal territorio dello Yemen e diretti verso aree densamente abitate a Riyadh, la capitale dell'Arabia Saudita. Nessuno è stato ucciso, ma un attacco precedente, del 26 marzo 2018, aveva ucciso un lavoratore egiziano a Riyadh e un attacco del 28 aprile aveva ucciso un uomo saudita.

Nonostante le innumerevoli vittime dei bombardamenti sauditi nello Yemen, queste due preziose vite sono facili da essere contate e documentate. Le vittime dello Yemen sono notoriamente difficili da contare in modo preciso. Tre anni di bombardamenti, supportati dagli Stati Uniti, hanno gettato il paese nella miseria e nel caos.

Il 10 maggio i sauditi hanno chiesto alle Nazioni Unite di implementare 'tutte le risoluzioni necessarie da parte del Consiglio di Sicurezza in modo da prevenire il contrabbando di ulteriori armi agli Houthi e fermare i violatori dell'embargo delle armi'. La lettera accusa l'Iran di rifornire le milizie Houthi con approvigionamenti, missili balistici, UAV e mine sottomarine. La lettera saudita omette qualsiasi menzione all'importazione massiccia di armi statunitensi verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza invocata dai sauditi dipinge gli Houthi come un partito pericoloso nello Yemen e richiede un embargo, in modo che gli Houthi non possano acquisire ulteriori armamenti. Ma questa risoluzione non nomina i sauditi come un partito pericolos, nonostante il principe incoronato Mohammed bin Salman abbia orchestrato, nel marzo 2015, il coinvolgimento saudita nella guerra, usando miliardi di dollari di armi comprate da parte di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti dagli USA e dalla Gran Bretagna.

I sauditi hanno l'innegabile diritto a chiamare le Nazioni Unite al lavoro per evitare che gli Houthi acquisiscano armamenti balistici che possono essere usati contro l'Arabia Saudita ma il blocco via terra e mare imposto ora allo Yemen ha conseguenze brutali sui bambini che non hanno assolutamente capacità di influenzare le politiche degli Houthi. Per di più, l'esercito statunitense, attraverso il rifornimento aereo di caccia sauditi e degli emirati, è direttamente coinvolto nelle barriere e negli attacchi aerei, mentre le Nazioni Unite non prestano alcuna attenzione.

Più le vite dei civili yemeniti si fanno disperate, più sono isolati, più la loro sofferenza si fa invisibile agli occhi dei media Occidentali che non prestano alcuna attenzione né interesse. Nessun volo commerciale può atterrare all'aeroporto di Sana, così i media e i documentaristi dei diritti umani non riescono a entrare facilmente nelle aree dello Yemen maggiormente colpite dagli attacchi. Il World Food Program (WFP) organizza voli settimanali verso Sana, ma deve vagliare i propri passeggeri con il governo saudita.  Ciò nonostante, i gruppi che lavorano nello Yemen, incluse Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Save The Children, Oxfam e diverse agenzie delle Nazioni Unite fanno del loro meglio per documentare le conseguenze delle azioni della coalizione tra Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti e dei loro attacchi aerei.

Il 18 maggio Medici Senza Frontiere ha pubblicato un reportage riguardo gli attacchi aerei nel governatorato di Saada, che afferma che 'negli ultimi tre anni, la coalizione ha portato a termine 16.749 raid aerei nello Yemen con una media di 15 al giorno. Almeno un terzo dei raid non sono diretti a siti militari'.

Sempre in maggio, MSF ha documentato una serie di attacchi aerei della coalizione il giorno 7, che hanno colpito una strada affollata nel cuore di Sana uccidendo sei persone e ferendone almeno settantadue.

'I civili, inclusi i bambini, sono uccisi e mutilati perché si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato' ha dichiarato Joao Martins, a capo della missione di MSF nello Yemen. 'Nessuno dovrebbe vivere nella paura di essere bombardato mentre porta avanti la sua normale esistenza; stiamo vedendo vittime civili degli attacchi aerei lottare per la loro vita in ospedale'.

 A causa del limitato accesso al cibo, all'acqua pulita, alle medicine e al carburante, secondo Save The Children più di 400.000 bambini yemeniti sono a imminente rischio fame. 'La maggior parte di loro non vedrà mai una clinica sanitaria né riceverà cure', dice Kevin Watkins, direttore dell'organizzazione britannica. 'Molti dei sopravvissuti saranno affetti da salute precaria per il resto della loro vita'. Watkins dichiara che la coalizione a guida saudita sta usando tecniche di strangolamento economico come arma di guerra, 'colpendo il lavoro, le infrastrutture, il mercato del cibo e l'approvvigionamento dei servizi di base'.

Il 22 marzo 2018 Amnesty International ha chiesto la fine del flusso di armi verso la coalizione saudita che attacca lo Yemen. 'Ci sono chiare prove del fatto che la vendita irresponsabile di armi verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi ha colpito fortemente la popolazione yemenita' si legge dalla dichiarazione. 'Ma questo non ha fermato gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e gli altri stati, incluse Francia, Spagna e Italia, dal continuare a guadagnare miliardi di dollari dal commercio di tali armi'.

L'atto delle Nazioni Unite comincia con una promessa di salvare le prossime generazioni dalla piaga delle guerre. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fallito miseramente nei confronti del popolo yemenita, permettendo il proliferare della guerra, anno dopo anno, approvando risoluzioni parziali che hanno mancato addirittura di nominare le maggiori fazioni che preoccupano nello Yemen,  l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti. Il Consiglio di Sicurezza promuove così l'intensificarsi di una guerra brutale e apocalittica e permette a coloro che in Occidente approfittano della guerra di guadagnare miliardi dalla vendita di armi. I produttori di armi come Raytheon, Lockheed Martin e Boeing fanno pressione sui governi per continuare a vendere armi ai due dei loro migliori acquirenti, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

C'è bisogno di decisioni pratiche, oneste e serie per fermare la guerra. Le Nazioni Unite devono abbandonare il loro ruolo fazioso nel conflitto yemenita, in modo da negoziare una pace nella quale la minoranza houthi possa mantenere dignità  e rappresentanza nello Yemen a maggioranza sunnita, che anche prima dell'avvento degli Houthi mancava di un leader politico legittimamente eletto. Agli Houthi deve essere data la possibilità di deporre le armi senza essere rinchiusi in alcuna prigione clandestina detenuta dagli Emirati Arabi Uniti nello Yemen, le quali si sanno essere più simili a campi di tortura che a prigioni. Ancora più urgentemente deve cessare lo strangolamento economico e la violenza degli invasori stranieri.

Infine, i cittadini delle nazioni che riforniscono di armi la coalizione saudita devono chiedere ai propri governi di vietare ogni vendita. Il tempo per agire sta finendo; negli Stati Uniti e il Dipartimento di Stato sta già muovendo dei passi preliminari verso una massiccia vendita multimiliardaria di armi verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Unti. Il pacchetto includerebbe migliaia di munizioni di precisione da parte di Raytheon.

I civili yemeniti, in particolare i bambini, non rappresentano una minaccia per gli Stati Uniti, ma nonostante ciò gli USA appoggiano attacchi aerei, blocchi e il caos che inevitabilmente è provocato dalla guerra prolungata. Non hanno commesso alcun crimine, ma verranno puniti con la morte.

7 Giugno 2018

 

Cartoon: S. Reynolds CC BY-SA 4.0

Kathy Kelly -  co-coordinates Voices for Creative Nonviolence

Traduzione di Giulia B. per civg.it