Lettera degli antenati serbi del Kosovo Methoija

 

“ Vi inviamo questa lettera con i venti di Kajmakčalan, l’uccello cuculo della Piana dei merli e con le acque melmose della Drina dove i vostri antenati dormono, con i cacciatori della NATO che dalla tradita Lovcen ( si riferisce al monte nel Montenegro entrato nella NATO) sono in appostamento, essa è scritta con le ossa serbe irrorate di sangue e addobbata con le piume dell’aquila bicipite, dipinta in 3 colori e condannata a non essere letta!

Ovunque uno stivale, una ruota o un carro armato si siano fermati sulla terra serba noi ci siamo messi sotto perchè non venga calpestata, sporcata e scavata.

Le nostre ossa si fracassavano sotto questi stivali, ruote e carri armati e la terra si bagnava di sangue. Difendevamo il cielo dagli uccelli d’acciaio, non sapevamo nemmeno come lo facevamo, ma hanno smesso di volare sopra di noi ed a sputare fuoco! Dal Kosovo, terribile pena del nostro mondo, il sangue serbo ha cominciato a peregrinare per terre e fiumi ma non ha permesso allo stivale di calpestare l’humus che ci nutriva! Le lame tagliavano la nostra pelle, i cavalli schiacciavano le nostre teste, i flagelli segnavano le nostre schiene, firme di quelli che ci catturavano, ma noi ci alzavamo sempre, stavamo in piedi anche feriti e mutilati, perfino morti stavamo in piedi rifiutando di morire davanti ai nemici!

Dalla Prima e Seconda ribellione serba, come ci siamo alzati cosi siamo rimasti in piedi, nonostante che abbiano parlato di una sconfitta! Abbiamo ingoiato sangue, ci impalavano, ci tagliavano la testa, ci torturavano, ci sputavano e ci fucilavano, però stavamo sempre in piedi! Scappavamo nelle foreste e nelle grotte ma solo per tornare più forti! Dalle grotte attaccavamo il nemico e lo cacciavamo nella tana del topo!

Dello sparo di Princip è risuonato l’universo, se non fosse stato cosi noi non avremmo potuto esistere! Quella pallottola conosceva la strada benchè Gavrilo non era sicuro dove sarebbe andata a finire! E non si è arreso nemmeno lui che avrebbe firmato questa lettera se non gli avessero rotto e tagliato il braccio, ma sappiate che per voi di nuovo andrebbe in prigione e il braccio lo riperderebbe! Tutti quelli che hanno perso la vita si alzerebbero ancora per voi, tutti quelli che si sono spenti in qualunque guerra, si riaccenderebbero per voi! Se i cannoni cominciassero a tuonare, dal cielo vi arriverebbe più aiuto che dalla terra!

Noi rinasceremmo dalla terra come le peonie, se avessimo per chi!

Quando la guerra è di nuovo cominciata, noi tutti di nuovo eravamo pronti a dare le nostre vite per questa terra! Perdevamo le nostre vite per quanto potevamo, perdonateci se non bastava! Perchè non ce n’avevamo di più! Anche se potessimo, tutti moriremmo di nuovo e metteremmo le nostre teste sul tronco perchè ce le tagliassero!

In Kosovo usciremmo dalle case bruciate, cadremmo nei buchi delle bombe, scivoleremmo dalle pietre e usciremmo dalle fosse e di nuovo moriremmo per la Serbia, ma nessuno si ricorda di noi.

Ciò sarebbe superfluo perchè nessuno potrebbe riconoscerci! Se tutti uscissimo dalle fosse , se dalla calce potessimo uscire e dalle pallottole e lame ridiventare vivi, se potessimo bere il mare e uscirci, o nascere dalla terra e salire dalla fune su cui ci avevano impiccato, non sappiamo da chi potremmo venire, anche se non ci lamenteremmo per esserci sacrificati!

Tutti i i serbi che hanno vissuto e che sono morti come martiri per la Serbia, tutto è scritto e firmato, magari ci fosse qualcuno per leggerlo! E se qualcuno riconoscesse il cirillico, leggesse come si deve, se ne fregherà? Proverà qualcosa se nessuno glielo insegnerà?

Voi serbi viventi, vi ricordate di noi? Vi ricordate di carneficine, fucilazioni, stupri, strangolamenti? Vi ricordate dei nonni, dei padrini, dei focolari? Vi ricordate di Albania, Kajmakčalan, Jasenovac, Erzegovina martoriata, chiese bruciate, croci rotte,monaci uccisi? Vi ricordate di ciascun martire morto per voi?
Avete venduto tutto? Quanto valgono le vostre vite? Cosa vi hanno dato per rinunciare all’onestà? Per quanto avete venduto Njegoš? Chi vi ha sottratto San Sava? Dove avete perduto Gračanica? Chi ha sigillato le fosse? Perché siete rimasti zitti? Perché vi siete spenti?Perché vi siete ridotti così? Guardate davanti a chi vi siete inginocchiati? A chi spediamo questa lettera se nessuno la riceve e nessun occhio la legge?

Per chi l’abbiamo scritta? Gli uomini senza testa l’hanno fantasticata, i ciechi l’hanno scritta, quelli senza braccia l’hanno portata, i sordi l’hanno sentita quando i muti l’hanno letta a voce, i poveri l’hanno addobbata con oro, le donne che fanno i lamenti funebri l’hanno accompagnata ridendo, quelli senza piedi hanno corso per vederla, gli indifferenti l’hanno custodita, analfabeti hanno imparato lettere per poterla leggerla,‘gusle’’ ( strumento popolare serbo)senza corde l’hanno suonata, aquile la portano ovunque, i lupi l’hanno lagnata, i pesci l’hanno portata sul cielo e il canto l’ha cantata con silenzio.

Solo voi, discendenti nostri, voi che siete in grado di leggere, di ricordare ed avete a chi leggerla, voi l’avete abdicata! L’avete confutata, denunciata, sputata, derisa, e strappata a pezzettini!

Così succederà anche alla Serbia, il Signore ha immaginato, scritto e celebrato ciò in un canto!

Voi non l’avete letta perché avete dimenticato la lingua, avete nascosto gli antenati sotto terra, avete sporcato la guancia e l’onestà l’avete venduta a quelli che hanno calpestato i vostri antenati e la Serbia, con quegli stessi stivali, ruote e carri armati, orgoglio del passato.

Vergogna per l’eternità!”

 

Sempre vostri e proprio perciò dimenticati!

 

Milan Ružić, 16 luglio 2017

da  iskra.co - Traduzione di Rajka V. per Forum Belgrado Italia/CIVG