L'anno chiave fu il 1991: La caduta della Yugoslavia e dell'Unione Sovietica

  • Stampa

Global Research

 


 

Benché non esistano le età dell'oro, è assolutamente chiaro che il mondo di oggi sia in un pessimo stato. Dall'Est Europa al Nord Africa e al Medio Oriente, i paesi, negli ultimi anni, sono stati fortemente destabilizzati, con conseguenti carneficine e la distruzione di centinaia di migliaia di vite.

E il cuore di questa destabilizzazione è la politica estera americana e britannica.

Ma come siamo arrivati alla situazione che c'è oggi nel mondo? E quali sono le radici dell'"interventismo umanitario" di America e Gran Bretagna?

Molte persone rispondono a queste domande citando l'illegale invasione dell'Iraq da parte di America e Gran Bretagna. Bene, si sbagliano di grosso.

Quello che noi osserviamo oggi, ad esempio in Siria, ha le sue origini nel 1991. Quest'anno è stato  un punto di svolta geopolitico.  E' stato l'anno nel quale abbiamo assistito allo smembramento della Repubblica Federale Socialista di Yugoslavia e la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

La Yugoslavia è stato il primo passo in una serie di interventi occidentali nel mondo, incluso l'Iraq, la Libia, la Siria e l'Ucraina, e l'Occidente è stato in grado di intervenire con successo in questi paesi perché l'Unione Sovietica non esisteva più.

All'inizio del 1991, la Yugoslavia si è trovata in una situazione precaria che si sarebbe rivelata fatale per il paese. La Yugoslavia era sola in Europa. Le autorità Yugoslave dovevano affrontare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania e l'Austria che non avevano più bisogno della Yugoslavia (e ne avevano invece durante la Guerra Fredda, durante la quale il paese ha seguito una politica di non-allineamento) e non avevano più bisogno di un paese socialista nella nuova Europa volendo prevenire l'influenza russa nei Balcani come potenzialmente destabilizzante nel futuro.  Inoltre con l'Unione Sovietica in agonia, Mosca non era in grado di assistere il governo yugoslavo.

E' in Yugoslavia che è nata la politica di interventismo della NATO, nella quale la legge internazionale viene totalmente estromessa, e dove presunti atti di genocidio hanno fornito  alla NATO, con la leadership statunitense, un pretesto per intervenire con motivo umanitario.  L'intervento occidentale in Yugoslavia sarebbe stato un catalizzatore per la futura presenza in altri paesi del mondo e avrebbe permesso agli Stati Uniti di rafforzare la propria egemonia. E' stato in Yugoslavia che l'establishment americano e inglese ha  usato una delle sue armi più formidabili per giustificare la loro politica interventista: i media mainstream. I media americani e inglesi avrebbero applicato le loro esperienze e i successi riguardo la Yugoslavia  ai nuovi fronti - Iraq, Libia, Siria e Ucraina.

Nonostante la Yugoslavia fosse un membro fondatore delle Nazioni Unite, e nonostante i suoi confini fossero riconosciuti dalle leggi internazionali, la Germania e l'Austria hanno incoraggiato i movimenti secessionisti sloveni e croati a dichiarare indipendenza dalla Yugoslavia, mentre l'America faceva lo stesso con la Bosnia Herzegovina. Le azioni di Vienna, Berlino e Washington hanno rappresentato una grave violazione della legge internazionale, hanno minato la carta delle Nazioni Unite e distrutto la sacralità dei confini riconosciuti a livello internazionale. Inoltre, le azioni illegali di queste potenze occidentali hanno portato alla terribile guerra che avrebbe avuto luogo in Croazia e in Bosnia. Come ha dichiarato Lord Peter Carrington, presidente della conferenza sulla Yugoslavia: "Le azioni dei governi americano e tedesco e di altri governi europei hanno portato certamente al conflitto nei Balcani."

 

Lord Peter Carrington

Tuttavia separare la Yugoslavia non era abbastanza per l'Occidente; voleva essere sicuro che gli stati che ne sarebbero nati sarebbero stati clientelari, così hanno iniziato a fornire armi illegali ai gruppi armati di Bosnia e Croazia per favorire le loro vittorie sui campi di battaglia.

In Croazia l'Occidente ha armato quello che era, di fatto, un movimento fascista che glorificava l'Utsase, un'organizzazione fascista croata che ha governato nello Stato Indipendente di Croazia pro-Nazista durante la Seconda Guerra Mondiale e che ha commesso un genocidio nei confronti del popolo serbo, assassinando circa 700.000 serbi, alcuni dei quali nel campo di concentramento a Jasenovac, noto come l'Auschwitz yugoslavo. Tornando agli anni '90, il più grave atto di pulizia etnica nel corso della guerra civile yugoslava è stato messo in atto dai croati, quando hanno messo in atto l'Operazione Storm, pianificata dagli Stati Uniti, che ha ottenuto l'espulsione di più di 250.000 serbi di Krajina dalle loro antiche case.

In Bosnia, gli americani non solo hanno armato le forze musulmane secessioniste ma hanno anche facilitato il trasporto dei guerrieri Mujahideen dall'Afghanistan alla Bosnia per combattere al fianco delle forze musulmane bosniache. Questi combattenti Mujahideen, che avevano già combattuto contro i sovietici in Afghanistan, non solo hanno commesso alcuni dei più atroci crimini della guerra di Bosnia ma hanno anche dato inizio alla fondazioni di gruppi terroristi islamici nel continente europeo. I combattenti islamisti ora hanno una solida base in Europa. Uno dei combattenti Mujahideen che gli americani hanno portato in Bosnia fu Osama Bin Laden, a cui è stato dato passaporto bosniaco dalle autorità musumane e, secondo i giornalisti del Der Spiegel, è stato visto all'hotel Holiday Inn di Sarajevo nel 1994.

I serbi - che si sono opposti allo scioglimento della Yugoslavia e che non volevano essere governati dai fascisti croati o dai fondamentalisti musulmani, terrorizzati dalle  esperienze della Seconda Guerra Mondiale - sono stati identificati dall'Occidente come  la barriera che impediva di raggiungere gli obiettivi nei Balcani.

La popolazione serba, che nella sua storia ha combattuto contro l'oppressione straniera (gli Ottomani, gli Austro-Ungarici, la Germania prima imperale e poi nazista), veniva dipinta dai media occidentali come assassini di massa, stupratori di massa e genocidi. Nonostante queste accuse fossero infondate,  hanno spianato la via alla NATO per iniziare a bombardare i serbi in Bosnia, contro ogni legislazione internazionale.

 

Lewis Mackenzie

Il generale maggiore Lewis MacKenzie, che era Comandante in Capo delle forze di protezione delle Nazioni Unite e Comandante del settore di Sarajevo, dichiarò: "…Chi, di noi comandanti delle Nazioni Unite, ha servito in Bosnia si è reso conto del fatto che la maggioranza delle notizie date dai media erano faziose a dir poco. Ovunque abbiamo cercato di fare chiarezza e siamo stati - e continuiamo ad essere -  accusati di essere agenti serbi…".

La NATO iniziò a bombardare i serbi bosniaci nel 1994. Tuttavia gli anglo-americani avevano bisogno di una campagna molto più estesa non solo per raggiungere i loro obiettivi geopolitici in Bosnia ma anche per stabilire un precedente per un futuro intervento NATO in altre regioni del mondo, e per dimostrare il potere della NATO e intimidire così i paesi che avessero seguito una politica estera indipendente. Il presunto genocidio di Srebrenica, del Luglio 1995, avrebbe dato a Washington e Londra quello che cercavano. Fino a oggi, Srebrenica rimane l'esempio di intervento umanitario occidentale, ed è quello che i giornalisti americani e britannici citano quando vengono chiamati all'intervento in un paese, come hanno fatto per la Libia e la Siria.

Ma quello che è successo a Srebrenica nell'estate del 1995, non è quello che ci hanno raccontato con grande chiarezza i politici e i giornalisti occidentali. Lasciatemi citare le parole di Efraim Zuroff, Direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme: "…Per quanto ne so, quello che è accaduto là [a Srebrenica] non coincide con la descrizione e la definizione di genocidio. Credo che la scelta di chiamarlo genocidio è stata politica...."

Ora citerò le parole del Generale Maggiore Martins Branco, dell'esercito portoghese, che ha servito come militare per le Nazioni Unite in Bosnia nel 1995: "…Srebrenica è stata dipinta - e continua a esserlo - come un massacro premeditato di civili musulmani innocenti. Come un genocidio! Ma è realmente questo? Una valutazione più prudente e informata dei fatti me lo fa dubitare...".

La storia di Srebrenica infatti non inizia nel 1995, ma nel 1992 quando le forze musulmane, che operano da Srebrenica sotto la leadership del terribile Naser Oric, hanno iniziato un triennio di massacri contro i civili serbi dei villaggi vicini. Nell'arco di tre anni più di 3000 serbi sono stati assassinati dalle forze musulmane nei modi più barbari si possa immaginare.

Nell'estate del 1995, l'esercito serbo-bosniaco ha avuto l'opportunità di conquistare Srebrenica e porre fine al massacro dei villaggi serbi. Ma era una trappola messa in atto da Bill Clinton e il leader musulmano bosniaco Alija Izetbegovic, che cercavano di inscenare un "genocidio" per dare alla NATO la giustificazione per intervenire in modo esteso in Bosnia.

A tal proposito, permettetemi di citare parte di un colloquio che Bernard Kouchner, Ministro degli Esteri francese ha avuto con Izetbegovic. Quando il leader musulmano era sul letto di morte, Koucher disse a Izetbegovic: "…Erano posti orribili [i campi della bosnia], ma il popolo non è stato sterminato sistematicamente. Lo sai?", chiese Koucher, a cui Izetbegovic rispose: "Sì. Pensavo che le mie rivelazioni avrebbero accelerato i bombardamenti. L'affermazione era falsa. Non c'erano campi di sterminio...".

Quello che accadde a Srebrenica nell'estate del 1995 è stato, secondo me, un crimine di guerra, non un genocidio. Un crimine di guerra perché alcuni soldati serbi, agendo al di fuori degli ordini impartiti, si sono vendicati dei soldati musulmani. Circa 800 soldati musulmani sono stati uccisi da questi serbi. Un atto orribile che è un crimine di guerra, ma non un genocidio.

 

I delegati dell'Associazione internazionale di ricercatori sul genocidio (International Association of Genocide Scholars, IAGS) esamina una fossa comune delle vittime del massacro di Srebrenica del Luglio 1995, vicino al villaggio di Potocari, Bosnia Herzegovina, Luglio 2007. (Fonte: Wikimedia Commons)

Inoltre, migliaia di soldati musulmani sono stati uccisi in battaglia contro i serbi, la maggioranza dei quali durante la loro ritirata da Srebrenica attraverso le foreste fino a Tuzla.

Ora, cos'è un genocidio? Un genocidio è lo sterminio sistematico di un intero popolo basato su ragioni etniche, come, ad esempio, quello commesso contro gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha portato alla morte di sei milioni di ebrei o il genocidio degli armeni nella Prima Guerra Mondiale che ha portato alla morte di un milione di armeni.

Ma a Srebrenica, nell'estate del 1995, i serbi, secondo un documento delle Nazioni Unite, hanno permesso a 35.632 musulmani tra vecchi, donne, bambini e ragazzi di lasciare Srebrenica e la maggioranza di questi è andata a Tuzla. Lasciatemi citare nuovamente il Generale Maggiore Lewis MacKenzie: "…E' spiacevole da dire ma, se stai commettendo un genocidio, non permetti alle donne di scappare perché altrimenti permetteranno che il gruppo che vuoi eliminare continui a crescere…".

E questo è il motivo per il quale il Dottor Efraim Zuroff ha dichiarato:

"Avrei sperato che i nazisti avessero risparmiato le donne e i bambini dalla loro furia sanguinaria, invece che ucciderli, ma questo, come sappiamo, non è accaduto".

La ragione per la quale i governi e i media mainstream negli Stati Uniti e in Regno Unito denigreranno ogni discussione imponendo la loro narrazione ufficiale su Srebrenica è perché le basi del loro "interventismo umanitario" occidentale si gettano sul presunto genocidio di Srebrenica.

 

Il muro dei nomi al memoriale di Potocari vicino a Srebrenica (Fonte: Wikimedia Commons)

Dalla fine dei conflitti in Croazia e in Bosnia, la legge internazionale è stata lasciata agonizzante, mentre gli Stati Uniti hanno imposto la loro supremazia sul mondo. Il percorso per gli interventi futuri nella regione e ovunque nel mondo era ora aperto per l'Occidente.

Ma USA e Gran Bretagna non avevano ancora finito con i Balcani. La Repubblica Federale di Yugoslavia, compresa la Serbia e il Montenegro e ciò che rimase della Repubblica Federale Socialista di Yugoslavia era ancora un paese socialista sebbene con elementi di economia del libero mercato in essa, e aveva strette relazioni con la Russia (e per estensione con la Cina). Per completare la loro opera nei Balcani, gli americani dovevano distruggere la Repubblica Federale di Yugoslavia, imponendo un governo filo-occidentale a Belgrado e dando inizio alla colonizzazione di Serbia e Montenegro. Washington aveva bisogno di un pretesto e, nel 1999, lo trovarono: il Kosovo.

Il Kosovo e Metohija è la culla della civiltà serba e l'anima della sua identità. Questa terra è la Gerusalemme serba. Come risultato dei cambiamenti demografici, soprattutto a causa degli avvenimenti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, i serbi sono una minoranza oggi nel Kosovo e Metohija, con una maggioranza di popolazione albanese. Nel 1998, l'Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA), un gruppo criminale organizzato albanese, con legami con il terrorismo islamico, portò avanti una sanguinosa campagna nel Kosovo e Metohija contro i civili serbi e albanesi e il personale militare e di polizia, con lo scopo di rendere la provincia indipendente.

Washington, che aveva precedentemente classificato la KLA come un gruppo terroristico, iniziò a dar loro un supporto politico e militare ma, all'inizio del 1999, l'esercito yugoslavo aveva quasi distrutto la KLA. Così gli Stati Uniti capirono che per raggiungere i loro obiettivi di colonizzazione della Serbia e del Montenegro, dovevano intervenire direttamente in Kosovo e Metohija, al fianco del KLA. Tuttavia, gli americani avevano bisogno di un pretesto. Così i giornalisti statunitensi e britannici iniziarono ad affermare che i serbi stavano commettendo un genocidio contro gli albanesi del Kosovo e Metohija, dicendo che il numero di albanesi assassinati arrivava a 500.000.

Poi, seguendo una battaglia tra i soldati yugoslavi e i terroristi della KLA in un posto chiamato Racak, gli americani e i britannici affermarono di aver trovato un 'fucile fumante', per giustificare l'intervento NATO, dicendo che erano stati uccisi dei civili albanesi, notizia che poi fu provato essere falsa. Dopo che Belgrado rifiutò l'ultimatum degli americani, la NATO iniziò settantotto giorni di brutale campagna di aria contro la Yugoslavia, incluso il bombardamento di obiettivi civili nel paese e l'utilizzo di uranio impoverito, un atto che provocò un massivo incremento dei casi di cancro nella popolazione serba.

La campagna di bombardamenti NATO contro un paese sovrano e membro delle Nazioni Unite, senza il permesso del Congresso delle Nazioni Unite, rimane il più atroce attacco alla legge internazionale fino ad oggi e da allora ha lasciato un sistema di leggi internazionali gravemente danneggiato. Questo ha creato il precedente per ciò che americani e britannici hanno fatto con l'invasione dell'Iraq, il bombardamento della Libia e l'intervento americano in Siria.

Nel 2008, Washington e Londra hanno incoraggiato e riconosciuto con una dichiarazione unilaterale l'indipendenza degli albanesi in Kosovo, un'altra grave violazione della legge internazionale e dei confini della Serbia riconosciuti internazionalmente.

Riguardo le accuse americane e britanniche di genocidio in Kosovo e Metohija, nel 2000 un team delle Nazioni Unite, comprendente un team di medici spagnoli, ha riesumato 2000 corpi nella provincia serba, sia serbi che albanesi, la maggioranza dei quali uccisi in battaglia. Come l'accusa dell'Occidente della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq, l'accusa di genocidio in Kosovo e Metohija era una menzogna.

Così le azioni dell'Occidente nell'ex-Yugoslavia hanno creato il precedente per quello che sarebbe stato commesso poi in Iraq, Libia, Siria e Ucraina. Il concetto di stati indipendenti e sovrani, custoditi dalla legge internazionale, è stato distrutto dall'occidente nell'ex-Yugoslavia.

Ora, ho affermato all'inizio dell'articolo che il 1991 è stato un anno chiave anche a livello internazionale perché è l'anno in cui l'Unione Sovietica ha cessato di esistere.

Dal 1945 al 1991 l'Unione Sovietica è stato un formidabile contro-bilanciamento agli Stati Uniti nello scacchiere internazionale.

 

L'indebolimento e la dissoluzione del colosso sovietico ha spianato la strada all'Occidente per avere dominio sul mondo e invadere o bombardare paesi sovrani, in luoghi geostrategici nel mondo.

La Federazione Russa non era in grado di impedire lo smembramento della Yugoslavia, il bombardamento della Serbia, l'invasione dell'Iraq, il bombardamento in Libia e il fomentarsi del conflitto in Siria.  E' un punto discutibile ma se l'Unione Sovietica non fosse crollata, credo che gli eventi appena menzionati non sarebbero accaduti, soprattutto perché gli Stati Uniti e i loro alleati non avrebbero fatto la prima mossa a causa del deterrente rappresentato dall'URSS.

A causa della catastrofe che furono Mikhail Gorbachev e Boris Yeltsin, USA e Gran Bretagna hanno avuto un'opportunità d'oro di fare ciò che preferivano con il mondo, e l'hanno colta con gioia.

Ora la Russia, nel 2018, sotto la forte leadership di Vladimir Putin, ha riacquistato gran parte del suo status di superpotenza. Tuttavia la Russia è ancora nell'ombra dell'Unione Sovietica in termini di potere. Credo che questa situazione cambierà in futuro ma ci vorrà molto tempo.

Vladimir Putin si deve sedere nel suo ufficio dispiacendosi del fatto che Michail Gorbachev è stato leader e lui, Vladimir Vladimirovic, oggi sarebbe stato il Segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e a capo di una superpotenza. L'anno 1991 ha cambiato il corso della storia. La distruzione della Yugoslavia e il crollo dell'Unione Sovietica hanno portato alla carneficina che il mondo ha subito dopo questi eventi. Per l'Occidente, il 1991 è stato un anno glorioso perché ha segnato l'inizio del potere occidentale a livello globale. Ma per i paesi del mondo che si trovano in punti geostrategici e che hanno seguito delle politiche estere indipendenti, il 1991 ha costituito un anno fatale sia dal punto di vista letterale che metaforico.

 

Il dottor Marcus Papadopoulos è uno specialista della Russia, dell'ex-Unione Sovietica e dell'ex-Yugoslavia. Pubblica nel britannico Politics First.

Traduzione di Giulia B. per Forum Belgrado Italia - CIVG