La lunga storia delle interferenze degli Stati Uniti con le elezioni di altri Paesi

13 Ottobre 2016

Il Segretario di Stato americano Henry Kissinger stringe la mano al Ministro degli Esteri Cileno Ismale Huerta Diaz durante una pausa della Conferenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi Latini a Città del Messico, 22 febbraio 1974.

Una delle questioni più preoccupanti della campagna elettorale del 2016 negli Stati Uniti è stata quella dell’apparente ingerenza del Cremlino. La scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno accusato formalmente il governo russo di aver rubato e diffuso email inviate dal Comitato Nazionale Democratico e da importanti personalità di Washington.
Le violazioni informatiche, in parte rivelate da Wikileaks, hanno portato a rumorose dichiarazioni sul fatto che Mosca voglia la vittoria del candidato repubblicano Donald Trump, la cui retorica ha sconvolto i tradizionali alleati europei di Washington e messo  in dubbio il futuro della NATO, bestia nera della Russia.

Alti funzionari russi hanno respinto la denuncia dell'amministrazione Obama.  Mercoledì, in un'intervista con la CNN, il Ministro degli Esteri Russo Sergei Lavrov ha respinto la pretesa di interferenza come "ridicola", anche se ha detto che era "lusingato" dal fatto che Washington abbia puntato il dito proprio contro Mosca. In un momento di forti tensioni regionali in Medio Oriente ed altrove, tra i funzionari del Cremlino e le loro controparti americane di sicuro non corre buon sangue.

A dire il vero, c'è un contesto molto più ampio dietro le sparate odierne. Come fa notare il mio collega Andrew Roth, quali che siano le presunte azioni del governo russo nel 2016, i leader della Russia godono nello screditare il processo democratico americano. E, negli ultimi anni, si sono anche molto irritati per la presunta ingerenza degli Stati Uniti nella politica dei paesi ai confini della Russia, in particolare in Ucraina.
E gli Stati Uniti, pur se si sono lasciati alle spalle i tempi di comportamenti più feroci, hanno comunque una storia ben documentata di interferenze e a volte interruzioni del funzionamento delle democrazie estere.

Gli Stati Uniti hanno interferito e sono intervenuti militarmente in molti paesi nei Caraibi e in America Latina e fomentato colpi di stato contro populisti eletti democraticamente.

Gli episodi più infami includono la cacciata, nel 1953, del Primo Ministro Iraniano Mohammed Mossadegh, il cui governo è stato sostituito da una monarchia autoritaria favorevole a Washington,  il rovesciamento e l'assassinio del leader Congolese Patrice Lumumba nel 1961, e il rovesciamento violento del Presidente Cileno socialista Salvador Allende , il cui governo è stato spazzato via nel 1973 da un colpo di stato militare guidato dallo spietato generale Augusto Pinochet.

Per decenni, queste azioni sono state considerate come una necessità della Guerra Fredda, parte di una lotta globale contro l'Unione Sovietica e le sue politiche di sinistra. I principali attori di questa lotta comprendono diplomatici complottisti come John Foster Dulles e Henry Kissinger, che hanno sostenuto politiche segrete ed aggressive per contrastare la supposta, minacciosa espansione del comunismo.

A volte questa agenda aveva anche interessi dichiaratamente convergenti con quelli delle imprese statunitensi : nel 1954, Washington fece deporre il presidente di sinistra del Guatemala, Jacobo Arbenz, che aveva avuto il coraggio di sfidare il vasto controllo della United Fruit Co., una società statunitense, promuovendo leggi agrarie più giuste per gli agricoltori guatemaltechi. La CIA ha continuato ad imporre ed appoggiare una serie di dittature di destra che hanno brutalizzato questa nazione impoverita per quasi mezzo secolo.

Un giovane Che Guevara, che si trovava a viaggiare attraverso il Guatemala nel 1954, fu  profondamente colpito dalla caduta di Arbenz. In seguito scrisse a sua madre che quegli eventi lo avevano spinto a lasciare "il cammino della ragione" e sarebbero stati fondamentali per la sua convinzione della necessità di una rivoluzione radicale al posto di una graduale riforma politica.

A parte la sua iniziativa in colpi di stato ed alleanze con le giunte di destra, Washington ha cercato di influenzare in modo più sottile elezioni in tutti gli angoli del mondo. E così pure ha fatto Mosca. Il politologo Dov Levin calcola che le "due potenze sono intervenute in 117 elezioni in tutto il mondo nel periodo 1946-2000, una media di una volta ogni nove elezioni."

Alla fine del 1940, la neonata CIA si era fatta le ossa in Europa occidentale, contrastando alcuni dei partiti di sinistra e dei sindacati più importanti del continente. Nel 1948, gli Stati Uniti hanno appoggiato i centristi italiani della Democrazia Cristiana e hanno contribuito a garantire la loro vittoria elettorale contro una coalizione di sinistra, legata ad uno dei più potenti partiti comunisti in Europa. Agenti della CIA hanno dato milioni di dollari ai loro alleati italiani e hanno contribuito ad orchestrare quella che allora era una campagna di propaganda clandestina senza precedenti: hanno falsificato documenti per infangare i leader comunisti con scandali sessuali fabbricati apposta, hanno fatto partire una campagna di massa di lettere da italo-americani ai loro compatrioti italiani, diffondendo il timore isterico di una invasione russa e dell'abbattimento della Chiesa cattolica.

"Abbiamo avuto mucchi di denaro che abbiamo consegnato a politici selezionati per coprire le spese politiche, le spese per le campagne elettorali, per i manifesti, per gli opuscoli," ha raccontato F. Mark Wyatt, l'ufficiale della CIA che ha gestito la missione e successivamente ha partecipato per più di venticinque anni al sostegno diretto ai democristiani.

Questo modello si è diffuso in tutto il mondo: l'agente della CIA Edward G. Lansdale, noto per i suoi sforzi per far cadere il governo Nord Vietnamita, si dice che abbia condotto la vincente campagna del 1953 nelle Filippine per il presidente Ramon Magsaysay.

Il Partito Liberal Democratico di centro-destra del Giappone è stato finanziato con i fondi segreti americani negli anni 1950 e 1960. Il governo degli Stati Uniti e le aziende petrolifere americane hanno aiutato con valigie piene di soldi i partiti cristiani in Libano a vincere le cruciali elezioni del 1957.
In Cile, gli Stati Uniti non hanno permesso ad Allende di vincere le elezioni nel 1964. In un'inchiesta del  Senato a metà degli anni 1970, che ha iniziato a esporre il ruolo della CIA nelle elezioni all'estero, è stato dichiarato che "Un totale di quasi quattro milioni di dollari sono stati spesi per una quindicina di progetti di azioni sotto copertura, che vanno dalla organizzazione di abitanti delle baraccopoli al passare fondi ai partiti politici, quando non è riuscita a sconfiggere Allende alle urne nel 1970, Washington ha deciso di toglierlo di mezzo in ogni caso.
"Non vedo il motivo per cui dobbiamo stare a guardare che un paese diventi comunista, a causa dell’irresponsabilità del suo stesso popolo", si dice che Kissinger abbia affermato. Il regime di Pinochet ha imposto anni di torture, sparizioni e omicidi mirati. (in un recente editoriale, il romanziere Cileno-Americano Ariel Dorfman ha invitato Hillary Clinton a sconfessare Kissinger, nel caso di vittoria alle elezioni presidenziali).

Dopo la fine della guerra fredda, gli Stati Uniti hanno in gran parte reso più trasparenti le azioni sotto copertura con la creazione di organizzazioni come la più benevola National Endowment for Democracy, (Fondo Nazionale per la Democrazia) che mira a rafforzare la società civile e le istituzioni democratiche in tutto il mondo attraverso borse di studio e altre forme di assistenza.

Molti critici degli Stati Uniti vedono ancora la mano Americana in una serie di elezioni più recenti, dall'Honduras al Venezuela all'Ucraina.
Nel frattempo, la minaccia d’ingerenza straniera nelle elezioni degli Stati Uniti non si è limitata ai timori di complotti russi. Alla fine del 1990, lo spettro di fondi illeciti cinesi ha dominato le preoccupazioni circa il finanziamento della campagna elettorale Democratica, ma alcuni osservatori hanno consigliato di non indignarsi troppo.
"Se i cinesi avessero effettivamente cercato di influenzare le elezioni, gli Stati Uniti starebbero solo assaggiando la loro stessa medicina, " ha detto in una intervista del 1997 con il New York Times Peter Kornbluh, direttore del National Security Archive, che è affiliato con la George Washington University.  "La Cina ha semplicemente copiato il collaudato modello degli Stati Uniti di manipolazione, corruzione e operazioni segrete destinate ad influenzare il percorso politico di tanti paesi in tutto il mondo."

 

 

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(E' una newsletter del Washington Post diretta da Ishaan Tharoor, N.d.t.)

 

*Ishaan Tharoor scrive di Affari Esteri per il The Washington Post. E' stato senior editor a TIME, con base prima ad  Hong Kong ed in seguito a New York.

 

Da washingtonpost    - Traduzione di Giorgio F. per civg.it