Velica Hoca, Kosovo Methoija, enclave serba: Atto vergognoso

 

Così titola un comunicato che giunge dall’enclave serba di Velika Hoca, un ennesimo atto di intimidazione, angheria, violenza contro una comunità che tenacemente si rifiuta di abbandonare la propria terra, le proprie case, le proprie radici e civilmente resiste. Sono tra coloro che dal 1999 ci chiedono “Aiutateci a restare, aiutateci a tornare”.

Sono coloro che non vogliono essere profughi o esiliati in terre straniere, sradicati dalle proprie tradizioni, dalle proprie vite, dai propri focolari, dalle propri radici secolari.

Anche la loro è una Resistenza: civile, pacifica, dignitosa, ma per chiunque conosca sul campo la realtà del Kosovo di oggi, molto coraggiosa e molto pericolosa.

La nostra Associazione SOS Yugoslavia-SOS Kosovo Methoija è da sempre al loro fianco e ci resterà, non solo con proclami ma con la solidarietà concreta dei Progetti solidali sul campo.


 

ATTO VERGOGNOSO

Violato da criminali, l’ufficio di promozione turistica di Hoča Village, nell’enclave serba

 

Un vergognoso atto di intimidazione è stato perpetrato nella notte del 1° ottobre a Velika Hoča, l’enclave serba dove lavora la nostra associazione. Quattro ignoti malfattori si sono introdotti nell’ufficio di Hoča Village, sede di Progetti umanitari e socializzazione, hanno rubato tre biciclette del bike sharing messo a disposizione dei giovani del villaggio da due anni e hanno cercato di danneggiare l’ufficio.

Il pronto intervento del nostro vicino Bojan ha scongiurato il peggio.

Giunta sul posto, la Kosovo Police, ha constatato l’effrazione e interrogato tutti i dipendenti di Hoča Village.

All’inizio del terzo anno di questa esperienza solidale, ci vediamo costretti ad affrontare questo tentativo di intimidazione, mai accaduto prima in queste forme, in qualsiasi contesto e luogo dell’enclave.

Se qualcuno ha concepito, forte di nuove e mutate condizioni, che le enclavi possano essere più deboli e meno sicure, la nostra associazione impaurita e pronta a chiudere i battenti, siamo veramente lieti di rispondere a nome di uomini e donne fieri e determinati: ” VI SIETE SBAGLIATI”.

Sentiamo forte l’affetto di tutti, percepiamo il nuovo e mutato clima politico e sociale, temiamo l’escalation della criminalità ma NON TORNIAMO INDIETRO, NEMMENO PER PRENDERE LA RINCORSA.

La nostra è una testimonianza di amore e solidarietà, una missione che non può essere fermata dalla violenza e dall’intimidazione, SI VA AVANTI!

 

Da Padre Benedetto, Kosovo Methoija. 2 ottobre 2017

 


 

Velika Hoča, enclave del Kosovo Methoija

di Enrico Vigna

 

 

Velika Hoca è un villaggio, dal 2000, una enclave serba del “nuovo” Kosovo “liberato”. E’ situata circa 80 chilometri a sud di Pristina e a pochi km da Orahovac, dove vi è un'altra enclave serba.

Dopo i bombardamenti NATO del ’99, ha subito attacchi e violenze da parte dei terroristi UCK, con incendi, sparatorie.

Nel 1998, vicino al villaggio, due giornalisti serbi di Radio Pristina, Djuro Slavuj and Ranko Parenic furono rapiti dai terroristi UCK e uccisi. Sul luogo fu messa una lapide memoriale che è già stata distrutta ben 5 volte, l’ultima lo scorso anno.

 

Il Memoriale distrutto per la quinta volta il 26 novembre 2016 

 

Sul suo territorio si trovano 8 monasteri e 5  Chiese ortodossse, vecchie di centinaia di anni, alcune attaccate, incendiate o bombardate, ma ricostruite.

         

 

E’ considerato uno dei più antichi insediamenti dell’area del Methoija; fu anche uno dei più sviluppati centri della regione, sia economicamente che culturalmente, oltreché religioso.

Gli anziani del paese, hanno un bar per bere un caffè, bere una birra o una sljvovica, fare due chiacchere…un container ribattezzato “Rambouillet”, come la località sede dei colloqui di “pace”, che dettero poi il via ai bombardamenti sulla Jugoslavia.

Esso è circondato da pregiatissimi vigneti, che davano un vero benessere ai coltivatori e agli abitanti, grazie ad un vino che veniva esportato non solo in Jugoslavia, ma anche nei Balcani, fino in Russia. Oggi purtroppo molti sono abbandonati e rinsecchiti, causa la pericolosità per i contadini serbi di coltivarli e lavorarli e quindi la produzione è minima.

 

 

 

Ma nonostante tutto, ancora oggi il vino di Hoca è tra i migliori in circolazione.

Prima dell’aggressione alla Jugoslavia del 1999, vi erano circa 2000 abitanti, oggi sono rimasti circa 500 abitanti.

Come tutte le enclavi la quotidianeità è ai limiti della sopportazione e vivibilità: continui soprusi, costanti violenze in vari modi, come per esempio la costante mancanza d’acqua e le interruzioni della luce, come strategia per far andare via i residenti; ricatti e intimidazioni quotidiani.

La tipica vita delle minoranze che vivono nelle enclavi. Quest’ultimo atto sta a testimoniare la realtà e la vita nel “Kosovo liberato” dalla NATO.

 

Enrico Vigna, Associazione SOS Yugoslavia - SOS Kosovo Methoija