Stati Uniti, giù le mani dalla Siria!

Più di un anno fa organizzazioni di tutto il mondo si unirono nella richiesta che gli Stati Uniti se ne andassero (togliessero le mani) dalla Siria. I firmatari di “Giù le mani dalla Siria” furono più di 265 organizzazioni e oltre 1.500 persone, tutti d’accordo con l’idea principale di “Giù le mani dalla Siria”, cioè l’opposizione al ruolo criminale e illegale degli USA nei sette anni di guerra.

Occorre  urgentemente farsi sentire.

Il Governo USA ha annunciato la sua determinazione di continuare a mantenere un’occupazione a lungo termine della Siria e di voler adesso creare un contingente forte di 30.000 soldati sul confine con la Turchia e con l’Iraq e la valle dell’Eufrate, compiendo così una vera e propria partizione della Siria. Questo recente progetto USA verrebbe a separare la regione settentrionale ricca di petrolio dal resto della Siria e a creare un mini-Stato militarizzato sotto il controllo degli USA.

Il 24 dicembre il comandante di US CENTCOM generale Joseph Votel ha elaborato un programma di addestramento per le forze curde dell’YPG in Siria, che diventerebbero una permanente forza di occupazione statunitense del paese. Il 17 gennaio il segretario di Stato Tillerson ha riaffermato l’intenzione degli USA di rafforzare le sanzioni, rovesciare il Governo siriano e smembrare la Siria.

Il progetto USA di continuare ad armare le milizie curde siriane YPG, che guidano le Forze Democratiche Siriane, SDF, ha ampliato e fatto continuare la guerra in un momento in cui molti pensavano che con la sconfitta dell’ISIS la pace sarebbe stata finalmente a portata di mano.

La Turchia, nonostante partecipi al tentativo imperialista di smembrare la Siria, ha immediatamente bocciato il nuovo progetto USA di creare una permanente occupazione sul confine turco da parte delle forze curde siriane e ha minacciato un’azione militare. La grande paura della Turchia è che una “forza di confine” di milizie curde armate dagli USA faccia pervenire alle forze curde in Turchia armi USA di ultima generazione, compresi missili anti-aerei.

Nonostante vi siano da 1,5 a 2 milioni di Curdi in Siria, ci sono quasi 20 milioni di Curdi oppressi in Turchia, che costituiscono il 20% della popolazione, e la maggioranza nella Turchia meridionale, al confine con il nord della Siria, l’Iraq e l’Iran. Per decenni il Pentagono ha armato la Turchia e collaborato alla brutale repressione dei Curdi in quel paese.

Il 21 gennaio 72 jet turchi hanno bombardato più di 100 bersagli delle milizie curde siriane sostenute dagli USA e poi iniziato un’invasione via terra dell’Afrin, in Siria. (distruggendo fra l’altro il tempio hittita di Ain Dara. N.D.T.)

Chiaramente le manovre USA per smembrare la Siria hanno creato ulteriori distruzioni. Il Pentagono ha usato uno scenario simile per imporre la divisione dell’Iraq. È’ la strategia del “divide et impera” degli USA e dei suoi alleati per l’intera regione – usando le aspirazioni democratiche dei Curdi per un vantaggio temporaneo militare o politico statunitense per poi abbandonarli cinicamente per aiutare invece la repressione della più numerosa popolazione curda in Turchia.

Dal 2011 gli USA hanno segretamente armato una serie di milizie in conflitto fra loro e di mercenari in Siria. Il comando militare USA ha fatto entrare 19 paesi NATO e del Golfo nella guerra in Siria. Questo assalto militare è illegale e assolutamente non richiesto dal Governo siriano.

Le guerre USA nella regione hanno dislocato più di 10 milioni di persone e decimato la popolazione. Hanno creato odio, sospetto e violenza settaria da ogni lato.

Sia gli USA che la Turchia stanno violando la legge internazionale con le loro azioni criminali e devono ritirare le loro forze dal territorio nazionale siriano.

La sovranità della Siria, come del resto la sovranità di tutti i paesi, deve essere rispettata.

Basta guerre!

Basta bombardamenti USA!

Basta milizie armate dagli USA! Fine delle sanzioni!

Giù le mani dalla Siria!

SOS Siria e il CIVG sono parte della Coalizione internazionale “Hands Off Syria Coalition” (Giù le mani dalla Siria)

 

Traduzione di Claudia B. per SOS Siria/CIVG